Nuove abitudini di Robert Cedric Sherriff

Fazi Editore pubblica nella Collana “Le strade”, Nuove abitudini (2023, titolo originale Greengates, traduzione di Silvia Castoldi) di Robert Cedric Sherriff (Hampton Wick, 6 giugno 1896 – Esher, 13 novembre 1975), edito dallo scrittore e sceneggiatore inglese nel 1936.

Non è forse vero che:

Quando un uomo va in pensione, e il tempo non è più una faccenda urgente e importante, di solito i colleghi gli regalano un orologio?

Ma quell’involontaria ironia è bilanciata da una pertinenza altrettanto involontaria, perché anche se non è più dominato da ore e minuti, un uomo in pensione desidera molto spesso sapere che ora è.

Londra, Anni Venti del XX Secolo. Quello era un giorno importante per Thomas Baldwin, aitante e giovanile cinquantottenne, metodico e affabile, sposato da una vita con Edith e senza figli.
In quella giornata di fine settembre, che aveva in sé già un sapore invernale, Baldwin celebrava il suo ultimo giorno di lavoro, impiegato come capo cassiere per più di quarant’anni in una società di assicurazioni con sede nella City di Londra.
A questo “impiegato leale e fedele”, la ditta e i colleghi avevano regalato un orologio come segno di stima. Regalo gradito, ma forse poco opportuno, considerato che dal giorno successivo Baldwin sarebbe stato un gentiluomo libero e padrone di sé. Giardinaggio, libri, hobby che sono fondamentali, si sentiva tranquillo e controllato, non aveva fatto nessun piano, la pensione significava declino, migliaia di volte aveva desiderato la libertà e adesso che era arrivata non aveva paura. Era ancora un uomo giovane, sotto i sessanta, sano e in forma, appassionato del mondo più di quanto fosse mai stato in vita sua e godeva di una splendida libertà, aveva una pensione e almeno altri quindici anni di vita attiva e piena davanti a sé. Avrebbe dimostrato a tutti che la sua età significava ben altro che poltrona, pantofole e ricordi.

Baldwin era uscito dalla porta principale e si era mescolato al grande fiume di impiegati che tornavano a casa. Gli ultimi istanti trascorsi in ufficio erano sembrati irreali, ma fuori era tutto perfetto, normale: la stessa strada marrone e splendente, lo stesso dondolio di ombrelli e oscillare di bianchi giornali ripiegati, gli stessi edifici giganteschi pieni di luce. Sul treno che lo riportava a casa dalla sua devota Edith, Thomas, in virtù di una notizia appena letta sul giornale, aveva cominciato a pianificare il suo tempo:

“chiedendosi non più come riuscire a riempirlo, ma come farci stare tutto ciò che aveva in mente”.

Dopo il capolavoro Due settimane in settembre (Fazi 2022), dove i lettori italiani hanno scoperto il talento di Sherriff, la casa editrice romana pubblica un altro delizioso, ironico e raffinato romanzo dell’autore inglese.
Mr Baldwin sa che l’età dell’oro per un uomo che aveva vissuto con saggezza si estendeva tra i sessanta e settantacinque anni, quindi in questa nuova fase della propria esistenza deve scoprire “nuove abitudini”, che, però, non entrino in conflitto con quelle consolidate della consorte Edith (e anche della domestica Ada).
La via da seguire dunque era chiarissima: invece di dilettarsi di hobby asfittici con il deprimente scopo di ammazzare il tempo, scegliere una meta, un fine potente, dedicandogli tutta la sua intelligenza e ogni grammo di entusiasmo facendosi strada verso la fama. Perché gli altri ex impiegati cinquantottenni della City, dopo aver spezzato le catene di un lavoro irritante, e potendo godere di una pensione, non si erano mai avventurati lungo le strade di un’ardente vocazione? Perché non ci avevano mai pensato. Perché erano troppo stanchi, o troppo pigri. Thomas Baldwin si considerava un pioniere.

“Sarebbe diventato uno storico. Non uno da caminetto, ma uno che partiva per esplorare e scoprire”.