Musica per un amore proibito
- Autore: Hanni Munzer
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Sellerio
- Anno di pubblicazione: 2015
“Musica per un amore proibito” (Giunti 2015, titolo originale Honigtot, traduzione di Lucia Ferrantini) di Hanni Münzer è il nuovo romanzo dell’autrice tedesca che vive in Germania, ma per lunghi periodi ha abitato a Seattle e Roma, il primo pubblicato in cartaceo per l’editore Piper che ha scalato la classifica dello Spiegel.
“Per tutta la vita Felicity si era sentita trascinare da una sorta di inquietudine interiore, e probabilmente sarebbe stato così per sempre”
Seattle, maggio 2012. Felicity Benedict si era appena laureata in Medicina e ancora una volta la giovane donna, preda di quell’irrequietezza
“cui non poteva sottrarsi perché sembrava sgorgare dalla sua anima”
aveva deciso di lasciare un’esistenza prestabilita (il matrimonio con il pediatra Richard e una sicura professione), per andare a lavorare in Afghanistan, a Kabul presso l’organizzazione umanitaria Doctors of the World. All’improvviso però Martha, madre di Felicity, era scomparsa dopo essere andata a ritirare gli effetti personali dell’anziana madre Deborah presso la casa di cura, dove quest’ultima era morta a 87 anni dopo aver sofferto per molto tempo di Alzheimer.
“Pare che un infermiere l’abbia vista scappare via con una scatola sotto il braccio”
Quando Felicity si era recata presso la casa di cura di Woodhill, un infermiere le aveva consegnato un foglietto stropicciato che sua nonna teneva in mano quando era morta. Si trattava di un ritaglio di un giornale israeliano, dove appariva una foto di un’aula di tribunale con l’imputato in primo piano e sullo sfondo il viso di Deborah fisso sul volto dell’uomo.
“Felicity non aveva mai visto tanto odio nei suoi occhi”
Nel frattempo le labili tracce di Martha portavano fino in Italia, a Roma e qui in un albergo della Capitale, Felicity aveva scoperto il motivo della fuga di sua madre. Martha Benedict, infatti “aveva deciso di fare un viaggio nel passato della madre appena deceduta”, attraverso la lettura di un block-notes/diario rivelatore scritto in ebraico, preceduto da una lettera nella quale Martha spiegava alla figlia che era arrivato il momento di rimediare a una cosa che avrebbe dovuto fare già da molti anni:
“Raccontarti la storia della nostra famiglia, chi siamo e da dove veniamo”
Tutto questo non solo perché all’anziana donna era appena stato diagnosticato di avere l’Alzheimer ma soprattutto perché
“ogni essere umano è l’anello di una catena, siamo tutti collegati, perché portiamo dentro di noi, parte della vita e dei pensieri di chi ci ha preceduto”
La brava autrice racconta l’avvincente storia di quattro generazioni di donne appartenenti a una stessa famiglia: Elisabeth Malpran, bellissima cantante lirica viennese sposata con Gustav Berchinger, affermato medico di origine ebraica di Monaco, la loro figlia Deborah coraggiosa e impulsiva, la fragile Martha e l’inquieta Felicity. Le prime pagine del coinvolgente romanzo si aprono in Baviera nei giorni del Putsch di Monaco, tentativo fallito di colpo di Stato organizzato e attuato da Adolf Hitler tra l’8 e il 9 novembre del 1923, giacché nella Germania di allora a dominare non erano i politici ma la miseria, ambiente ideale per le teste calde e gli estremismi. Quando Deborah era nata, nel ’24, la situazione nel Paese si era stabilizzata grazie alla riforma monetaria e al Piano Dawes, piano di natura economica per la risoluzione del problema delle riparazioni di guerra stabilite dal Trattato di Versailles a carico della Germania. Ma la “bufera bruna” era in agguato, a metà del 1929 il nazionalsocialismo di Hitler si era fatto più vicino, era ormai quasi impossibile arrestare l’ascesa di Hitler, solo poche persone come Gustav avevano, infatti, compreso che “i tedeschi non hanno la più pallida idea del disastro in cui si stanno cacciando”. Disastro che presto la famiglia Malpran appartenente al “popolo indesiderato”, avrebbe purtroppo sperimentato sulla propria pelle, a cominciare dallo stesso Gustav.
“La verità, dicono, è così pesante che neanche Dio riesce a sopportarla. Segue regole fisiche proprie, e quando meno te lo aspetti sale in superficie come una bolla nell’acqua e ti punta il dito contro. Alla mia famiglia capitò il giorno in cui morì mia nonna, e dopo poco mia madre scomparve senza lasciare tracce. Tutto ciò che accadde, fu scatenato dal contenuto ingiallito di una scatola dimenticata. Il passato ci aveva raggiunto”
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