Obabakoak
- Autore: Bernardo Atxaga
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2020
Bernardo Atxaga è uno scrittore basco, scrive in una lingua che è difficile tramandare e che appartiene “ad una nazione molto piccola” ed è proprio nelle pagine di apertura dell’opera che lo scrittore definisce la sua lingua in questo modo:
“Scrivo in una lingua strana… Nata, dicono, nell’epoca dei megaliti, sopravvisse, lingua ostinata, chiudendosi in se stessa, nascondendosi come un riccio in un luogo dove il mondo, grazie ad essa, prende il nome di Euskal Herria.”
Definendo il territorio basco “una piccola nazione” la scelta assume anche una connotazione politica che sfocia nel contesto delle sue pagine in riflessioni che affrontano temi legati alla politica linguistica, la tradizione letteraria e l’identità, l’originalità narrativa e il plagio.
La raccolta di racconti Obabakoak (21lettere, 2020, trad. Sonia Piloto Di Castri) vede come scenario comune la città immaginaria di Obaba, che rappresenta una tipica città dei paesi baschi. In questo contesto le storie che compongono l’opera si sviluppano mettendo al centro un protagonista comune ossia la narrazione. Tramite questo espediente, il narratore ha la possibilità di condividere le sue riflessioni non solo sull’identità basca, ma anche su temi che sono parte dell’arte di scrivere quale ad esempio il plagio.
Infatti, in Breve esposizione sul metodo per plagiare bene, Atxaga, tramite un altro espediente narrativo che è quello del dialogo in sogno con un altro autore noto sul territorio con il nome di Axular, definisce il plagio in realtà l’uso di un canone narrativo che va protetto e per questo ogni autore deve difendere come baluardo di trasmissione di tradizione e identità.
Uno degli aspetti più rimarcati di questo libro è il suo rapporto con la meta-letteratura (scatta automatico il riferimento a Italo Calvino). Infatti, nell’ultima parte (Come scrivere un racconto in cinque minuti) troviamo una riflessione sull’originalità e l’intertestualità, e sui meccanismi narrativi. Atxaga si rivolge al lettore ammiccando con uno spiccato senso dell’umorismo scrive:
"Per scrivere un racconto in soli cinque minuti è necessario che si procuri – oltre alla penna e al foglio bianco tradizionali, naturalmente – una piccola clessidra, la quale la terrà puntualmente informato tanto del trascorrere del tempo, quanto della vanità e dell’inutilità delle cose di questo mondo; pertanto, anche dell’effettivo sforzo che ora sta per compiere."
In chiusura con Una sorta di autobiografia, l’autore nomina il Gioco dell’oca utilizzandolo come metafora della vita e della sopravvivenza dei racconti tradizionali. In entrambe i casi esiste una moltitudine di ostacoli da superare al fine di arrivare alla casella della grande oca madre e che in questo percorso intervenga spesso il destino. Riflessione ritenuta valida sia per la tradizione della cultura basca essenzialmente di natura orale che per la vita in generale.
Bernardo Atxaga è considerato il maggior scrittore basco vivente. Ha vinto numerosi premi letterari: gli italiani Grinzane Cavour e Mondello; il Premio Nazionale delle Lettere dal Ministero della Cultura spagnolo per l’importanza delle sue opere nella letteratura contemporanea.
La prima edizione di Obabakoak risale al 1988, ma è grazie alla casa editrice 21lettere che oggi possiamo apprezzare di nuovo un’opera che considero fondamentale per chi ama nutrirsi della letteratura straniera e che sia in qualche modo rimasto stregato dalla cultura basca.
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Un libro perfetto per...
Per chi ama intrattenersi riflettendo sulla narrativa e tutte le sue sfaccettature, su che cosa significa scrivere e su che cosa è plagio o semplicemente uso di canoni narrativi. Per chi ama conoscere tradizioni lontane e si identifica con chi si interroga sulla lingua e le sue evoluzioni.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Obabakoak
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