La scrittrice francese Neige Sinno vince il Premio Strega Europeo 2024 con Triste tigre, edito da Neri Pozza. Premiata, come da tradizione, anche la traduttrice italiana Luciana Cisbani. Il romanzo era già ritenuto il caso letterario dell’anno, vincitore del Prix Femina e del Prix Goncourt des Lycéens, consacrato nell’edizione originale di éditions P.O.L. da una fascetta firmata dalla Premio Nobel Annie Ernaux che afferma:
“Leggere Triste tigre è come scendere in un abisso con gli occhi aperti”.
Un’ulteriore riconferma per la casa editrice milanese che ha avuto la lungimiranza di portarlo in Italia, ricordiamo che Neri Pozza ha da poco messo in bacheca il suo ottavo Premio Pulitzer.
Chi è Neige Sinno, l’autrice del romanzo di cui tutti parlano? L’aspetto scioccante di Triste tigre non è tanto il tema delicatissimo trattato nelle pagine: l’abuso su minore, ma il fatto che si tratti di un racconto autobiografico che narra gli abusi subiti dalla stessa autrice da parte del padre adottivo durante l’infanzia.
Scopriamo tutto quel che c’è da sapere sull’ultima vincitrice del Premio Strega Europeo.
Neige Sinno: vita e opere della vincitrice del Premio Europeo 2024
Neige Sinno è nata il 22 marzo del 1977 a Vars, nelle Alpi francesi, in una famiglia di estrazione modesta. Si è laureata in letteratura presso l’Università della Provenza Aix-Marseille con una tesi sulla produzione narrativa di Raymond Carver, Richard Ford e Tobias Wolff.
Dal 2006 Sinno vive a Pátzcuaro, in Messico, con il compagno e la figlia e insegna narrativa interculturale presso la Escuela Nacional de Estudios Superiores di Morelia. Nel 2007 ha pubblicato la sua prima raccolta di racconti dal titolo La vie des rats, seguita da un saggio in spagnolo sulle figure del lettore, intitolato Lectores entre líneas: Roberto Bolaño, Ricardo Piglia y Sergio Pitol, che le è valso il Premio Lya Kostakowsky.
Il suo primo romanzo è stato pubblicato nel 2018 con il titolo Le camion. La sua autentica consacrazione letteraria è avvenuta tuttavia quattro anni più tardi con la pubblicazione di Triste tigre, vincitore del Prix Femina il 6 novembre 2023, del Prix Goncourt des Lycéens e finalista al Prix Goncourt nello stesso anno.
Nel libro, il cui titolo è ispirato al poema The Tyger di William Blake e anche al romanzo Tres tristes tigres dello scrittore cubano Guillermo Cabrera Infante, Sinno racconta gli abusi sessuali subiti dal patrigno. L’uomo fu denunciato ufficialmente nel 2000 e processato, in seguito condannato a nove anni di prigione.
Solo dopo aver avuto il coraggio di denunciare il suo aguzzino e di elaborare il trauma che ha spezzato la sua infanzia, Neige Sinno è riuscita a raccontare la sua storia.
“Triste tigre”, la trama del libro vincitore del Premio Europeo 2024
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Dati gli studi letterari dell’autrice, il romanzo Triste tigre ha una forte struttura intertestuale come si evince già dal titolo nel quale riecheggiano riferimenti letterari: nella sua ricerca di mezzi narrativi per raccontare il trauma dell’abuso e l’impotenza che ne deriva, Neige Sinno ha esplorato le rappresentazioni dell’incesto e dello stupro nelle opere di Christine Angot, Virginie Despentes, Toni Morrison, Jean-Paul Sartre, Vladimir Nabokov e Virginia Woolf.
Triste tigre inizia in una maniera sconvolgente, con un primo capitolo intitolato “Ritratto del mio stupratore” in cui riferisce, senza troppi giri di parole, che raccontare quel che è accade nella testa del carnefice è di gran lunga più interessante che narrare l’impotenza delle vittime nelle quali tutti - anche se non abbiamo subito il trauma narrato - possiamo riconoscerci. Ciò che è davvero affascinante, scrive Sinno narrando sin dalle prime righe con una durezza agghiacciante e una linearità spietata i fatti, è quel che va “al di là della comprensione”. E così, a poco a poco, decostruisce il suo aggressore. Mentre esplora le ragioni per cui non voleva scrivere dell’argomento ecco che il focus della scrittura si sposta da lui - l’aguzzino - a lei.
Lo stile di scrittura di Neige Sinno è affilato come un coltello, usa le parole come pietre e ti inchioda alla pagina; in questo l’autrice francese è dotata della stessa incisività di Annie Ernaux, della stessa lancinante urgenza di dire. Così come Ernaux tematizzava l’indicibile narrando l’aborto o la violenza sessuale subita nell’estate del 1958, Sinno decide di utilizzare la materia narrativa allo stesso modo, facendone una sostanza bruciante. Non si limita a raccontare l’abuso subito, il trauma vissuto da sé stessa bambina, ma trasforma la narrazione in una riflessione sul bene e sul male, sul lato oscuro che abita in ciascuno di noi e sulla possibilità o meno di una redenzione.
Gli abusi sono iniziati all’età di sei o nove anni, Sinno afferma di non ricordare con precisione, e si sono prolungati fino ai quattordici. Solo da adulta, dopo aver lasciato la famiglia ed essersi trasferita lontano dalla Francia, Neige Sinno ha trovato il coraggio di denunciare il suo aggressore. Se l’ha fatto, ricorda, è stato per proteggere il fratello e la sorella minori.
L’idea di raccontare ciò che ha subito da bambina è stata una conseguenza dell’elaborazione del trauma, ma il romanzo non ha la forma classica dell’autobiografia: a lungo, afferma la scrittrice, non ha voluto raccontarlo per timore di restare legata al tema dell’incesto e il fatto di non parlare direttamente di sé è una forma di tutela. Triste tigre ha una forma ibrida, in parte saggio, in parte narrativa, questa ibridazione - racconta Sinno - le ha concesso di celarsi, di proteggersi, di non dire tutto della propria vita. Il romanzo è stato rifiutato da numerosi editori prima di essere pubblicato. Dopo la pubblicazione, tuttavia, il successo ha superato di gran lunga le aspettative della stessa autrice.
Il destino di questo libro è andato ben oltre quello che avevo immaginato.
Così aveva dichiarato Neige Sinno alcuni giorni fa durante un’intervista per il giornale francese “La Presse”. Sempre in quell’intervista aveva aggiunto che non si sarebbe mai sentita “vittoriosa”, proprio a causa di ciò che aveva subito. Nessun riscatto dunque, nessuna rassicurazione, il Premio Strega Europeo 2024 non deve essere visto un risarcimento morale alla sua autrice, ma l’onorificenza riservata a una grande opera letteraria che ha saputo esplorare i limiti estremi del narrare dando corpo e sostanza all’indicibile.
Recensione del libro
Triste tigre
di Neige Sinno
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi è Neige Sinno, la vincitrice del Premio Strega Europeo 2024
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