Nel labirinto
- Autore: Sigge Eklund
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2017
Abbandonati i riferimenti autobiografici dei precedenti libri, nel suo ultimo romanzo, “Nel labirinto” (Marsilio, 2017), lo scrittore, produttore televisivo e giornalista svedese Sigge Eklund sembrerebbe essersi ispirato, almeno per quanto riguarda alcuni dettagli, al dramma della piccola Madeleine McCann che, come molti certamente ricorderanno, scomparve nel 2007 dalla propria camera, durante una vacanza in Portogallo, mentre i genitori cenavano in un ristorante non molto lontano.
La trama, proprio come indicato dal titolo, si presenta come un intricato e fuorviante percorso verso la verità, ovvero il colpevole della scomparsa di Magda Horn, una ragazzina piuttosto problematica, figlia di una coppia di successo: Åsa, apprezzata psicologa, e Martin, figlio di uno stimato editore e, a sua volta, affermato editor.
Come ricostruito dagli investigatori, il giorno del tragico evento, Martin aveva lasciato l’ufficio del padre intorno alle tre con la figlia che non era andata a scuola. Avevano raggiunto la loro abitazione solo due ore dopo, senza aver mai spiegato che cosa fosse successo in quel lasso di tempo. L’uomo aveva raccontato di aver guardato la televisione insieme, per qualche ora, e di aver messo a letto Magda verso le otto.
Un po’ più tardi, Martin era uscito, senza chiudere la porta a chiave, per andare al ristorante a meno di cento metri di distanza. Lì, lo aveva raggiunto direttamente la moglie. Dopo tre quarti d’ora, l’uomo era tornato a controllare e aveva trovato la figlia che sembrava dormire. Mezz’ora dopo era stata Åsa a voler dare un’occhiata, ma si era precipitata subito dopo al ristorante gridando:
“È sparita!”
Mentre la madre viene subito esclusa dalle indagini, grazie a un alibi per l’intera giornata, Martin sembra avere qualcosa da nascondere e risulta essere il primo e unico sospettato, tanto che la polizia non segue le segnalazioni o altre piste perché è convinta della sua colpevolezza.
In quello che assume sempre più i contorni di un dramma familiare, si inserisce un’altra coppia in crisi, Tom e Katya. L’informatico di grandi ambizioni, arrivato dalla campagna dove aveva vissuto in una comunità religiosa, ideatore del sito “answer.se” ed ora collaboratore di Martin; e la poetessa-dj, cresciuta in una famiglia di intellettuali, una vera e propria “personalità”, che per un certo tempo aveva saputo incuriosire la gente: dopo il periodo in cui era stata molto richiesta, aveva ripreso a scrivere e, nello stesso tempo, aveva ottenuto un incarico come infermiera, proprio nella scuola di Magda.
I legami fra queste quattro persone – come si scoprirà – sono molteplici, alcuni subito evidenti, altri sottili ed pressoché invisibili, come i fili di una ragnatela.
E la vera protagonista di questo dramma, Magda, che per il suo carattere introverso e timoroso è fonte di preoccupazioni, litigi e incomprensioni, è rappresentata da un “vuoto”: è la tipica bambina invisibile.
Allo stesso modo, quasi del tutto insistente è la parte propriamente investigativa, che in romanzi di questo genere ha un ruolo determinante nello svolgimento della trama: il mistero, e la tensione psicologica che lo caratterizza, si risolverà invece attraverso il racconto di ciascuno dei personaggi.
Tutti però appaiono egocentrici, oltre che inaffidabili, limitati nella loro visione e versione dei fatti, presi come sono a riflettere su se stessi e sul proprio ruolo. Convinti di agire per il meglio, non si rendono conto di aver, essi stessi, in un modo o nell’altro, pronunciato il verdetto di condanna di Magda.
La vicenda si svolge nel contesto di una classe media culturalmente vivace, caratterizzata da disponibilità economica e potere, ma anche da una forte insoddisfazione e da una certa insicurezza, che portano a ripetuti tradimenti.
I protagonisti, affascinanti e di successo, ammirati nel lavoro, sono segnati da rapporti familiari conflittuali o da esperienze infantili e giovanili particolarmente traumatiche, come la morte, avvenuta in circostanze poco chiare, del fratello di Martin.
Mossi dal desiderio di raggiungere una posizione che assicuri loro un certo status, i due uomini hanno un’alta considerazione della famiglia – reale per l’uno, solo immaginaria per l’altro – ma entrambi sono coscienti della propria inadeguatezza come come genitori:
“Martin era un padre presente solo quando ne aveva voglia, un pupazzo a molla che una volta al mese saltava fuori dalla sua scatola con un DVD del ‘National Geographic’. Il suo impegno con Magda era imprevedibile, informe.”
Nella tragedia che ha messo in luce tutte le contraddizioni del suo matrimonio, Åsa è la sola che reagisce al dolore della perdita con l’azione. Tenta e ritenta di mettersi nei panni di un eventuale rapitore, rilascia interviste, perché l’oblio non riduca le speranze di ritrovare la figlia, elabora teorie... E, soprattutto, da psicologa, si domanda quale madre è stata, cercando di convincersi che è assurdo dubitare di aver fatto la cosa giusta solo perché dopo è successa una disgrazia:
“Annaspa tra i ricordi, ripetendosi che Martin non conosceva nemmeno i fondamenti della psicologia. Ovvio che le sue teorie su Magda lo spaventassero”.
Teorie secondo cui, di fronte a un disturbo psichico, occorre trovare le cause del malessere, senza ricorrere alla scorciatoia dei farmaci: una netta presa di posizione che aveva da sempre messo in atto sui suoi pazienti, fin dal suo primo incarico in una scuola e, soprattutto, nel rapporto con la figlia.
Nel susseguirsi dei capitoli, senza rispettare un vero e proprio ordine cronologico, a turno i personaggi si raccontano e raccontano il ruolo più o meno attivo e consapevole che hanno avuto nella scomparsa di Magda, avvenuta il 3 maggio 2010, tornando e ritornando più volte allo stesso punto, proprio come in un labirinto:
“Åsa, dicembre 2010 – gennaio 2011;
Tom, maggio 2010;
Martin dicembre 2009 – febbraio 2010;
Katja, febbraio 2010.
E poi di nuovo:
Åsa, gennaio – febbraio 2011;
Tom, maggio 2010 – febbraio 2011;
Martin febbraio – maggio 2010;
Katja, febbraio – maggio 2010;
infine, Tom, Marzo 2011”.
Se è vero che “i libri si parlano a vicenda”, il finale, che forse ci era stato in qualche modo anticipato senza che ne prendessimo del tutto coscienza ed era lì, nel titolo, può ricordare il meccanismo narrativo che caratterizza i racconti per adulti di Roald Dahl, forse più conosciuto per i suoi testi per bambini e ragazzi: sorprendente e spiazzante giunge anche qui il ribaltamento e l’imprevisto – si potrebbe dire la beffa – che lascia il lettore interdetto.
Nel labirinto
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