Notti in bianco, baci a colazione
- Autore: Matteo Bussola
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2016
Matteo Bussola, ora disegnatore di fumetti, prima architetto in una amministrazione pubblica in una città del Veneto, al suo esordio letterario ci regala un diario sulla sua nuova esistenza di padre di tre bambine, Virginia, Ginevra, Melania, di compagno di Paola, anche lei sceneggiatrice di fumetti, delle loro esistenze quotidiane: pochi soldi, mutuo da pagare, cani da accudire, cibi da preparare, spesa al discount in cerca di offerte speciali, automobile vecchiotta e malandata, pile di panni da stirare, casa invasa da costruzioni, sacchetti di merendine, libri, quadernoni, TV sempre sintonizzata su Peppa Pig...
Notti molto spesso in bianco, per la tosse di una bambina, o per l’insonnia di un’altra, o per i brutti sogni al buio della terza; sveglia alle 5, per riuscire a lavorare almeno un paio d’ore in solitudine, prima dell’inizio della faticosa giornata... alzare, lavare, vestire, mettere in macchina le tre, la piccola al nido, una alla materna, una alla scuola elementare.
Matteo è del tutto equivalente alla compagna Paola, che ama teneramente, e con la quale i ruoli genitoriali sono del tutto intercambiabili, senza litigi, senza rivalità. A noi viene raccontato il rapporto di amore infinito che lo scrittore riversa sulle bambine, che sono la sua vera ragione di vita, la raggiunta felicità: il tempo passato con loro non è mai sprecato, lui sa che i due anni, i quattro, sono un’età unica e irripetibile, da godere, assaporare, vivere intensamente; verrà poi l’adolescenza, le parolacce, l’insofferenza, le porte sbattute... Ora, invece, è tutto appagamento, serenità, gioia nel sentirsi amato, abbracciato, coccolato.
“Papà, perché i bambini devono andare a scuola?”, “Ma papà, perché tu non hai la cravatta?”, “Papà, perché è inverno e c’è il sole?”, “Papà ma perché quando le persone muoiono vanno in cielo?”, “Papà, ma se tu e mamma vi lasciate, chi è che tiene due figlie e chi una?”, “Papà, ma l’amore può finire?”, “Papà, ma perché abbiamo le orecchie?”
con pazienza e intelligenza Matteo Bussola tenta di rispondere alle domande insidiose e intelligenti che nascono dall’ingenuità di piccoli cervelli stimolati da un mondo complesso che rende bambine di pochi anni già persone sveglie e attente, come sa bene chi ha in casa figli o nipoti di pochi anni.
Ma nel diario dello scrittore c’è anche tanta società. Nel piccolo centro in cui vive il giornalaio, “Pieno di tori e leghisti”, la cassiera dell’Esselunga, la cartolaia, la nonna ben vestita nell’ambulatorio pediatrico, il vicino di casa, la mamma giovane in leggings e felpa all’asilo, la famiglia saggia di stranieri di colore, la barista Marisa, tutti hanno qualcosa da dire su cui Matteo riflette: pregiudizi atavici che vengono smentiti, luoghi comuni che sono sfatati, emozioni improvvise.
Nel Veneto leghista si assiste ad insoliti atti di tolleranza anzi di vera accoglienza, come pure al razzismo più becero: ad una donna con il velo che viene oltraggiata cercando la sua implicita complicità, Matteo risponde con coraggio
“È mia madre!!!”
alla interdetta benpensante casalinga veneta che resta spiazzata. Temi generazionali, il rapporto con i genitori, amati ma troppo lontani, incapaci di comprendere lo stile di vita del figlio, così diverso dal loro; temi sociali, la convivenza con gli stranieri, con i poveri, con il lavoro precario, con un passato più libero e più consumista…
La colonna sonora di “Notti in bianco, baci a colazione” sono le tante canzoni che accompagnano la vita di ciascuno di noi: “L’estate sta finendo” dei Righeira, a suggerire un passato ormai lontano, e ancora “Quello che le donne non dicono” di Fiorella Mannoia, o una canzone di Jovanotti, “Le tasche piene di sassi”. Ma lo scrittore introduce nel testo anche i personaggi dei fumetti più celebri, Jacques Prévert, Romagna mia, Julio Iglesias, Bukowsky, Marukami.
Un diario sentimentale di grande attualità, scandito dai tempi delle stagioni, dei sentimenti, della scoperta della paternità come valore assoluto, in tempi di denatalità e di spopolamento: un libro in controtendenza, suggerito a tutti i padri incerti, a tutti quelli che hanno paura di generare e di riprodursi, pieno di amore e di speranza. Banditi sentimentalismo e retorica, Matteo Bussola parla della dignità di essere ricchi solo degli affetti fondamentali: del resto, di un computer nuovo, di scarpe nuove, di un tablet aggiornato, di penne giapponesi e calzini senza buchi si può fare a meno. Però per il compleanno un paio di scarpe,
“Per continuare a camminare insieme a lungo, quelle mi servono”.
Notti in bianco, baci a colazione
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