Niente lacrime per Rosemary di Simona Capodanno e Marina Marazza

Tutti conoscono la famiglia Kennedy, da un polo all’altro del mondo Kennedy resterà sempre un nome evocativo, di traguardi importanti, di potere ma anche di scandali, scheletri nell’armadio e eventi tragici. Pochi però sono a conoscenza del fatto che tra i figli di Joseph e Rose Kennedy c’era Rosemary, una figura volutamente tenuta nell’ombra. Lentamente e tramite il minuzioso lavoro di Simona Capodanno e Marina Marazza, in Niente lacrime per Rosemary (Fabbri, 2021) viene a galla la figura di Rosemary Kennedy, della quale si è sempre cercato di far sapere poco.

Rosemary è la terzogenita di Joseph e Rose Kennedy, coloro che hanno dato vita al più noto e potente clan degli Stati Uniti d’America. Nove figli, tutti avrebbero dovuto rappresentare l’eccellenza, per ognuno di loro la prospettiva di traguardi importanti.
Rosemary non è mai stata come i suoi fratelli e le sue sorelle: a causa di un errore ostetrico, che ha costretto la bambina a restare nel canale del parto per due ore, causando un deficit di ossigeno, Rosemary, si farà notare per il suo ritardo mentale che le causerà problemi nell’apprendimento, nel linguaggio, nella coordinazione e nel suo approccio alla vita sociale.

Dopo diversi tentativi di istruirla al pari degli altri ma soprattutto di evitare che il resto del mondo sapesse di questa onta che è il ritardo mentale, rifiutato persino dalla chiesa cattolica (ricordiamo che i Kennedy hanno origini irlandesi), che rifiuta i sacramenti a chi è affetto da disabilità, Rosemary risulta sempre più incontenibile. Crescendo è diventata la più bella tra le ragazze Kennedy e il suo approccio disinibito verso il mondo maschile, dettato soprattutto dalla necessità di approvazione, risulta diventare scomodo e a rischio scandalo per il clan. Poco importa invece che suo padre Joe, nonostante i nove figli e la notorietà data dai suoi incarichi politici e imprenditoriali, spiattellasse senza pudore le sue storie extraconiugali. Quello non era scandalo, veniva giustificato e risultava socialmente accettabile.

Per scongiurare che il nome dei Kennedy venisse intaccato e precludesse le scintillanti strade che si stavano aprendo per i fratelli Kennedy soprattutto in ambito politico, Joe Senior decide di sottoporre la figlia a un intervento di lobotomia. Rosemary verrà messa volontariamente dal padre nelle mani di due ciarlatani i quali la danneggeranno in maniera permanente, rendendola incontinente, priva della parola e togliendole l’uso di parte degli arti. La donna verrà occultata ulteriormente e lasciata nelle mani di estranei il più possibile lontano da casa, la famiglia non visiterà mai la donna almeno fino alla morte del padre padrone Joe che risveglia le coscienze di John e Eunice. Si presume che in parte fosse vero che i fratelli e le sorelle di Rosemary non sapessero precisamente cosa le fosse accaduto, ma anche che sia stato più comodo obbedire a mamma e papà e accantonare il pensiero della sorella più sfortunata.

Di fatto però, la storia di Rosemary ha in qualche modo risvegliato le coscienze di parte della famiglia, facendo in modo che, per una volta, il loro potere venisse usato a favore di qualcuno che non fosse per forza del loro clan. John Kennedy, una volta eletto presidente, stanziò fondi a favore di iniziative che favorissero l’inclusione. Lo stesso fece Ted, nei panni di senatore del Massachusetts. Eunice invece, diede vita a iniziative quali campus e olimpiadi speciali e fu in grado di rompere un tabù a lungo condiviso e che penalizzò non solo Rosemary ma tante persone affette da disabilità.

Niente lacrime per Rosemary è un romanzo da consumare tutto a un fiato, che spinge ad andare oltre le pagine del libro per saperne ancora di più.
Questo è il romanzo ideale per chi ama gli approfondimenti storici soprattutto se legati a figure femminili alle quali sono stati negati diritti fondamentali sulla base di una società maschilista con mire di potere.