Il 23 e il 30 gennaio 2015 su Sky Cinema sarà trasmessa in prima serata in esclusiva Olive Kitteridge, la serie tv targata HBO diretta dalla regista Lisa Cholodenko, basata sull’omonimo romanzo del 2008 di Elizabeth Strout, che è valso alla raffinata scrittrice il Premio Pulitzer.
Protagonista della miniserie, presentata lo scorso settembre in anteprima e fuori concorso alla 71esima Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, è Frances McDormand, la quale innamoratasi del personaggio di Olive ha acquistato i diritti del romanzo della Strout.
“Dopo tante parti secondarie nella mia carriera, Olive Kitteridge era un modo per avere un grande ruolo” ha precisato Frances McDormand in una recente intervista. Affiancano l’attrice, nata a Chicago nel 1957, Richard Jenkins perfettamente calato nelle sembianze del farmacista Henry Kitteridge, consorte di Olive, che forse vagheggiava una vita diversa, Bill Murray, Zoe Kazan, Rosemarie DeWitt, John Gallagher Jr. e Peter Mullan.
La serie televisiva, che annovera tra i suoi produttori esecutivi la stessa McDormand, la sceneggiatrice Jane Anderson, Gary Goetzmann e Tom Hank, è andata in onda in Usa il 2 e il 3 novembre, due episodi per serata con lusinghiero successo sul canale via cavo HBO. Prova di ciò sono le tre nomination ai Golden Globes ottenute dalla serie tv, che saranno assegnati il prossimo 11 gennaio: migliore tvmovie, migliore attrice protagonista, migliore attore non protagonista (Bill Murray).
I 233 minuti di Olive Kitteridge rappresentano lo specchio fedele del “romanzo in racconti” di Elizabeth Strout pubblicato dalla casa editrice Fazi nel 2009, tradotto da Silvia Castoldi. Perfetta la trasposizione televisiva delle speranze fallaci di una donna, che ha come sfondo il mutevole cielo di Crosby nel Maine, un angolo immaginario del continente americano. In questo piccolo villaggio affacciato sull’Oceano Atlantico, il destino tira le fila di una serie di personaggi straordinari nella loro semplice vita quotidiana. Tra loro spiccano le pieghe amare della bocca di Olive, immortalata tra i 45 e i 70 anni di età, ex insegnante di matematica in pensione dal carattere difficile, maniere spicce e lingua tagliente che soffre di una latente depressione e ha il terrore di finire morta suicida come il padre. Se nel corso del matrimonio tra Olive ed Henry dal quale è nato un figlio, Christopher, Mrs Kitteridge ha spasimato per il collega Jim O’Casey, Mr Kitteridge, uomo mite e benvoluto dall’intera comunità, è stato preso da incantamento nei confronti della sua giovane e timida commessa Denise. Nulla quindi è andato secondo i desideri, come spesso accade durante il corso dell’esistenza di ciascuno.
Tutto ciò viene descritto con la penna e la telecamera dell’ironia, della tragedia, della tenerezza e del dolore. Solo sei dei tredici racconti che compongono il romanzo della Strout sono entrati a far parte della sceneggiatura, il film è un lungo flashback che segue la prima scena, cioè il tentativo di suicidio di Olive, ormai anziana e sola.
“È solo la storia di una città e dei suoi personaggi raccontata attraverso il matrimonio di Olive. Ci sono armi, azioni, c’è persino una scena con gli ostaggi. Succedono parecchie cose in una piccola città. Sì, niente è iper; ma è realtà”
Ha puntualizzato l’attrice, Premio Oscar 1997 per il film Fargo, che si è sempre contraddistinta per le sue incisive interpretazioni, che lasciano il segno.
Elizabeth Strout, nata nel 1956 e cresciuta nel Maine, nel romanzo, con la dedica “A mia madre, che sa rendere magica la vita ed è la migliore narratrice di storie che io conosca”, compie una splendida fotografia della provincia marittima americana. Non a caso la copertina del volume ritrae un dipinto di Edward Hopper, giacché la prosa evocativa, cristallina e limpida di Elizabeth Strout ci riporta a quelle solitudini inconsolabili, a quelle figure di donne sole in interni desolati dei dipinti del celebre pittore statunitense.
Il grande cantore dell’America moderna viene spesso accostato allo stile di scrittura dell’autrice.
Le vite spezzate descritte dalla Strout riportano con sconcertante vividezza alle tele di Hopper dove l’incomunicabilità è il tema principale. Nei meandri dei pensieri più nascosti e negli aneliti più intimi degli abitanti di Crosby tutto rimane sottotraccia, non detto ma taciuto e il vento del nord non riesce a spazzare via quel velo d’impenetrabilità che percorre l’intera miniserie, i cui colori, sfumature e situazioni la rendono assolutamente imperdibile.
“Per molti anni Henry Kitteridge era stato farmacista nella città vicina, e ogni mattina guidava attraverso strade piene di neve, oppure fradice di pioggia, oppure dove d’estate i lamponi selvatici protendevano i loro germogli novelli dai cespugli lungo l’ultimo tratto della cittadina, prima di svoltare nella strada più larga che portava alla farmacia”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Olive Kitteridge, in esclusiva su Sky Cinema da gennaio 2015
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