Mimmo Rotella
- Autore: Germano Celant
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Skira
- Anno di pubblicazione: 2005
Germano Celant è lo storico dell’arte che ha coniato il termine "Arte Povera" nel 1967 e ha curato per la casa editrice Skira l’interessante monografia su “Mimmo Rotella”, l’artista famoso per il décollages. A tal fine il libro illustra il percorso compiuto dall’artista con una selezione tra le opere più significative, scelte prevalentemente tra quelle di grande formato, realizzate tra il 1946 e il 2005 e rappresentate attraverso un’ampia rassegna fotografica a colori e in bianco e nero. La monografia nasce dalla collaborazione con la Fondazione Mimmo Rotella per l’occasione della "Settimana della lingua italiana nel mondo".
Rotella, artista calabrese, che era stato in America grazie a una borsa di studio, torna a Roma nel 1953 e, in un momento di crisi e di ispirazione, comincia a strappare i manifesti pubblicitari e a conservarli. Subisce il fascino del cinema e a quel mondo si ispira creando, dai manifesti strappati dai muri, il décollages, una forma d’arte che supera il collage cubista, per effetto di una sorta di visione neodadaista di un objet trouvé reinterpretato.
Celant, nella premessa evidenzia che
"L’artista e la sua epoca crescono insieme, l’uno relativo all’altra e il risultato finale non si fa autonomo, ma inerente al suo tempo, tanto che nella sua arte si intrecciano il visto e il non visto, le motivazioni e le occasioni di una visione, quanto la cristallizzazione di un panoramica culturale ed estetica che riesce a trasformarsi in “cosa”, immobile e permanente: l’opera d’arte."
Rotella pone all’attenzione dell’arte la città e i manifesti che la popolano, con i loro strappi casuali e invita a una riflessione su cosa c’è dietro e sotto la superficie, guardando alla profondità del prodotto artistico, oltre il suo aspetto esteriore, e facendo ricomporre, in chi guarda, qualcosa di nuovo e diverso, generando un caleidoscopio di visioni, attraverso i manifesti dei film che si sovrappongono e s’intrecciano. Mimmo Rotella è affascinato dal cinema e trasporta anche lo spettatore in questa fascinazione, evocando sensazioni ed emozioni.
Germano Celant ricorda gli esordi di Rotella quando, nel 1944, incomincia a lavorare come disegnatore per l’Ufficio del Patrimonio al Ministero delle Poste a Roma; qui
"il rinnovamento passa attraverso il cinema, sia mediante la realizzazione di film italiani come Ossessione (1942) di Luchino Visconti e Roma città aperta (1945) di Roberto Rossellini, quanto attraverso l’abrogazione, nel 1945, su pressione delle majors americane, del monopolio cinematografico. L’intreccio tra una visione impietosa del reale, seppure mediata dalla fiction filmica, apportata dal neorealismo italiano, spinge la cultura visiva e letteraria, relativizza e distrugge i valori “universali” e “nazionali” su cui si era formata la prospettiva idealizzante del regime."
Celant prosegue attraverso una disanima attenta dell’intero percorso artistico di Mimmo Rotella, inquadrato all’interno del periodo storico: ciò consente alla monografia di spaziare nel variegato mondo dell’arte contemporanea, indicando molteplici connessioni e rimandi reciproci.
Mimmo Rotella. Manifesto. Catalogo della mostra (Roma, 30 ottobre 2018-10 febbraio 2019). Ediz. a colori
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