Nerone. Il fuoco di Roma di Andrea Biscaro

"Nerone. Il fuoco di Roma" di Andrea Biscaro (Castelvecchi, 2011) è un romanzo storico che, nel raccontare le vicende del potente imperatore romano, lascia trasparire, oltre a un’apprezzabile ricerca di natura storico-linguistica anche un’evidente indagine psicologica sul personaggio e sugli altri protagonisti, in una cornice horror/gialla tipica dell’autore, che permea tutta la narrazione e che ne crea l’avvincente e stimolante atmosfera.

A risaltare, nell’intreccio di passioni sessuali e sentimentali, intrighi di potere, rabbiosi piani di vendetta, è soprattutto la natura umana nella propria estrema complessità e profondità. Il libro presenta un’originale chiave di lettura della personalità eccentrica e discussa di Nerone, costretto fin da giovane a scelte amorose e di vita a lui poco conformi e legato alla madre da un sentimento morboso e malsano, tale da renderne impossibile, come si vedrà, la maturazione fisica, psicologica, umana. La figura del gemello assume qui un importante ruolo metaforico, a testimonianza di una doppiezza di personalità che svela il lato perlopiù inedito di insoddisfazione, frustrazione e paura dell’imperatore romano.

L’intreccio si snoda dunque in modo efficace, attraverso battute secche, rapide e concitate (a metà tra i resoconti dell’antichità e l’odierna sceneggiatura), in modo da mettere in rilievo il misto di animalità (di cui è emblematica la figura della pantera) e ambizione che muove le umane vicende, in un’ottica storica ma anche estremamente attuale, da cui quasi nessuno sembra salvarsi. Il fuoco non sembra dunque assumere una valenza catartica, ma pare anzi inghiottire tutto e tutti nel suo terribile e temibile vortice, creando un senso diffuso di sconfitta e annientamento in cui nessuno è vincitore, portandosi inoltre con sé una parte importante della nostra storia e del nostro passato e insieme raccontandoci, con grande attualità e lucidità, le miserie e le umane contraddizioni.