Naif.Super di Erlend Loe

Si parla sempre della crisi di mezz’età, ma spesso non ci si ferma a riflettere su altri tipi di crisi importanti che sopraggiungono nel corso della vita. Affronta proprio una di queste il protagonista senza nome di “Naif.Super” dello scrittore norvegese Erlend Loe: giunto a un quarto di secolo, la sua vita fino ad allora normale perde improvvisamente senso, senza nessuna ragione apparente. Il venticinquenne rimette quindi in discussione la sua intera esistenza e si interroga su quesiti importanti, cercando risposte a classiche domande quali “Perché sono qui?”, “Qual è il mio scopo nella vita”.

Il merito di Erlend Loe è di riuscire a trattare questi argomenti in maniera semplice e mai pesante, esponendo i fatti dal punto di vista del protagonista, ossessionato dal tempo. Malgrado la profondità che simili questioni portano sempre con sé, attraverso brevi episodi il narratore cerca di superare questa fase di stallo e lo fa anche avvicinandosi a un bambino, Børre. Ritorna così a sua volta a uno stadio precedente della sua vita, condizione che forse potrà aiutarlo a ritrovarsi. Analoga funzione ricopre anche il suo viaggio a New York dal fratello che risulterà decisivo nella ricerca del suo nuovo equilibrio.
Nel tentativo di capire cosa gli stia succedendo, il protagonista scrive liste, per ogni cosa: a partire da quello che ha notato quel giorno, passando da quanti animali ha visto finora o ancora che cosa gli manca. Sembrerebbe quasi che con l’inserimento di elenchi in “Naif.Super” il narratore cerchi di mettere ordine e di categorizzare quello che gli sfugge. Forse un metodo propedeutico per superare la “crisi del quarto di secolo”.

Non è un caso che non venga mai dato un nome al protagonista. In questo modo chiunque si sentirà più vicino a lui e riuscirà a provare le sue stesse sensazioni, perché in fondo ogni venticinquenne (e non solo) può ritrovarsi in una situazione simile. Il narratore potrebbe quindi essere chiunque e rispecchia i sentimenti di una generazione, che potrebbe coincidere con quella dei Millennials.
Chi deciderà di leggere “Naif.Super” di Erlend Loe si cimenterà in un libro umoristico, che nasconde però delle profonde verità, ammaliando con il suo stile peculiare, l’aggiunta di riferimenti appartenenti alla cultura norvegese (ma non solo) e la commistione di altri documenti all’interno del testo, quasi a voler rendere il libro più visivo e andare al di là delle semplici parole scritte.