Nuovo dizionario sentimentale. Delusioni, sconfitte e passioni di una vita
- Autore: Giampiero Mughini
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2021
Per il poco che vale, sono rimasto comunista. Un comunista fuori tempo massimo, alla faccia chissà se del buon senso, sicuramente della Storia. Questo per dirvi che so di cosa parla Giampiero Mughini in Nuovo dizionario sentimentale. Delusioni, sconfitte e passioni di una vita (Marsilio, 2021) quando parla del peso deontologico (parafraso) che viene dall’adesione a “quella che allora chiamavamo la lotta delle idee”. A quel sollen (un dovere per il dovere ultra-kantiano) per diversi anni e a suo dire Mughini ha immolato, per esempio, l’interesse per lo sport. Io nel mio piccolo ho tralasciato di seguire la Juventus, leggendo Tex Willer con enormi sensi di colpa. Mi separano da Mughini più di vent’anni, e la pervicace adesione all’ideale comunista. Gli apprezzamenti che seguono — relativi al libro e alla persona — sarebbero dunque da collocare al disopra di ogni sospetto di ruffianeria. Grazie.
Nel milieu della rivoluzione mancata Giampiero Mughini è stato agit prot della sinistra, anche più estrema. È stato, fra l’altro, tra i fondatori del quotidiano Il manifesto, redattore di Mondo Operaio, collaboratore di Paese sera, militante di Lotta continua e già questo non mi sembra poco. Quando alla fine ha smesso di crederci si è concesso il diritto all’inversione di rotta. Ci sta: tutto si può imputare a Mughini tranne che la mancanza di coraggio. Credo al contrario che coraggio e passione siano le cifre che meglio lo inquadrano, anche oggi. Che si esprima sulla Juve o sui minimi sistemi a cui sono ridotti politica e società. Il suo Nuovo Dizionario sentimentale ce ne rivela il vissuto parallelo a interessi e ideali, che a pensarci bene è un bel modo di dare senso alla vita.
Subito dopo l’imprinting libertario, dalle pagine di questo libro affiorano trasversali i trasporti per il calcio (Dedicato agli imbecilli che dicono di non amare il calcio), la storia e la politica (la lunga intervista a Leonardo Sciascia, il ricordo di Marco Pannella, il denso capitolo dedicato alla strage di Via Rasella, e quello intitolato Quando i terroristi erano degli ebrei), contigui a piacevolezze ulteriormente vaste, come quelle dettate da libri e letteratura, Clint Eastwood, il cinema, arte, fumetti, e la cultura in generale. Una poco comune coincidenza fra pubblico e privato, fa inoltre sì che il giornalista-polemista Giampiero Mughini cominci dove finiscono l’uomo e il libero pensatore.
Nuovo dizionario sentimentale è sottotraccia il romanzo della sua vita. Un’autobiografia per interposte stazioni che, in diversi passaggi, diventa coincidente con il romanzo della nazione. L’inquadratura strettissima (privata) e in campo lungo, di un Paese irredimibile, scisso, perennemente in bilico tra vizi e virtù, slanci e cadute, inquadrati dall’autore attraverso il focus dei ricordi. Con quel refolo di malinconia che si deve al tempo fuggito via e ai fantasmi che lo hanno accompagnato di conseguenza. Un memoir socio-politico-intimista, più denso di quanto il Mughini televisivo e i pregiudizi che spesso lo accompagnano lascerebbero pensare (ma si vede a occhio che rispetto alla maggioranza degli opinionisti a bocca aperta sui canali, lui è di tutt’altra pasta). Come va dicendo in giro (gratis) Vincenzo Mollica:
“Lasciate perdere il Mughini che vedete in televisione. Il Mughini vero è un uomo di cultura smisurata”.
E questo libro lo dimostra.
Nuovo dizionario sentimentale. Delusioni, sconfitte e passioni di una vita
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