Mistero nei cieli. Indagine sugli UFO di Ade Capone

Che cosa dovrei dire (scrivere), in tutta sincerità? Che ho assunto per oro colato tutti i ragguagli sugli ufo presenti e passati, racchiusi in “Mistero nei cieli” (Priuli & Verlucca, 2016) di Ade Capone? Resto - tendenzialmente, irrimediabilmente - scettico ma resto anche curioso dei minimi e massimi sistemi che ci circondano, inoltre non credo di avere mai rigettato per partito preso un punto di vista che sia uno differente dal mio. E dunque va arci-bene anche questa nuova inchiesta di Ade Capone su cospetto e intervento alieno alle latitudini terrestri.

Il testo avanza tesi che, se non proprio indenni, escono a testa alta dal confronto coi lumi della ragione, e altre meno plausibili, come - a mio giudizio - sono quelle legate all’esistenza dello Yeti, dell’Uomo falena; o quelle discendenti da una rilettura biblica a sostegno del fatto che gli extraterrestri sono stati sempre tra noi. Questione di gusti, e di sospensione di incredulità. Ciò che nella fattispecie più conta è che nello stile televisivo tipico di Mistero (di cui è uno degli autori) Ade Capone viene a capo a diversi punti di domanda circolanti su ufologia e dintorni, per cui va da sé che gli enigmi non si contano, e come sempre affascinano, e il libro si sostiene benissimo con le sue gambe. Se si tralasciano gli aspetti folklorici legati all’argomento (l’intera vulgata fantarcheologica, per esempio), e il vago sentore complottista intravisto in qualche intervista (i governi sanno tutto e ce lo tengono nascosto, anche a tutela del potere temporale della Chiesa), il fatto che più dovrebbe dare da pensare sugli extraterrestri è questo: dal 1870 - anno a cui risale il primo avvistamento documentato di un disco volante - le notizie di incontri ravvicinati con velivoli o entità aliene si contano a migliaia (per quanto riguarda la scena nostrana raccomando la lettura di “Ufo: i dossier italiani”, Mursia, 2014). Possibile si tratti sempre e comunque di abbagli, allucinazioni, suggestioni individuali e collettive? Piloti di aerei, intere famiglie, persone al di sopra di ogni sospetto psicotico, persino i bambini di una scuola di Ariel, in Africa (uno degli episodi più significativi e inquietanti citati nel libro di Capone): è lecito ricondurre così tante testimonianze a fantasie di soggetti emotivamente labili e/o creduloni e/o furbastri in cerca di quarti d’ora di celebrità? Credo che in alcuni di questi casi la sospensione di giudizio sia l’atteggiamento più saggio da assumere, se non altro per inquadrare il fenomeno dalla giusta prospettiva.

Non ho ancora finito: un’altra lancia che intendo spezzare a sostegno di “Mistero nei cieli” inerisce al taglio che Ade Capone ha impresso al suo lavoro: più che l’abusato compendio di “episodi” riferibili a contatti con UFO, questo libro si presenta, per larghi tratti, con l’aplomb che si deve alla vera e propria inchiesta (sia pure “a tesi”), e se e quando fa riferimento ai “casi” (come quello famoso del metronotte ligure Pier Fortunato Zanfretta rapito dagli alieni, o quelli più discutibili ma lo stesso inquietanti dei “fuochi di Caronia”), lo fa in funzione esemplificativa di un argomento. Peraltro corroborato dalle parole altre di un testimone attendibile, o di esperti in materia (vedi Mauro Biglino, Roberto Pinotti, Alfredo Lissoni, Pablo Ayo). A dispetto della mia immutata fatica a credere (se non altro a credere del tutto) mi piace evidenziare le frasi oneste con cui Ade Capone chiude la sua trattazione:

“L’universo in cui viviamo ha ancora molte facce nascoste e a me piace pensare agli ufo come a lampi di luce nel buio del mistero...” (p. 162).

Spero possano convincervi ulteriormente sul grado di attrattiva di cui è capace questo libro. A prescindere da come la pensiate.