Non è mai notte quando muori
- Autore: Tullio Avoledo
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2022
Tullio Avoledo è uno dei pochi scrittori italiani di noir che riesce a mantenere ferma la nostra attenzione anche dopo cinquecento pagine, facendo sperare al lettore che il romanzo non finisca mai. Il motivo è uno stile alla Ian Fleming, quello di Casino Royale del 1953, dove compare per la prima volta James Bond, che l’autore riesce a fondere con una sua personale scrittura sulfurea e magmatica molto efficace, che avevamo apprezzato nel precedente Nero come la notte.
Torna quindi l’ex poliziotto Sergio Stokar, che era rimasto inattivo per due anni, confinato in un’isola dei Caraibi che da prigione era diventata, invece, rifugio contro la pandemia globale da Covid-19. Stokar è la quintessenza del politicamente scorretto, un uomo che vede le crepe di una democrazia come la nostra, che conosce il mondo e la sua orribile corsa verso il potere e la ricchezza; è sensibile al fascino femminile (il suo matrimonio con Carla finì proprio per i continui tradimenti), ma moralmente in fase di restyling: non beve più, fuma soltanto nei momenti di noia, è alla ricerca disperata di dare un senso alla violenza che sente dentro di lui, ma in generale presente in troppi uomini e donne. È, infine, maschilista per andare controcorrente e dunque anche omofobo per lo stesso motivo.
Viene a toglierlo dalla pigrizia isolana un avvocato inglese, Allenby, che gli fa una proposta suicida, frutto della mente perversa del suo nemico di sempre, il misterioso Alemanno Ferrari: cercare in un paese africano, dove regna una sanguinosa dittatura, il figlio dell’oligarca russo Oleg Suvarin, sparito misteriosamente, in cambio di molti soldi.
Stokar accetta anche se gli viene detto che passerà per la Russia per un fantomatico corso di addestramento e poi in Cina. In realtà, lo scrittore Avoledo ci prende per il naso per rendere la trama più accattivante e complicata. Tanto, per dire, il figlio del russo è finito in quel paese nordafricano a causa della sua tesi di laurea, che è sulla possibilità che nel paese musulmano ci sia una comunità omosessuale.
Per i lettori di Avoledo, queste scaramucce sono accettate con entusiasmo, perché si sta in compagnia di Stokar per più tempo, mentre chi decide di leggerlo partendo da questo libro potrebbe trovare qualche lungaggine di troppo, sempre che, nel frattempo, non sia stato preso dalle malie dello scrittore friulano.
Inizia questo viaggio pieno di imprevisti, dove facciamo la conoscenza di un uomo che può chiedere falsi documenti in poco tempo, un russo saggio che dà buoni consigli a Stokar, mentre la Russia è sempre più "americanizzata", essendo il comunismo sovietico totalmente collassato e odiato dalla popolazione, mentre il viaggio in Cina ci dà l’impressione, sempre seguendo la scrittura di Avoledo, che diventerà il paese più importante e influente del pianeta, tanto che imparare bene il cinese potrebbe essere la carta vincente dei curricula delle nuove generazioni.
Finalmente si arriva in questo paese sconosciuto, oscuro, dove ville hollywoodiane sono nascoste da villaggi fatti di casupole e di un assurdo silenzio, povertà estrema e ricchezza nascosta e un dittatore minaccioso. Nel frattempo noi ci siamo "affezionati" all’avvocato Allenby e alla bellissima cinese Mei Wei, che sembrano capaci di tutto, anche di tenere il piede in tre scarpe.
Nel paese africano, scopriamo, non solo non c’è una comunità omosessuale (quindi il giovane figlio di Oleg poteva stare a casa), ma chi pratica una perversione sessuale tale, in odio ai precetti dei musulmani, viene alzato da una gru per una morte orribile. Ovviamente, in realtà, gli omosessuali ci sono, ma devono per forza di cose nascondersi.
Non vi diremo se il giovane è stato rapito o peggio, perché si è sforati con la trama, ma era doveroso dare degli elementi necessari per una storia ricca di personaggi, di scali aerei e di morti ammazzati. Senza generalizzare, anche un hard boiled, un noir, anche se sono fiction, possono a volte portare al lettore uno squarcio di realtà attuale e palpitante. Ebbene nei libri in cui è presente la pandemia da Covid-19, al netto della trama inventata, c’è come una stanchezza, un senso di cupezza che prima si leggeva solo nei romanzi distopici e ambientati in un futuro lontano.
Ma la bravura e lo stile ruvido e diretto di Tullio Avoledo fanno sì che uno legga senza pensare a niente di attuale, perché cupo, lo scrittore a volte lo è stato anche prima, nei tanti romanzi precedenti.
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