Occhi cosmici
- Autore: Giorgio Fusco
- Categoria: Poesia
- Anno di pubblicazione: 2019
Terzo libro di poesie di Giorgio Fusco, con prefazione del cappellano militare don Marco, Occhi cosmici (Lint Editoriale, 2019, pp. 77) è impreziosito da 16 disegni di fattura deliziosa e minuziosa, nei quali sono protagonisti la fantasia e il sogno, che strappano sorrisi. L’autore ha voluto illustrare fiabe classiche celebri tratte dai fratelli Grimm, Perrault, oltre che Pinocchio e Alice nel paese delle meraviglie, con un chiaro messaggio allegorico: la realtà va letta nelle sue infinite sfaccettature e possibili interpretazioni fantastiche. Le liriche grondano immagini e simboli.
Nel 2019 Giorgio Fusco ha esposto i suoi disegni presso la Sala Comunale d’Arte a Trieste.
Gli occhi cosmici sono occhi di donna: "finestre aperte sull’infinito / sedute sulle ciglia ombreggiate". I disegni hanno occhi, a dire la curiosità, lo stupore sul mondo, ma anche la vigilanza della coscienza, da una parte attenta e distaccata, dall’altra partecipe con alta temperatura emotiva.
La donna, il suo fascino, la seduzione a cui l’uomo non resiste, come nelle precedenti sillogi costituisce la poetica centrale della raccolta:
"Bianco come un trapano di latte / la punta del tuo seno / Neve bollente che scroscia / dal tuo ghiacciaio sciolto / sul deserto percorso / delle lunghe carovane / del mio desiderio".
Ma non solo: protagonista è pure la pena di vivere. È evidente la dualità dell’anima: il desiderio soffre, attraversa il deserto della solitudine e dell’attesa. Nulla è semplice e lineare nei versi, il piacere si accompagna all’attesa penosa e alla perdita. Il bene è qui, eppure sfugge, eppure ha in sé un aspetto illusorio, a cui è necessario soggiacere:
"Panni infuocati del sole asciugano / tra notturni voli di civette / il sudore dei sogni irraggiungibili".
L’amico prefatore sottolinea, con la fine psicologia del "curatore d’anime", le due facce in tormento del poeta. Vale la pena riprendere un paragrafo del commento stilato da don Marco:
"Il senso ultimo è legato ad una morte simbolica, [...] il desiderio si fonde con la rinuncia. C’è una vita sentita, che nello stesso momento sviluppa amarezza: slancio e rinuncia. L’impulso ad abbracciare la vita, ma nell’amara consapevolezza della crudezza della vita stessa, della verità stessa".
La natura, donna eterna, porta i segni dell’abbondanza gioiosa e del dolore, qui simboleggiato dalle ortiche:
"Una veste di seta sbocciata nel grano / ti copre le ginocchia indifese / tra le ortiche che bussano alla porta".
Immagini forti e crudeli non vengono risparmiate allo sguardo:
"Molte volte ti è passato accanto / un carro armato da ruote falcate / e ti ha impresso sulla fronte / una corona di spine / simile a quella che ha abbracciato / le piaghe del mondo".
Il riferimento a Cristo porta, come sottolinea ancora don Marco, "alla riscoperta di un cristianesimo vissuto, libero dalle ombre delle convenzioni e di una malintesa tradizione".
Dopo un soggiorno nella delusione, nella triste massificazione del pensiero ("infermieri professionali / con il camice pulito / radunano tutti i cervelli / destinati all’ammasso") Fusco approda alla resurrezione felice, è capace di onorare il mito nella sua totalità. Non il dolore ha l’ultima parola, ma la rigenerazione della "pioggia turchina", stupefacente, che riempie di confidenza e di fede:
"I fiori che nei prati esauriti / muoiono d’inverno / salgono al cielo / di un albero sempreverde / Nelle cascate del glicine / piove il turchino del mare".
Immagini realistiche di un panorama d’incanto (Trieste è questa!) sono affiancate all’ideale che le sorregge: l’albero sempreverde e del tutto sognato si trova nel cielo della nostra speranza insopprimibile.
E per finire in gloria, ecco l’eternità. Dietro e oltre un tramonto rosso le forze cosmiche sono provvidenziali, nell’unione del Cielo con la Notte profonda
"Si nasconde un grande amore / [...] Dal loro amore è nato / si nutre e cresce un unico erede / l’Eternità".
L’occhio che vede è dentro l’immagine, senza separazione, come nei disegni dell’autore: occhi cosmici. I suoi, i nostri.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Occhi cosmici
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