A mio avviso il saggio più illuminante di Luciano De Crescenzo è Ordine e disordine (Mondadori, 2014). È un libro non corposo, divulgativo, leggibile, ben scritto.
In quest’opera vengono trattati questi due concetti da ogni punto di vista: filosofico, letterario, cinematografico, scientifico.
È senza ombra di dubbio un lavoro molto originale, innovativo, inconsueto.
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De Crescenzo scrive anche della “stocastica”, ovvero di come la statistica studia la casualità e fa l’esempio di una goccia che cade: i meteorologi possono prevedere la pioggia, ma nessuno sa calcolare dove cadrà una goccia.
Il filosofo napoletano in fondo al libro tratta anche della distinzione tra “apollineo e dionisiaco”, fatta da Nietzsche. Mi metto a riflettere a riguardo. Sul comodino ho Lezioni americane di Italo Calvino. Mi metto a rileggere alcuni brani.
Nel capitolo intitolato Esattezza l’autore scrive:
Cristallo e fiamma, due forme di bellezza perfetta da cui lo sguardo non sa staccarsi, due modi di crescita nel tempo, di spesa della materia circostante, due simboli morali, due assoluti, due categorie per classificare fatti e idee e stili e sentimenti. Ho accennato poco fa a un partito del cristallo nella letteratura del nostro secolo; un elenco consimile credo si potrebbe fare per il partito della fiamma...
Ordine e disordine: il cristallo e la fiamma secondo Calvino
La riflessione di Calvino sul cristallo e la fiamma è illuminante. Faccio degli esempi in filosofia, che Calvino non fa, per chiarire le idee. Karl Marx, ad esempio, è organico e sistematico. Quindi andrebbe annoverato nel “partito del cristallo”. Sempre nell’ambito della filosofia anche Popper farebbe parte del partito del cristallo. Così anche Hegel. Nietzsche e Cioran invece apparterrebbero al partito della fiamma.
Paul Valery sarebbe un esponente del partito del cristallo, mentre Dylan Thomas sarebbe un esponente del partito della fiamma.
Il partito del cristallo avrebbe come tratti distintivi la sistematicità, la ricerca incessante dell’ordine, l’organicità del pensiero. Il partito della fiamma sarebbe caratterizzato da pensatori che procedono per intuizioni, epifanie, insight. Anche Eugenio Montale aveva già fatto questa distinzione.
In una sua lirica nel Quaderno di quattro anni aveva scritto:
Dopo i filosofi dell’omogeneo/ vennero quello dell’eterogeneo./ Comprendere la vita/ lo potevano solo i pazzi/ ma a lampi e sprazzi.
De Crescenzo, Calvino e Montale trattano in definitiva lo stesso argomento e leggendoli si capisce che ordine e disordine sono due facce della stessa medaglia: ci sono autori che privilegiano l’ordine e altri il disordine.
Talvolta ci sono scrittori che vivono nel disordine e trovano un ordine formale nelle loro opere oppure può accadere il contrario. Chi appartiene al partito del cristallo, a mio avviso, cerca di costruire un edificio sistematico della ragione.
Spesso così facendo si dimentica che la mappa non è il territorio, secondo un adagio della programmazione neurolinguistica. Ma forse è tutto molto più complesso. Se analizziamo dettagliatamente ogni filosofo ci accorgiamo che i concetti di “ordine e disordine” si compenetrano vicendevolmente in ogni opera.
Anche all’interno di ogni ideologia ci sono degli elementi appartenenti alla fiamma e al cristallo. Marx, ad esempio, è organico per quanto riguarda l’economia e la filosofia, ma appartiene al partito della fiamma quando fa le sue profezie o quando vuole la rivoluzione.
All’interno di ogni ideologia ci sono degli elementi velleitari e utopici che appartengono al partito della fiamma.
Ordine e disordine nella cultura umanistica
Per quanto riguarda l’utilitarismo, il concetto di “mano invisibile” è utopico dato che gli utilitaristi ritengono di lasciar fare il libero mercato perché poi l’interesse egoistico creerà benefici alla comunità.
Per quanto riguarda il sistema di Rawls, apparentemente razionale e intellettualistico, la posizione originaria e il velo di ignoranza sono totalmente campate in aria e non realizzabili.
In fondo ci sono da sempre pensatori più versati nell’analisi e altri più bravi nella sintesi. Pensare è difficile.
Ritornando ai concetti di ordine e disordine, la fisica ci indica la strada maestra. Se per il primo principio della termodinamica è “tutto si trasforma”, per il secondo principio molti scambi di calore sono irreversibili e da questa legge gli studiosi deducono che il sistema debba essere aperto affinché non abbia la meglio su tutto l’entropia. Anche in psicologia del lavoro gli esperti partono dall’assunto che ogni sistema sociotecnico debba essere aperto.
Nella cultura umanistica gli studiosi devono cercare di fare in modo che la sintropia domini l’entropia. Per ora l’entropia, in natura e nella cultura, non ha ancora vinto.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Una riflessione su “ordine e disordine”: dal saggio di Luciano De Crescenzo a Italo Calvino
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