Omicidio al faro
- Autore: Giovanni Cocco Amneris Magella
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2024
La città di Como che fa da spettatrice muta, con tutti i paesi intorno, per un giallo scritto in stato di grazia, che certo è letteratura di genere, ma migliore della narrativa pura.
In questo groviglio di famiglie messe insieme, di dissapori e odi ancestrali, dove un notaio, Pietro De Marchi e la moglie Augusta vengono ritrovati morti seduti sul divano, forse vedevano il telegiornale di mezzogiorno, uccisi con un colpo di pistola alla nuca alla presenza del figlio Alessandro De Marchi, che inizia ad avere i suoi problemi psichiatrici, mentre accorre la domestica a farle una puntura di calmante forte e si accorge che è inutile chiedere ai suoi datori di lavoro a che ora vogliono pranzare. Questo è in sintesi il giallo di Cocco & Magella Omicidio al faro (Marsilio editori, 2024), un’altra indagine condotta dal commissario Valenti, col suo entourage, Piras e Lucchesi e come commissario capo Giulio Allevi, che, dopo la parentesi sentimentale, continuano a fare squadra e a capirsi su tutto.
Si ritrovano insieme ai carabinieri sulla collina di Brunate, in una villa silenziosa e di gran lusso. Una domestica, la signora Zanetti, fa accomodare anche la Scientifica, mentre lei, scioccata, invece di rispondere alle domande sui suoi padroni morti, straparla di un pollo al forno che ormai sarà bruciato. D’altra parte è l’unica che può rispondere dal momento che il figlio della coppia è totalmente sedato, non in grado di dire una parola di senso compiuto. La puntura fatta dalla Zanetti, cuoca e infermiera e tuttofare, che sullo sparo, due spari alla nuca, li aveva presi come usciti dalla televisione, dal momento che i due coniugi, duri di orecchi, la guardavano ad altissimo volume.
Il caso non sembra complicato, un figlio schizofrenico, che stava bene da un anno e più, ha ucciso i genitori senza apparente motivo che non sia la sua malattia psichiatrica per la quale ormai le medicine non fanno più effetto.
Ma il commissario Allevi trova che tutto sia troppo facile, che il ragazzo vada in galera e poi abbia come conseguenza la non imputabilità in sede processuale. I soldi sono tanti, addirittura la moglie possiede più del notaio, perché è il secondo matrimonio e dal primo l’eredità fu ingente.
A complicare il caso un luglio caldissimo, stabilizzato a quaranta gradi, una ragazza di trentuno anni salita sul traghetto a Menaggio, come ogni mattina, per lavoro, non è mai scesa a Bellagio. Eppure era un viso conosciuto dagli operatori del traghetto, anche nella fiumana dei turisti, e c’erano piccoli cenni, saluti a mezza bocca, sorrisi. Scomparsa nel nulla o caduta nel lago incidentalmente.
Nel frattempo, sul delitto De Marchi e consorte, si indaga sulla vita di Alessandro. Fino a vent’anni un ragazzo brioso, intelligente, con grandi potenzialità pittoriche tanto da iscriversi all’accademia di Brera, ma mentendo che lo credeva iscritto a Giurisprudenza. E poi l’incontro con Ruggero che faceva da modello a Brera, per guadagnare qualcosa, l’amore improvviso.
Negli anni Novanta del secolo scorso essere gay non era come oggi, ma uno stigma sociale e nessuna famiglia accettava con serenità un figlio o una figlia omosessuali. Gli elementi sul piatto ci sono tutti, caldo incluso, e una indaffarata Stefania Valenti si accorge di provare ancora qualcosa per Giulio, il commissario capo.
La verità è che scrivere i fatti salienti del libro non rende giustizia a una capacità di scrittura notevole, e rispetto agli altri gialli a quattro mani, questo è di gran lunga il migliore, perché mettendo da parte commissari e carabinieri, racconta la storia di una famiglia alto borghese che viveva nel “non detto”, nelle bugie premeditate.
Il tutto incorniciato da uno stile di scrittura di grande impatto, denso, mai sciatto.
Un gioiello.
Omicidio al faro. Un'indagine del commissario Stefania Valenti
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