Miracolo inevitabile di Edoardo Nesi

È un freddo pomeriggio d’inverno e solo la mamma di Vittorio aspetta in macchina che finisca una partita di calcio. Si fronteggiano due squadre: sei ragazzi di famiglie ricche con tute perfette contro sei ragazzini figli del popolo, vestiti semplicemente perché non possono permettersi tute tutti uguali. Tra i ragazzi poveri c’è il portiere, uno scricciolo, Tonino, che sta lì un po’ per caso, giusto per non essere solo in cinque a giocare, lo ha quasi imposto il fratello, bravo in campo. Il freddo si avverte sulla pelle dei ragazzi, il fiato si raffredda e diventa fumo e il gioco rallenta. Ma cambia tutto quando un ragazzino basso e velocissimo, che ha già segnato tre gol ha preso la palla e mette in difficoltà Vittorio che non può far altro che rincorrerlo. La palla però ripassa alla squadra dei “ricchi” e l’unico ragazzo veramente bravo, che avrà un futuro da calciatore, Ricky Mariotti lancia un tiro potentissimo verso la porta. Il pallonetto che ne deriva è mirabolante, lungo, particolarissimo, lascia con il fiato sospeso Vittorio, lo stesso Ricki e soprattutto il povero Tonino che non sa se gli conviene provare a parare quel siluro col suo fisico debole. Mentre il pallone compie la sua fantastica parabola la mamma di Vittorio passa in rassegna la sua vita. Il marito è un uomo in carriera, con una ditta edile in espansione, ma l’impegno professionale l’allontana da casa, mentre la mamma di Vittorio ha abbandonato ogni ambizione di carriera per dedicarsi alla famiglia. Si racconta un quadretto di nucleo familiare che negli anni ottanta però già non esiste. Una donna che abbandona un lavoro sicuro per fare la casalinga, anche se con chiare aspirazioni borghesi, è quasi una chimera. La mamma di Vittorio appartiene a un ambiente piccolo borghese, d’estate va di continuo a Forte dei Marmi ma vive in un piccolo paese confinante. Ammira le donne milanesi che scendono sulla bella e prestigiosa costa toscana, vorrebbe in cuor suo appartenere a quel mondo, a cui non dispera potersi unire se suo marito potrà progredire nel suo lavoro. La parabola del pallone segue i pensieri della donna che si immalinconisce, si commuove, fa tutto lì da sola, mentre riflette sulla sua vita:

“Viveva, Francesca, così si chiamava, nel turbamento e nella segreta spossatezza di chi desidera sempre e non può smettere di desiderare mai, nemmeno quando raggiungeva i tanti piccoli traguardi di cui disseminava la sua vita”.

Miracolo inevitabile di Edoardo Nesi è un piccolo romanzo, che si legge senza sforzo, che riesce a sospendere l’istante dell’azione in un tempo prolungato.