Oro forca fiamme di Marcello Introna

Terzo libro di Marcello Introna, veterinario e autore teatrale ben prestato alla narrativa, Oro forca fiamme, edito da Mondadori, è ambientato nella Bari secentesca in preda a una violenta pestilenza.

Marcello Introna predilige scrivere romanzi storici, ma dopo il noir Percoco, ambientato negli anni Cinquanta e dal quale è stato tratto un lungometraggio e Castigo di Dio, ambientato nell’immediato dopoguerra, sceglie di spostarsi in epoca remota fino al 1667, anno che vide a Bari una violenta epidemia di peste.
A contrapporsi nella narrazione due personaggi, entrambi potenti e controversi. Da un lato padre Ermanno, priore della Basilica di San Nicola, di origine spagnola, astuto , manipolatore ma anche vittima di una fede chiusa e intrisa di peccato e peccaminosità; dall’altra Giuseppe Verzelli, ispirato a una figura reale, medico.
L’uomo cerca di comprendere tra scienza e raziocinio le cause dell’epidemia e intende combatterle trovandosi anche a combattere con ignoranza e superstizione che sicuramente sono più pericolose del morbo infame-
Tre sono i personaggi femminili che prendono maggiormente la scena: Sveva, di origine germanica, figlia di eretici protestanti, una figura potente ma al tempo stesso colpita più volte e tragicamente dalla mala sorte; la dolce Lucrezia, figlia di un marrano (ebreo convertito) e di una donna pratica di scienze erboristiche tracciata sulla figura reale di Rosa di Pantaleo, accusata di stregoneria e come tale condannata.
Rimasta orfana di entrambi i genitori, barbaramente giustiziati, Lucrezia è a sua volta in pericolo perché considerata pratica di stregonerie. Infine Clogmia, di nobili origini, ma perfida e malvagia.

La scrittura di Introna è un fiume in piena, la narrazione onnisciente e i commenti, che guidano il lettore, sono un flusso ininterrotto di periodi alternando le descrizioni degli accadimenti a spiegazioni scientifiche di determinate situazioni. Introna, complice la sua formazione scientifica, analizza e viviseziona la storia, da novello seguace del romanzo naturalista francese alla Zola o alla Luigi Capuana, padre del Verismo italiano.
Certi vividi particolari descritti con veemenza potrebbero turbare il lettore più sensibile, identica sensazione provata con i precedenti romanzi. Marcello Introna non vuole però crogiolarsi, quasi da voyeur pornografico. Egli descrive la “banalità del male” tout court senza filtri o censure, da uomo di scienza e da innamorato della storia.
Il libro, pur lungo, si legge tutto d’un fiato, e vichianamente non è difficile intravedere i corsi e ricorsi storici facendo paragoni e parallelismi con il passato prossimo e le reazioni di molti durante il periodo più problematico della epidemia da Covid.
Una lettura intelligente, consigliata tutti per ripensare al passato cercando di vivere bene il presente e costruire il futuro.