Niente è come te
- Autore: Sara Rattaro
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2014
Nasce da una storia vera, tristemente simile ad altre il nuovo romanzo di Sara Rattaro “Niente è come te” (Garzanti, 2014).
L’autrice stessa afferma di essere entrata nella vita degli altri con timore e con la paura di sbagliare; lo fa, invece, con delicatezza e, al contempo, con il coraggio di render più nota una triste situazione di famiglie d’oggi, nelle quali qualcosa tra padre e madre si spezza e i figli vengono sottratti a un genitore dal partner, che spesso li porta in terra straniera.
Questa è la storia che ha come protagonisti Francesco e Margherita, padre e figlia, ognuno dei quali racconta i propri sentimenti, i propri vissuti, nei capitoli che, in modo alternato, portano tutti il loro nome.
“Ci sono sempre quelli che sanno come fare, quelli che l’amore te lo descrivono nei minimi dettagli, gli sputasentenze e i campioni di moralità, i ladri di emozioni e chi sa come si violenta un sentimento. Ci sono le persone che sanno darti tutto o almeno così ti fanno credere finché un giorno quel tutto se lo portano via e tu ti accorgi che ti hanno sottratto molto di più: il tuo inviolabile diritto di essere padre. Poi però ci siamo noi che di tempo insieme ne abbiamo passato poco, che i ricordi li possiamo solo immaginare e l’idea di rivederci ci spaventa a morte. Ma siamo tu e io, Margherita e Francesco, a respirare gli stessi dubbi.”
Ecco come ha inizio il romanzo nella parte narrata da un padre che si precipita a Viborg, in Danimarca, a riprendere la figlia Margherita che più di dieci anni prima la moglie Angelika gli aveva bruscamente portato via.
A restituirgli la figlia è un destino crudele poiché l’ex - moglie perisce in un incidente stradale e Margherita rimane sola in Danimarca, senza alcun parente o familiare; è naturale quindi che la legge la restituisca al padre. Questi, nonostante i rarissimi incontri con la sua bambina, mai avrebbe voluto ricongiungersi a lei in maniera tanto drammatica.
Margherita è tutto ciò per cui Francesco è vissuto in quegli anni ma ora ritrovarla è anche strapparla a un mondo a lei familiare e, quindi, acuire il dolore per la perdita della mamma. All’atto della partenza per l’Italia, la separazione più dolorosa è quella tra la ragazza, ormai quindicenne, e Ingrid che di lei si era presa cura in tutti quegli anni. In pochi giorni Margherita perde, quindi, la madre biologica e la seconda mamma, quella che l’accompagnava ovunque, quella che sapeva guardare nei cuori e che alla piccola aveva suggerito le uniche tenere parole nei confronti del papà lontano.
Nei mesi successivi i due protagonisti si ritrovano, in Italia, a fare i conti con una nuova realtà ma, soprattutto, con i propri sentimenti, i ricordi, le malinconie, l’insopportabile mescolarsi di gioie e dolori.
"La gioia è un’emozione che deriva dall’appagamento dei nostri bisogni. Il suo opposto si chiama dolore, quello stato d’animo che mai vorremmo provare. Ma la gioia e il dolore sono incredibilmente attratti l’uno dall’altro. E’ l’attrazione delle cose opposte, incredibili, irreali."
Francesco ha una grande fortuna: avere accanto Enrica, la sua compagna di vita, che, pur immersa in studi ed esperimenti scientifici, è dotata di rara sensibilità e lo guida nei meandri di quel labirinto in cui l’uomo potrebbe perdersi, rischiando, soprattutto, di non ricongiungersi più alla figlia che lo considera quasi un estraneo poiché di lui ricorda ben poco.
Margherita, dopo un primo momento di ribellione, accetta la nuova vita ma non ci vuole molto a capire che è a disagio e per nulla felice. Anche i suoi occhi, incredibilmente azzurri come quelli della madre, mai s’illuminano per una gioia seppur breve. Solo Enrica, con il suo intuito femminile, quasi materno, sa escogitare piccoli stratagemmi per smorzare quell’atmosfera. Ci vorranno lunghi mesi e il primo innamoramento da parte di Margherita perché qualcosa cambi.
Lei comincia ad aprirsi ma, quando lo fa, il lettore vede in lei una ragazzina indifesa che per non soffrire per chi ama, già anni prima, aveva escogitato tristi stratagemmi: procurarsi il vomito oppure piccole azioni di autolesionismo erano dolore ma attenuavano quello del cuore.
Unica sua consolazione era ed è la musica: suonare il violino le piace, non la fa sentire straniera in alcun luogo, la rende felice perché, pur attraverso mille e mille prove, Margherita sente di aver creato qualcosa di bello.
Accanto alla sofferenza della ragazzina s’affiancano quella del padre distrutto da ogni suo rifiuto d’avvicinamento e, infine, quella di Enrica che, pur non gelosa della nuova vita, vorrebbe un piccolo spazio anche per sé. Sarà necessario passare attraverso altro dolore, quasi toccare il fondo, per giungere al ricomporsi dei tanti tasselli di questa vicenda.
E’ questo un romanzo che prende spunto dalla realtà, le cui vicende Sara Rattaro, giovane scrittrice già affermata, sa raccontare in maniera toccante alternando la narrazione dei fatti con brevi brani scritti in corsivo, che sono i pensieri dei protagonisti, e chiudendo alcuni capitoli con stralci di testimonianze simili e veramente accadute ad altri genitori.
“Niente è come te” val la pena d’esser letto perché in esso ognuno può ritrovare parte di sé sia come padre che come figlio e perché l’amore, con le sue multiformi dinamiche e sfaccettature, è il sentimento che accomuna gli esseri umani.
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