Oltre l’invisibile
- Autore: Federico Faggin
- Genere: Scienza
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2024
È uscito in libreria l’atteso terzo libro dello scienziato Federico Faggin, di Vicenza, il quale, lavorando in America alla Silicon Valley, ha ideato il microprocessore, che ha ridotto i macchinari elettronici e informatici ingombranti mezza stanza a un frammento di cristallo di silicio grande come un’unghia.
Il libro, che si intitola Oltre l’invisibile con il sottotitolo "Dove scienza e spiritualità si uniscono" (Mondadori, pp. 301, 2024), nasce per rispondere alle domande postegli dalla cognata Viviana Sardei. La signora rappresenta tutti noi, digiuni in fisica quantistica, ma desiderosi di conoscenza, per comprendere chi siamo e come siamo fatti.
Non siamo macchine, afferma deciso l’autore, poiché pensiamo e siamo dotati di coscienza e libero arbitrio, qualità di cui la macchina sarà sempre priva. Lo scientismo materialista fa precipitare l’umano in un robot subumano. Da 35 anni Faggin studia la coscienza. Per evitare il pericolo concreto della "perdita dell’anima" come affermava Jung, egli ha formulato il concetto di "Nousym", dove nous sta per intelletto e sym per simbolo. Ciò significa che percepiamo con i sensi il simbolo di cos’è la realtà; questa è simbolo in quanto rappresentazione creata dalla coscienza, la quale è un "a priori", con il libero arbitrio, è il postulato dell’Essere, auto evidente a se stesso.
"Il nuovo postulato dell’Essere mi permette di definire la coscienza come “la capacità di Uno di conoscere se stesso" e il libero arbitrio come “la capacità di Uno di dirigere la propria conoscenza di sé.” Libero arbitrio e coscienza sono proprietà fondamentali di Uno, che non derivano da nulla di più elementare.”
Faggin ne ha avuto certezza nel 1990, in una notte invernale durante il periodo natalizio, quando d’improvviso dal suo petto uscì una luce abbagliante, pregna di conoscenza e di amore infinito, che era sia lui stesso che il mondo cosiddetto esterno.
Siamo "parti intero di Uno", scrive. Sembra una contraddizione, ma non lo è: da Uno veniamo e siamo un suo punto di vista, uno dei suoi innumerevoli sguardi, ma per somiglianza siamo uno, unitari, unici ed eterni. L’esempio che dà lo scienziato è quello, sul piano fisico, dei 53 trilioni di cellule di cui è costituito il corpo, ma tutte possiedono l’informazione della prima cellula fecondata e in potenza comprendono l’intero. L’intero è un principio frattale, sia la coscienza sia la fisica quantistica sono frattali creatori di sé in ogni essere.
La coscienza non risiede nel corpo, ma in un suo spazio che la fisica attuale non ha ancora scoperto, è lo "spazio c" dove c significa appunto coscienza. Lì abita Dio? Sì incarnato, onnipresente nella materia, è come l’eterno femminino di Goethe che spinge in alto.
Citare Goethe (Faggin non lo fa) è opportuno, in quanto il fisico nomina spesso i "qualia" ossia le sensazioni e le emozioni, ovvero ciò che in noi è femminile ed è simile alle leggi quantistiche. Queste ultime, come le emozioni, non sono copiabili, non riproducibili, invece i dati del computer lo sono; i “qualia” sono conosciuti solo da chi li prova, da dentro. L’arte tenta di esprimerli, come pure la spiritualità, come pure la scienza, riuscendoci in modo parziale.
Molto, moltissimo ci sarebbe ancora da dire su questo libro da meditare, in cui l’autore ha eliminato ogni formula matematica per non parlare solo agli addetti ai lavori.
Egli, ed è l’essenziale, in queste pagine ha sconfitto la paura della morte.
Il suo monito all’umanità è severo:
"In un’epoca dove l’intelligenza artificiale ci viene proposta come qualcosa che ci può sostituire, è fondamentale capire chi siamo. Se ci consideriamo macchine, saremo prima o poi superati dalle macchine stesse, costruite da chi vuole controllarci."
Oltre l'invisibile. Dove scienza e spiritualità si uniscono
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