Non sai quanto
- Autore: Jill Santopolo
- Genere: Romanzi d’amore
- Casa editrice: Nord
- Anno di pubblicazione: 2019
Jill Santopolo, affermata autrice di libri per bambini e ragazzi, ha esordito nella narrativa per adulti nel 2017 con Il giorno che aspettiamo, un vero e proprio caso editoriale: un bestseller tradotto in trentacinque lingue.
Dopo la struggente storia del legame fra due innamorati che attraversa decenni e continenti, il nuovo romanzo, Non sai quanto (Nord, 2019 traduzione di Elisa Banfi), è incentrato su un triangolo amoroso e sul difficile percorso di elaborazione del lutto.
Nina Gregory, dopo la morte della madre in un incidente stradale avvenuto il giorno di Natale di molti anni prima, è cresciuta con il padre che ha sempre cercato di proteggerla. Il loro è un rapporto esclusivo, basato su ferree regole di comportamento e standard rigorosi, dovuti anche al fatto che la famiglia Gregory possiede un’importante e lussuosa catena alberghiera a New York e si trova costantemente sotto i riflettori:
Ogni volta che il nome dei Gregory veniva associato a un successo, acquistava potere, consolidava il suo significato nella mente delle persone. Era una cosa che diceva sempre suo nonno e che suo padre ripeteva: «I nomi hanno un significato. Senza il tuo nome non sei nulla»
Nina è molto coinvolta dal lavoro che svolge come “speachwriter” per il candidato sindaco Rafael O’Connor-Ruiz, un avvocato specializzato in immigrazione che, fino all’autunno precedente, difendeva i newyorkesi che rischiavano la deportazione. Poi ha divorziato dalla moglie, si è preso un’aspettativa dal lavoro e a gennaio ha annunciato di volersi candidare a sindaco della città.
Nina, però, sa che si tratta di un’attività temporanea, che prima o poi sarà costretta a prendere il controllo della compagnia di famiglia.
La realtà è che il suo futuro sembra tracciato in modo chiaro davanti a lei: il suo ragazzo, Tim, è il figlio del migliore amico e socio in affari di suo padre, sa tutto di lei, sono cresciuti insieme e sono fatti l’uno per l’altra. Destinati a mettersi insieme fin dai tempi del liceo, un giorno si sposeranno e avranno dei figli.
Eppure, non può ignorare la passione che anima il suo lavoro in politica e, soprattutto, l’attrazione per Rafael.
Per tutta la vita ha avuto paura di deluderlo, di non poter soddisfare le sue aspettative e quando suo padre muore, Nina si rende conto che dovrà assumere importanti responsabilità senza essere pronta. È il dolore per la perdita di una persona così importante ad impedirle di agire, ma c’è qualcos altro:
… il rapporto con Tim si stava deteriorando. Non per colpa di Tim. Nell’ultima settimana bastava una parola, una frase innocua per farla precipitare in un vortice di singhiozzi o troncare del tutto una conversazione. Le sue emozioni sorprendevano entrambi.
Inoltre, cercando nel passato della sua famiglia, la giovane scopre che il padre non era l’uomo perfetto e integerrimo che pensava di conoscere e che il matrimonio con sua madre non era il rapporto da sogno che appariva all’esterno, descritto nelle riviste e sui giornali.
Nina inizia così a mettere tutto in discussione, a chiedersi se seguire le orme del padre sia la cosa giusta da fare, o se, invece, non sarebbe giusto per lei assecondare le sue passioni e i suoi sentimenti:
Lavorare in politica la faceva sentire parte attiva del cambiamento, cosa che lavorando nel settore alberghiero non sarebbe stata possibile. Da studentessa aveva partecipato come volontaria alla campagna di rielezione del sindaco di New Haven e si era innamorata del lavoro di speachwriter. […] Era una sfida, un gioco dalla posta altissima. Il sindaco aveva vinto. L’economia aziendale non le aveva mai dato quel genere di brivido.
Veder crollare il mito che aveva costruito intorno alla figura del padre e le difficoltà che incontra nell’elaborazione del lutto, provocano una serie di cambiamenti: nel suo rapporto con Tim – il tipico bravo ragazzo –, ciò che prima la rassicurava, diventa noiosa prevedibilità e l’avvicina sempre più a Rafael.
Shampoo Redken, sapone al burro di karité, schiuma da barba al legno di sandalo. Da quando aveva cominciato a radersi, Tim aveva sempre lo stesso profumo, un misto di quei tre odori. Per Nina questa abitudinarietà era uno dei suoi aspetti più rassicuranti. Poteva prevedere cos’avrebbe trovato nel suo frigo di giorno in giorno. Avrebbe potuto comprargli i vestiti…
Da una parte, si ritrova a dover affrontare il dolore della perdita, a dover assimilare i segreti che ha scoperto nella vita dei genitori – in particolare, del padre – e a gestire la fine di un rapporto; dall’altra, qualsiasi eventuale coinvolgimento con il candidato sindaco dovrebbe rimanere segreto per evitare scandali e, quindi, ripercussioni negative sull’andamento della campagna elettorale. Solo riuscendo a perdonare chi in passato ha commesso degli errori e riscoprendo il valore della sincerità, della libertà e dell’amicizia Nina potrà fare la scelta giusta e diventare una donna nuova.
In una trama a tratti convenzionale – il dilemma di Nina nel decidere tra due uomini, Tim che rappresenta il passato e Rafael che rappresenta la “possibilità” di un avvenire non ancora scritto – Jill Santopolo con Non sai quanto ha saputo dar vita a personaggi interessanti e ben delineati e a una serie di relazioni non prive delle loro complicazioni: l’amicizia, soprattutto fra donne, gli affetti familiari e, naturalmente, l’amore “romantico”.
Nonostante il mondo esplorato dall’autrice sia quello privilegiato dell’élite newyorkese, cui risulta facile ottenere qualsiasi cosa con il denaro e il potere – fortunatamente, anche “fare del bene” –, il lettore non mancherà di provare una certa empatia, dovuta sicuramente al fatto che, come spiega l’autrice nei ringraziamenti, ha scritto questo libro dopo la morte del padre in un incidente d’auto e in un periodo in cui molte persone a lei care stavano lottando contro il cancro.
L’amore tra padre e figlia può essere veramente forte e il dolore della figlia alla sua morte – per quanto possa essersi rivelato fragile e imperfetto – è un’esperienza intima e personale, ma, nello stesso tempo, universale: è proprio questo sentimento di condivisione a renderla, forse, un poco più sopportabile.
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