La casa editrice milanese Universale Economica Feltrinelli Classici riedita, in una nuova traduzione a cura di Luca Salvatore e con una Postfazione di Louis-Ferdinand Céline “Lo scannatoio” (2018, titolo originale "L’Assommoir", pp. 264, 12 euro), il romanzo più scandaloso di Émile Zola (Parigi, 2 aprile 1840 – Parigi, 29 settembre 1902).
L’Assommoir è il settimo volume del ciclo “I Rougon-Macquart. Storia naturale e sociale di una famiglia sotto il Secondo Impero” (Les Rougon-Macquart. Histoire naturelle et sociale d’une famille sous le Second Empire), una serie di opere dal carattere molto realista mediante le quali Émile Zola riuscì a fondere il realismo psicologico e sociale di stampo scientifico con una narrazione trascinante. Venti romanzi pubblicati tra il 1871 e il 1893, dove lo scrittore, giornalista, saggista, critico letterario e fotografo francese, attraverso cinque generazioni con 1200 personaggi, analizza l’importanza dell’eredità genetica che condiziona figli e nipoti. L’autore inoltre si domanda quanto possa essere importante l’ambiente circostante.
Storia e dramma di più generazioni, ma anche storia di Francia dal Secondo Impero fino a Sédan. "Lo scannatoio" iniziò a uscire a puntate sul quotidiano “Le bien publique” nel 1876, ma il giornale fu costretto a interrompere le pubblicazioni a causa delle proteste che aveva suscitato nel pubblico dei lettori. Catulle Mendès, grande ammiratore di Zola, decise allora di pubblicarlo sul suo settimanale “La Republique des lettres” e questa volta fu un grande successo. Venne poi pubblicato come libro nel 1877, ottenendo ben trentotto ristampe, iniziando in tal modo l’era dei bestseller.
"L’Assommoir", ambientato nella Parigi operaia e frutto di una lunga e attenta analisi d’ambiente da parte dell’autore, narra una storia di alcolismo, miseria e degradazione umana. La protagonista Gervaise Macquart arrivata dalla provincia, prima lavandaia e poi affittuaria di un piccolo negozio di stireria, s’illude di essere riuscita a possedere benessere, rispettabilità e felicità. Non sarà così. Ne esce un affresco della realtà sociale dell’epoca che causò a Zola molte critiche da parte degli ambienti moralisti e conservatori del periodo.
Per Stéphane Mallarmé, il libro non è solo lo specchio di un’epoca di ricerca e rinnovamento, ma è anche “un eccezionale esperimento letterario”, in cui la “verità diviene la forma popolare della bellezza”. Lo disse anche Céline, in un discorso tenuto a Médan nel 1933 in omaggio a Zola: “Dopo Lo scannatoio non s’è fatto di meglio”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Nuova traduzione per "Lo scannatoio" di Émile Zola, capolavoro naturalista dell’autore francese
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