Neve
- Autore: Maxence Fermine
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Bompiani
Haiku suona sempre come una parola misteriosa. L’haiku, però, è qualcosa di molto semplice: è un minuscolo componimento poetico della tradizione giapponese, che deve misurare solo diciassette sillabe. Sembra impossibile condensare un’emozione in una così piccola poesia, eppure si può: ci vuole tecnica, dono della sintesi e soprattutto cuore nel cogliere le piccole cose, che nell’haiku diventano grandi. L’haiku è al centro di un romanzo molto breve, "Neve" di Maxence Fermine, edito in Italia da Bompiani che ha dato a questo libro la forma del tascabile. Si tratta di una lunga e sofferta storia d’amore tra un poeta e una funambola, che trova la morte nelle freddi nevi dei monti dell’Asia. Ma al di là di una trama che sembra l’escamotage per descrivere la bellezza delle parole, "Neve" è una carrellata di immagini poetiche, sempre nella forma dell’haiku che ricorre per l’intera struttura del romanzo, che culmina con l’inatteso, finale haiku: "E si amarono l’un l’altro sospesi a un filo di neve". Non vi diremo chi sono i protagonisti di questi versi, anche per non rovinarvi la sorpresa spoilerandovela, ma vi racconteremo invece chi è per tutte le pagine di questo strano romanzo la presenza più interessante: la neve. C’è chi dice che la neve abbia un odore, c’è chi ama berla con un goccio di marsala in un bicchierino, ma tutti sembrano essere concordi nell’affermare che il colore della neve è il bianco. Questo ci capita perché non sappiamo vedere oltre l’essenza delle cose, dice la filosofia del libro, perché non sappiamo guardare oltre il nostro naso. "Neve" si legge in un paio d’ore al massimo, ma di solito viene voglia di rileggerlo subito, non perché ci siano punti oscuri nella scrittura che invece è ben fluente, ma perché alla fine del romanzo ci sentiamo talmente ammantati di pura bellezza che ne vogliamo ancora. Consigliato come lettura da comodino, anche dopo che l’avrete finito: è rassicurante, prima di addormentarsi, scoprire che esiste ancora tanta bellezza nel mondo.
Recensione di Angela Leucci
Il breve romanzo, ambientato in Giappone, racconta la storia di Yuko, diciassettenne ribelle, che lascia la famiglia per diventare poeta. Gli haiku di Yuko hanno come unico argomento la neve, il suo biancore accecante, la sua nitida purezza. Le sue doti artistiche però non bastano per poter accedere alla corte imperiale: i suoi versi devono colorarsi di altre sfumature, la sua vita deve aprirsi all’esperienza, lo sguardo al mondo. E paradossalmente sarà un pittore cieco, Soseki, ad “aprirgli gli occhi”.
Proprio la neve e lo sguardo, anche nella sua negazione (intesa come cecità), sono due tra i temi portanti di questo romanzo breve o racconto lungo, come dir si voglia, di Maxence Fermine, così come la contrapposizione luce/buio. La luce della neve decantata da Yuko non illumina, non si irradia verso l’esterno, ma riverbera sé stessa racchiusa in uno spazio limitato come l’orizzonte del poeta. Sono invece occhi che non vedono i depositari della vera luce, quella interiore, piena, multiforme, che è tale solo quando nasce dall’amore. E’ un contrasto che contiene già al suo interno la soluzione e in cui i due termini di opposizione, come spesso accade, si riveleranno complementari. Il poeta della neve infatti dovrà affrontare un viaggio lungo e difficile, sia reale che metaforico, per poter attingere alla saggezza di Soseki, ma avrà anche lui qualcosa da dargli in cambio: lo aiuterà a chiudere le ferite di un passato doloroso.
In mezzo a questi due mondi destinati a incontrarsi e a colmarsi, corre un filo teso su cui sono sospesi una bellissima e misteriosa donna-funambolo, la poesia e l’amore.
Sullo sfondo di un Giappone leggendario e senza tempo, Fermine racconta le tappe di un’educazione artistica e sentimentale con una scrittura essenziale ed evocativa come è quella degli haiku. E’ un libro raro, evanescente, delicato come un cristallo di neve che si scioglie non appena tocca terra, eppure lascia una traccia indelebile in chi lo legge.
- Editore: Bompiani (collana AsSaggi)
- Illustrazioni di Georges Lemoine
La trilogia dei colori
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