Ora Cunfessu
- Autore: Mimma Raspanti
- Categoria: Poesia
Con un “corpus” di quarantotto componimenti, Mimma Raspanti, poetessa siciliana di Alcamo (ridente cittadina in provincia di Trapani), riveste il ruolo dell’antico narratore e si muove tra invenzione letteraria e tradizione, tra imponenti flussi di costumi e riflessioni. La sua non è una poesia per intrattenersi più o meno piacevolmente nei sentieri della fantasia, ma piuttosto una poetica conoscitiva che ha il ritmo del “cuntu” popolare e si situa nel versante d’una voce oracolare e arcaica che fa sentire il gusto umoroso delle parole. Non a caso “Ora cunfessu” (Drepanum, Trapani, 2014) reca già in epigrafe un detto proverbiale in cui si racchiude la tensione all’etica del linguaggio con l’intento di capire e di interpretare le odierne inquietudini. Andando oltre le apparenze per non subirne lo scacco, i suoi versi di delicata e di soffusa musicalità si fanno tenerezza e riflessione, affetto e spiritualità che si svolge, rispetto all’imprendibile verità, nell’accettazione attiva del mistero. Proprio per questo essi nel complesso vanno oltre le residue zone di nostalgia, e si pongono come portatori di un messaggio di speranza sentita come salvezza dallo spaesamento e dal disorientamento. Il contesto è locale per l’uso di un dialetto terragno e sanguigno, immediato e intenso, ma non localistico: il punto di vista dell’io poetico è infatti aperto al theatrum mundi, alla globalizzazione dei valori, lontanissimi dalla spregiudicata società dell’“avere”. Il recupero memoriale indica un percorso che parte dalla voce autobiografica per elevare con lo stupore la precarietà al cielo. Ecco allora il senso della poesia che appare con disarmante semplicità come incanto e volo dell’anima, catarsi e rifugio, gioco che dà vita e forma ai fantasmi della mente e alle ragioni del cuore. Così, l’immagine che mi sembra più appropriata è quella del “poeta entusiasta”, ma anche del soggetto che sa cooperare per sollecitare il proprio potenziale creativo. “Entusiasmo”, termine che viene dal greco “èn-theos”, cioè alitato da Dio, sta a significare il soggetto creatore in virtù di un impulso non comune. Siamo nel mistero del come viene a visitarci la poesia. Io non so se sia un’energia soprannaturale a provocare il sorgere dell’atto creativo, ma ritengo che alla nostra poetessa principalmente esso derivi dalla memoria genetica dov’è depositata la singolare essenza della comunità d’appartenenza unitamente alla storia personale. Conformemente al dettato agostiniano per il quale la mente ha il potere e la capacità di riflettere su di sé, si può certamente dire che Mimma Raspanti, tornando su se stessa, si mantiene distante da ogni forma di nichilismo e avverte il bisogno di trascendere il mondo. Incorrotte e fertili le sue proposte: la ricerca di un tranquillo approdo in cui gli uomini sono affratellati dal bene, dal vero, dal bello. In realtà, la sua poesia riceve una spinta limpidamente pulsante da un moto sacrale.
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