Nelle terre estreme di Jon Krakauer

“Da due anni cammina per il mondo. Niente telefono, niente piscina, niente animali, niente sigarette. Il massimo della libertà. Un estremista. Un viaggiatore esteta la cui dimora è la strada. Scappato da Atlanta. Mai dovrà fare ritorno perché the west is the best. E adesso, dopo due anni a zonzo, arriva la grande avventura finale. L’apice della battaglia per uccidere l’essere falso dentro di sé e concludere vittoriosamente il pellegrinaggio spirituale. Dieci giorni e dieci notti di treni merci e autostop lo hanno portato fino al grande bianco del Nord. Per non essere mai più avvelenato dalla civiltà, egli fugge, e solo cammina per smarrirsi nelle terre estreme.”

La storia di Chris McCandless è una di quelle che lascia il segno, che divide le opinioni della gente, che fa arrabbiare, che fa commuovere o solo scuotere la testa. È la storia di un ragazzo poco più che ventenne che un giorno decide di abbandonare tutti i suoi averi e un futuro brillante da avvocato per mettersi sulla strada, che decide di abbandonare la civiltà per immergersi nella natura. Il suo peregrinare per le strade infinite d’America dura due anni, durante i quali conosce persone, instaura legami e accumula esperienze, anni che lo convincono a dirigersi verso l’Alaska, dalla quale non farà mai più ritorno. McCandless è un ragazzo carismatico, affidabile, idealista, sulle cui spalle sembra gravare tutto il peso del mondo, tutta la sua cattiveria. Un ragazzo che si lascia guidare dagli scritti dei suoi eroi letterari, da London a Tolstoj passando per Thoreau. Un ventiquattrenne che, scarsamente equipaggiato e senza un’adeguata preparazione, si mette in testa di sopravvivere tre mesi in Alaska con soli cinque chili di riso. La sua giovinezza è la nostra giovinezza, così come la sua incoscienza è anche la nostra. Quello che ci differenzia dal protagonista di questa storia tanto intensa è il senso del limite. I limiti che ci siamo posti o che qualcuno ha posto per noi, sono la fortuna di chi sopravvive ai colpi di testa della giovinezza.

Jon Krakauer, narratore capace e appassionato, ci racconta la personalità di Chris McCandless attraverso le voci di chi l’ha conosciuto, di chi ci ha condiviso qualcosa, con ammirazione e commozione. Quello che rimane, però, è la sua morte per stenti: non è sopravvissuto alla fame, non ha avuto la possibilità reale di cambiare le cose che non gli piacevano o almeno tentare di farlo. Che libertà è mai questa?