Mysterium
- Autore: Rita Monaldi Francesco Sorti
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Baldini+Castoldi
- Anno di pubblicazione: 2016
Il titolo è “Mysterium” (Baldini & Castoldi, ottobre 2016, pp. 834, euro 20,00), ma il vero enigma per cominciare sono gli autori, Monaldi & Sorti. Il mistero è l’ostracismo che li ha costretti a un lungo silenzio e che per tredici anni ha tenuto i loro romanzi lontani dalle librerie italiane. Nel frattempo, versioni dei libri dei coniugi sono state vendute ovunque nel mondo, tranne che nel loro e nostro Paese. Il “Mysterium” ora riedito è dedicato ai trenta traduttori, lingua coreana compresa.
Sì, coniugi, perché Rita Monaldi, filologa classica e il musicologo Francesco Sorti sono una bella e vera coppia di freschi cinquantenni, che vivono per la maggior parte dell’anno a Vienna, coi figli. E sì, ostracismo, perché l’organizzazione che ha contrastato la diffusione in Italia è antica come quel termine: l’ostracismo era l’esilio dalle polis greche. È la Chiesa.
Rita e Francesco, ovvero Monaldi & Sorti, sono gli autori di fiction storiche che hanno fatto più danni al Vaticano di Dan Brown. Sì, fiction storiche, non sia mai detto thriller, agli interessati non piace.
Pare che la pubblicazione del loro primo romanzo (“Imprimatur”), nel 2002, abbia addirittura ostacolato la beatificazione di un papa del 1600, Innocenzo XI, al secolo Benedetto Odescalchi, per qualche rivelazione narrativa delle ciniche e segrete trame di politica estera filo ottomana, produttive per la potente famiglia d’origine ma disastrose per la Cristianità, se i turchi avessero vinto a Vienna.
Oltretevere non ha fermato la diffusione di “Angeli e demoni”, ma per i due scrittori nostrani non c’è stata indulgenza. Quello che doveva risultare il primo di una grande saga di sette titoli è rimasto isolato, per un indecifrabile boicottaggio, tanto che mentre la saga conquistava il pianeta, in Italia di Monaldi & Sorti non si è saputo più niente, a parte l’edizione in lingua italiana di un editore olandese.
A violare l’embargo, sono state le edizioni milanesi Baldini & Castoldi. In rapida successione, hanno pubblicato i primi tre titoli: “Imprimatur” nel settembre 2015, “Secretum” un mese dopo, “Veritas” nel marzo 2016. “Mysterium” è il quarto, quindi ed è un prequel, riporta infatti alla giovinezza del protagonista del ciclo, l’abate Atto Melani da Pistoia, cantante operista castrato, diplomatico e spia, confidente di grandi dell’aristocrazia e della Chiesa, di papi e di sovrani. "Castrato", avete letto bene, ma non "evirato" cantore, la differenza è decisiva e viene ben spiegata nella fiction.
Sotto l’aspetto cronologico, quindi, la narrazione abbandona l’anno in cui è giunta la trilogia, all’epoca della battaglia di Vienna (1683) e retroagisce alla metà del 1600, quando un Melani diciottenne, musico del granduca di Toscana e pupillo del capitano Sozzifanti, sta viaggiando via mare da Roma a Marsiglia. Con una compagnia di cantanti operistici, va ad esibirsi a Parigi in concerti e letture presso la corte di Francia, su committenza del cardinale Mazzarino.
Sul piano stilistico, resta il "vezzo" degli autori illustrato nel prologo del primo volume: i momenti di azione o di rievocazione sono scritti in una prosa dal respiro otto-novecentesco, quando invece si divaga su aspetti della mentalità e della scienza del tempo, la lingua si fa barocca, decisamente retrò e con tanti vocaboli non più in uso.
Voce narrante è un segretario-narratore e il testo non è ripartito in capitoli ma in "Discorsi", indicati coi numeri romani, preceduti da brevi sintesi del contenuto e con il corredo di "Ragionamenti", "Notizie", "Esempii" e "Dialoghi".
A Roma il giovane Melani sta apprendendo le più sottili raffinatezze dell’arte sua, affidata a una voce capace di raggiungere tonalità acute, dopo il tremendo trattamento subìto ai genitali. Quale sia stato, il provvido secretario-scriba lo rende noto fin dal secondo Discorso. Atto non è stato evirato, ma gli sono stati resecati i dotti seminali prima della pubertà. Questo potrebbe non impedirgli di esercitare una virilità quasi normale e di intrattenersi col gentil sesso, particolarmente attratto dall’eleganza raffinata dei sopranisti effeminati.
Va detto che si apprenderà presto del disprezzo di Atto per i ruoli femminili nell’opera e che le compagnie arruolavano anche graziose cantanti donne, dalle voci più leggere.
Ecco quindi l’abatino avviato verso i luoghi, gli ambienti, i costumi sfarzosi del Re Sole, col quale intratterrà rapporti complessi.
Non resta spazio per dire altro che “buona lettura”, non prima però di aver rivelato un altro segreto, sempre con la collaborazione di Rita Monaldi e Franco Sorti. I titoli dei sette romanzi, sono un messaggio: “Imprimatur”, “Secretum”, “Veritas”, “Mysterium”, “Dissimulatio”, “Unicum”, “Opus”. Significa all’incirca
“si certifichi ogni segreto, la verità resta un mistero. Unica attività, la dissimulazione”.
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