Ombre a Villa Clara. La seconda indagine di Lucrezia e Oussama (e Amodeo) di Eva Brugnettini, Simone Metalli

Eva Brugnettini e Simone Metalli firmano un giallo a quattro mani intitolato Ombre a Villa Clara, edito da Damster. Un giallo d’eccezione, molto intrigante e avvincente. Il libro è il seguito di Demoni sul Navile, in cui per la prima volta il lettore incontra gli investigatori Lucrezia e Oussama, con la partecipazione di Amodeo.
Protagonista da cui parte l’investigazione è Bianca, una ragazza ribelle alle convenzioni e soprattutto alla madre, che una notte si avventura in un luogo molto sinistro e inquietante, che è una casa abbandonata, ovvero Villa Malvasia.
La tenuta è disabitata ed è abbastanza inquietante, perché molti dicono che vi aleggia, leggiadro e temibile, il fantasma di Clara. Bianca non ha paura di lei, anzi è molto contenta di poter fare la sua conoscenza. In realtà, però, più che Clara colei che vi ha abitato, incontra un cadavere:

E infatti quando scansa la porta, il corpo della donna è ancora lì, riverso per terra come un mucchio di stracci. E’ stesa a pancia in giù, la testa piegata di lato, i capelli tagliati cortissimi, come una soldatessa o una monaca, con un taglio in fronte da cui il sangue ha continuato a scendere per un po’. Ha un maglioncino e pantaloni scuri, polsi sottili accanto al viso si intravedono dei simboli tatuati.

Chi era questa donna? Cosa ci faceva in quel luogo sinistro? Aveva forse assistito a qualche messa nera, o a qualcosa che non avrebbe dovuto vedere e per questo è stata uccisa? Il caso è molto ingarbugliato.
Bianca si rivolge a Lucrezia, che ha messo in essere un’agenzia investigativa, che però non dà i risultati sperati, anzi è proprio un completo fallimento. Ad aiutarla Oussama, l’ispettore italo-tunisino appassionato di programmi tv sulle ristrutturazioni, che è occupato in altro, ovvero a condurre a buon fine il suo trasloco e non può assolutamente aiutarla. Accanto a lei vi è anche Amodeo, che è, come sempre, perso in un mondo altro, tutto suo e di difficile definizione. Ma Lucrezia non si dà per vinta, e ingaggia una gara alla soluzione del caso tra lei e l’ispettore.
Il romanzo si nutre di molti ed esemplari personaggi, tra:

misteriosi culti legati a Iside, tombaroli della via Emilia Altinate, veggenti abbarbicate a Monteacuto delle Alpi.

In particolare colpiscono le nozioni legate al culto della dea Iside, per cui:

Questa è una stele che aveva comprato la famiglia Malvasia. E cosa c’entra con Villa Clara? Villa Clara si chiamava Casino Malvasia. Casino? Come casinò? No, no, casino, come una piccola casa, un casino. Che era stata abbellita dalla famiglia Malvasia nei primi venti anni del milleseicento. Poi è arrivato Carlo Cesare Malvasia ed è diventata una stele bellissima.era l’immagine della Stele di Iside.

Non soltanto: a colpire è anche la Villa abbandonata, luogo del misfatto:

Quando ero giovane a Torino andavamo con gli amici a frugare nelle case abbandonate. Dicevano sempre che erano case stregate, ma io ci trovavo cose interessanti, un rosario, delle bottiglie di coca cola persino, non è che le bevessi, per carità. (…) odore di cantina, di vermi, di aldilà.

Una storia di fantasmi? O di tombaroli maldestri? O che altro?
Una lettura di genere che colpisce nel profondo. Gli ingredienti per catturare l’attenzione del lettore ci sono tutti e sono quelli classici: un cadavere trovato in un luogo sinistro, una villa abbandonata con un fantasma che si aggira indisturbato.
Un romanzo adatto in particolare agli amanti del genere giallo e delle atmosfere lugubri e sinistre.

La trama è ben congegnata e complessa, i personaggi e le ambientazioni sono descritte con un linguaggio vivido e fluido, che fa di questo romanzo una lettura intrigante e scorrevole. Un plauso agli autori per aver scritto un bel giallo, che attrae irresistibilmente. Ma ne avevano dato prova già con il precedente romanzo. Questa è una ulteriore conferma.
Attendiamo, quindi, il prossimo avventuroso viaggio in compagnia di Lucrezia, Oussama e Amodeo con le sue stranezze. Buona lettura!