Non sono Dio
- Autore: Luca Cari
- Genere: Raccolte di racconti
- Anno di pubblicazione: 2014
Casco rosso avanti nel buio: pompieri in azione tra vita morte e giustizia
Un pugno nello stomaco, che però non provoca dolore, anzi, fa bene. Incidenti, tragedie e vite in pericolo gettate addosso ai lettori, ma la sensibilità del soccorritore e la sua partecipazione umana al dolore delle vittime scaldano il cuore. Non è un libro facile “Non sono Dio” (Stampa Alternativa, collana Eretica, 142 pagine 13 euro), ma è un libro vero, come è vero il suo autore, vigile del fuoco di mestiere, Luca Cari, responsabile comunicazione del Dipartimento d’Emergenza del Corpo.
“Cronache di pompieri e di fuoco nemico” anticipa il sottotitolo. Proprio così: fiamme ostili, avide di vite; crolli devastanti, che frantumano corpi umani, li sotterrano sotto una polvere bianca che invade i polmoni e toglie il respiro; vampe di esplosioni che consumano l’aria e sciolgono la pelle; quegli sguardi di tutte le persone soccorse ma non sopravvissute, che il protagonista, caposquadra cocciuto e temerario di una immaginaria 9C, crede tornino ad accusarlo di non averle salvate.
Gli occhi dei morti mi guardano come un incubo.
Quei volti Lelio se li porta dentro e lo spingono a lottare con ancora più ostinazione contro il destino, contro la morte, contro le scelte di qualcuno là sopra: questo viva, questi no, brucino vivi, siano sciolti dal fuoco, asfissiati, schiacciati dalle macerie, anche se bambini, anche se innocenti.
Il dolore strappa a morsi pezzi d’anima: la prima emergenza raccontata da Lelio è esemplare, in avvio di questo romanzo, una fiction che prende spunto da noti episodi reali di cronaca nazionale, riconoscibili in filigrana seguendo l’azione della squadra.
Suona la campana. Giù dalla pertica. Via sull’autopompa. Un intervento per un incidente stradale si trasforma come sempre in un film dell’orrore. Aiutatemi, non farmi morire. La ragazza è incastrata nella sua utilitaria. Sangue dalla bocca, dalle orecchie, dappertutto. Lelio, non lasciarmi morire, tirami, fuori, aiuta mio figlio. È incinta. Resisti Silvia. Le vittime chiamano per nome i vigili del fuoco (spesso facendogli male, aggiunge Luca). Anche i “pompieri” danno del tu alle persone che soccorrono, si rivolgono loro come ad esseri umani, degni di rispetto e non oggetti, non l’ennesima pratica da sbrigare, non un numero di letto o una malattia, come in molti ospedali.
Lelio tira un gran pugno in faccia, col guanto di servizio, al bastardo assassino coi jeans attillati, i muscoli palestrati e una gran quantità di alcol nel sangue, che non ha rispettato uno STOP di notte e ha travolto l’auto della ragazza. È come se dietro quel “cazzotto” liberatorio ci fossero tutti i lettori. Un sabato sbagliato come un altro, ma questa volta quel fighetto in fuoristrada non lo metterà in archivio facilmente, dovrà passare dal chirurgo estetico, un setto nasale non si può ricomprare dal concessionario come un SUV. Vai, pompie’, il naso si è rotto nell’incidente dice il poliziotto, dopo aver faticato a calmare il vigile coi colleghi.
Interventi romanzati, ma sentimenti veri e comunque episodi autentici evocati nelle azioni.
Il crollo della Chiesa dopo un sisma è chiaramente quello della Basilica superiore di Assisi, il 26 settembre del 1997, alle 11.42. Il recupero di Maria, la bambina salvata nel pozzo, dove Lelio trova i resti di un piccolo ucciso da un pedofilo, cita la vicenda dei poveri Ciccio e Tore nel palazzo abbandonato di Gravina di Puglia. Il disastro dell’autobotte di gas in via Montieri – pagine davvero straordinarie – è la tragica notte di Viareggio, l’inferno dopo l’esplosione del carro-cisterna in stazione, il 29 giugno 2009.
Lelio è colpito dal burnout, la sindrome psicofisica da contatto con la sofferenza umana che affligge chi esercita professioni di aiuto. È un soccorritore ostinato, uno che rischia, che non si arrende indotto sulla psiche, con un forte e personale senso di giustizia, come si legge nella vicenda del violentatore, che alterna i dieci racconti... pagine liberatorie, anche queste.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Non sono Dio
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