Nel silenzio della notte
- Autore: Diego Collaveri
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mursia
- Anno di pubblicazione: 2021
Nuova avventura partorita dalla penna di Diego Collaveri, autore che oramai seguo da anni, ed ennesima divagazione, dopo il precedente Fango (La Corte Editore) dal suo noto personaggio seriale: il commissario Botteghi (cinque volumi con Fratelli Frilli Editori).
Esistono due tipi di scrittori: quelli che trovata la giusta formula ne fanno una loro eterna firma di fabbrica e quelli in continuo divenire e sviluppo, in costante ricerca di nuove voci e forme d’espressione. Se inizialmente avevo inquadrato Collaveri nella prima categoria, con le ultime due uscite mi sono senza dubbio ricreduta. Nel silenzio della notte, edito da Mursia (2021), è l’ennesima conferma di un autore che non ama cullarsi nella sua comfort zone, ma adora mettersi alla prova con storie di spessore, degne di essere raccontate al suo pubblico.
Quella narrata in questo nuovo libro è molto attuale, di una cronaca a tratti giornalistica. Il tema sono le donne invisibili, persone che vivono ai margini di società e attenzioni, donne che per mille ragioni perdono la propria voce e divengono come fantasmi. Le tre protagoniste sono proprio questo: fantasmi. Può sembrare difficile ai nostri tempi, invece nella nostra quotidianità sono una forte realtà.
Un tema molto importante trattato con delicatezza dall’autore, che non intinge mai la storia nel suo personale giudizio, ma orchestra i personaggi lasciando che siano i loro caratteri e le loro vicissitudini a fornirci spunti di riflessione, nello scontrarsi con la società intorno.
Ne esce un tratteggio molto intimista delle tre protagoniste, così apparentemente diverse tra loro all’inizio, che si troveranno invece accomunate da sentimenti, emozioni e paure, pian piano che la storia si dipana, in un modo talmente naturale da non rendersi conto di essere portati per mano dall’autore.
L’argomento di cronaca su cui Collaveri ha costruito la sua indagine (perché di giallo sempre si tratta, non scordiamocelo) è la vita delle badanti moldave in Italia; dal viaggio della speranza che queste intraprendono lasciandosi alle spalle le famiglie, alle condizioni orribili cui vengono sottoposte, fino a vere e proprie situazioni di schiavitù quando queste finiscono in mano alla malavita organizzata che le costringe a prostituirsi e a rubare, arrivando anche a ucciderle per alimentare il traffico di organi clandestino.
Un destino orribile e purtroppo troppo probabile per chi, entrato illegalmente nel paese e non registrato in alcun modo, è come se non esistesse, motivo per cui sbarazzarsene diviene facile e sicuro.
Qui un importante punto di riflessione fornito dall’autore: quante persone (donne in questo caso specifico) spariscono oggi in Italia di cui non si conosce nemmeno l’esistenza? Una delle tre protagoniste, Mihaela, ragazza moldava arrivata da pochissimo nel nostro paese, con un figlio piccolo lasciato in patria e un passato oscuro che l’ha segnata, è il personaggio che meglio incarna questa domanda.
Collaveri però non si limita all’aspetto sociale di cronaca, ma ci mostra anche altre situazioni più quotidiane che rappresentano il senso di quella invisibilità che è il perno del libro. Ecco quindi mettere sulla scacchiera Claudia Draghi, fresca di promozione a ispettore e trasferita a Livorno dopo un brutto trascorso con i precedenti colleghi, che speranzosa di cominciare una nuova vita si troverà invece a scontrarsi da subito con i modi di fare di un superiore sessista che non vede di buon occhio una donna con i gradi. Draghi trascina con sé anche un pesante fardello personale, che l’ha portata a divenire invisibile persino agli occhi dei suoi genitori.
Un personaggio alquanto misterioso che, nonostante ci venga mostrato sin dalle prima battute, dissemina nell’arco di tutta la storia pezzi di sé che come un puzzle andranno a completarne l’essenza.
Personalmente è il personaggio che ho trovato più affascinante, complesso da tradurre negli atteggiamenti e nei modi di pensare, capace di forte empatia e l’attimo dopo di un distacco magistrale, ma forse è una sensazione dettata dal fatto che ha molto da perdere da questa indagine.
A queste due, Collaveri affianca con originalità l’ultima protagonista: un’anziana burbera e brontolona, tipica livornese, confinata per problemi di salute nel suo appartamento. Ed ecco un ultimo aspetto dell’invisibilità: la vecchiaia, l’abbandono. Dina è un personaggio iconico, mai crepuscolare, in continuo bilico tra la malinconia dell’aver vissuto tanto, una mente acuta mai sfruttata come avrebbe voluto e uno spirito frizzante indomabile. Come si intrecciano le vite di questi tre soggetti in un’indagine investigativa? Draghi, appena trasferita a Livorno, dopo un inizio ostile stringerà amicizia con la nuova vicina: Dina. L’anziana, momentaneamente non autosufficiente, si avvale dell’aiuto di una badante inviata da un’agenzia del quartiere: Mihaela.
L’improvvisa sparizione della moldava però, turbata per aver assistito a cose spiacevoli, innesta la curiosità di Dina (da sempre fanatica di polizieschi e Chi l’ha visto?) che coinvolge Draghi nella sua ricerca, arrivando a “inciampare” nell’organizzazione criminale che si cela dietro l’agenzia per badanti dove lavora la ragazza.
Un intreccio davvero originale, che dà la possibilità all’autore di poter tingere di diversi colori sia i personaggi, sia le loro storie personali. Lo sfondo è nuovamente la Livorno dove Collaveri ambienta tutti i suoi romanzi, anche se questa volta ne enfatizza di più l’aspetto popolare, attraverso la vita di un quartiere storico che diviene microuniverso attivo e non semplice sfondo della trama, lasciandoci respirare l’aria labronica delle strade meno conosciute alternate agli scorci turistici più noti.
La città è a tutti gli effetti la quarta protagonista invisibile del libro, perché c’è in ogni pagina, la si percepisce viva assieme ai personaggi, nei loro modi di dire e nei loro caratteri, senza mai diventare però invadente: aleggia nella storia pur restando sempre un passo dietro alla vicenda narrata.
Davvero una prova notevole per Collaveri, che si dimostra forte trascinatore sia in prima persona, come nei suoi precedenti, che in terza (altra novità del romanzo), arrivando a toccare corde universali con una semplicità spesso disarmante che racconti attraverso occhi maschili o femminili. Nel silenzio della notte è un libro che mi ha tenuta incollata fino all’ultima pagina per quanto avvincente, con un cambio di ritmo a metà romanzo al cardiopalma, per arrivare poi a un finale inaspettato, dove l’autore mostra davvero tutta la sua abilità navigata nel gioco con il lettore, sorprendendolo e spiazzandolo. La copertina è molto d’impatto e mi ha ricordato le vecchie serie di gialli che vedevo comprare a mia mamma in edicola, un omaggio a un genere popolare divenuto oggi vera e propria letteratura, specie in Italia. Assolutamente consigliato per amanti e non.
Nel silenzio della notte: Tre donne invisibili in cerca di redenzione. Una Livorno sporcata di sangue innocente (Giungla Gialla)
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