Nelle case della gente
- Autore: Mirko Tondi
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2015
Un prologo. Una prima parte. Lo studio di un romanzo di Roth. Una parte seconda. Lo studio di un romanzo di Conrad. Una parte terza e una quarta. Brevi approfondimenti su una letteratura che ha come tema centrale quello del padre. Poi la parte quinta e, a seguire, l’analisi di un romanzo di Paul Auster. Accompagnerà, a chiusura, una postfazione. Prologo e postfazione sono creature dell’autore, parti integranti della sostanza narrativa di cui si compone il romanzo dello scrittore Mirko Tondi, intitolato “Nelle case delle gente”, edito da PS Edizioni di Firenze.
Si inizia con la descrizione di due mani, quelle del protagonista, che, pur vivendo nel silenzio nominale della sua identità, sono funzionali alla ricerca di un’iniziazione interiore: il protagonista deve confrontarsi con la sensorialità tattile, propria del Sé bambino, e con l’abitudine fisica degli oggetti di memoria che la casa contiene.
È così che il romanzo ci trattiene, per trascinarci in una riflessione di specchi dove la voce narrante si scopre contenuto del vissuto dell’uomo la cui l’ansia di controllo costringe a vivere nella sola zona possibile, quella del già accaduto e dei suoi cimeli che divengono analisi di rielaborazione continua e costante della propria natura mutila, ricerca nell’impossibilità di costruire un padre interiore positivo e creante, materiale vitale in cui l’analisi ambientale e letteraria porta, coscienza della demolizione di ogni ruolo, morte inferta alle consuetudini migliori per l’incapacità di essere, individuo bloccato alla crescita dal confronto con un genitore imprevedibile che, incapace di offrigli certezze, ha impastoiato lo sviluppo della sua affettività, fermatasi in un limbo dove si muovono solo amore e odio, vissuti al medesimo tempo.
Viaggio di confronto col padre reale dove vediamo il mondo del protagonista subire le conseguenze del gioco di quest’ultimo, del suo modo di usare il denaro, del rapporto col lavoro per procurarselo, come fosse la puntata a una roulette grande come la vita, per procedere poi, in modo parallelo, a momenti che si svelano ricostruttivi attraverso la meticolosa ossessione di paragone e analisi con alcuni autori del campo artistico e letterario, e la cosa contribuisce a fare dell’opera un romanzo di formazione.
In questi momenti si incontrano le tappe energetiche della personale rinascita del proprio Sé padre; tali scrittori, come sarebbe l’intenzione del protagonista diventare, sono eletti al ruolo di padri putativi su cui dare la scalata alle vetta della propria visione, della propria ambizione, a loro volta figli, occhio che riconosce per essere, da quell’indifferenziato dove l’adolescenza paterna lo ha lasciato.
Età di latenza fragile e stupita del bene e del male che accade, quella dell’uomo, dalla sentimentalità non ancora maturata in intensità e tempo, si arrende quindi alla vita, dal passato al presente, che, nonostante tutto, ancora tesse le sue trame e dischiude possibilità inedite per il futuro, anche se affiora un unico imprescindibile: la necessità di confrontarsi coi traumi lancinanti che la società e la famiglia ci hanno imposto e ci impongono, certi che amare, nonostante tutto, resta l’unica via verso un possibile battesimo dell’identità.
Nelle case della gente
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