Ottaedro
- Autore: Julio Cortázar
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2007
“Ottaedro” (Einaudi, 2007) di Julio Cortázar è un volumetto composto da otto storie sfaccettate, oniriche, al confine con l’allucinatorio.
Sono dei racconti saturi di bellezza e di dettagli poetici che riescono ad innescare la vita nelle parole.
Cortázar è per me, da sempre, uno scrittore prodigioso perché abitua il lettore a seguire la corrente dei suoi pensieri e, molto più spesso di quanto ce ne si renda conto, le sue frasi, gli stessi singoli termini che usa, perfino i pensieri smozzicati, accostati gli uni agli altri senza un’apparente sintonia, sono, invece, vere e proprie pennellate con cui lo scrittore dipinge un quadro carico di particolari e di immagini frammentate che, pur sfociando nel metafisico, riempiono la mente di attimi vissuti per davvero.
Ogni racconto dello scrittore argentino, naturalizzato francese - egli scriverà spesso tra Buenos Aires e Parigi e scriverà spesso delle due città -, è un viaggio particolarmente intenso; questa piccola raccolta ci proietta all’interno di otto scenari diversi, tutti a loro modo surreali.
Si assiste al ritorno in vita, seppur, apparentemente, grazie ad un sogno, di un amico dello scrittore, il cui spirito non lo abbandona neppure al risveglio; oppure ci si ritrova seduti dentro ad un vagone della metropolitana parigina a fare calcoli sulle possibili combinazioni che, a seconda delle fermate, condurranno ad un tipo d’incontro amoroso piuttosto che ad un altro.
Cortázar racconta quello che accade negli spazi tra una realtà ed un’altra per cui, anche se l’inizio della storia prende spunto dal reale, prima o poi il lettore viene catapultato in una situazione fantastica ed irreale, alla quale i personaggi si adattano come fossero fatti apposta per saltare agevolmente dal logico all’illogico: è il caso del racconto intitolato “Estate”, dove una coppia di anziani signori ospita, nella propria casa di campagna, la figlia piccola di un loro conoscente.
Tutto sembra svolgersi normalmente finché non sarà giunta l’ora di ritirarsi per la notte e qualcosa di strano non inizierà a turbare la tranquillità dei due protagonisti.
Ciò che personalmente mi entusiasma ogni qualvolta che leggo un lavoro di Cortázar è che non so mai che tipo di esperienza mi attenda o, meglio, so che sarà un’esperienza strana, surreale, ma non posso mai definire - e questo è bellissimo - quali sensazioni riporterò dalla lettura dei suoi racconti o dei suoi romanzi; è come trovarsi dentro ad una rapidissima centrifuga di associazioni mentali che, alla fine, restituisce una visione complessiva della vicenda.
Il senso della storia rimane addosso come se, al posto di un lavoro in prosa, si fosse appena letta una poesia.
“Ottaedro” è, dunque, tante cose insieme: è un viaggio in autostop con uno sconosciuto, è una sera d’estate in una vecchia casa, è un amico che ritorna dall’aldilà per domandare ancora qualcosa, è una storia d’amore che nasce dallo schema del percorso di una metro, è un incontro che accade per caso, fatto di passione e fatalità quasi brutali, è l’amore di un uomo che muore e intanto immagina la moglie ma, soprattutto, è un bel posto dove stare.
Ottaedro
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