Otto. L’abisso di castel del Monte di Alfredo De Giovanni

Poche righe e sei subito dentro; un vortice narrativo coinvolgente, interessante, affascinante costruito attorno ad uno dei luoghi più misteriosi e irrisolti della storia.
Castel del Monte, situato sulla collina più alta della Murgia pugliese, è un luogo dell’anima per chi, come i nativi della provincia, lo conserva nei ricordi di tutte le estati, le scampagnate e i lunedi in Albis; questo l’autore, barlettano di origine, lo svela subito facendo partire il racconto la notte del 17 luglio 1994 da una delle centinaia di ville alle pendici della collina.

Ma il Castello è anche un luogo dell’arte, con le sue forme inconsuete, le sue soluzioni stilistico-funzionali e i plastici rapporti volumetrici. Sicuramente un luogo della storia, oggetto di studi, ricerche e teorie di varia estrazione, inserito a pieno titolo nel Patrimono Mondiale dell’UNESCO.

Otto. L’abisso di castel del Monte si rivela una splendida guida che accompagna il lettore per mano attraverso tutte le possibili declinazioni; l’autore, a sua volta, è particolarmente generoso nel voler condividere con gli appassionati le sue fonti nelle ultime pagine del volume.

La trama: i quattro personaggi principali, un geologo, il suo amico fraterno, un geofisico e una archeologa, nitidi nella descrizione come i personaggi di un fumetto, decidono di calarsi nel sottosuolo del Castello seguendo una pista investigativa che si snoda tra codici rinascimentali, teorie archeoastronomiche, misteri massonici e poteri occulti.
Il lettore si riscopre subito quinto esploratore, invisibile e silente, ombra fedele dei quattro e l’esperienza nella quale gli eventi lo trascinano non delude le sue aspettative.

Alfredo De Giovanni è un geologo, un musicista e un autore, elegante ambasciatore della sua terra. Leggendo infatti le sue puntuali descrizioni dei luoghi impari ad amare questo territorio e, al termine della lettura, progetti subito di visitare il Castello di Barletta, il Santuario della Madonna dello Sterpeto e, perché no, una passeggiata per le contrade della Murgia.

La scrittura, pulita e scorrevole, è quella di un uomo di scienza, la narrazione è quella di un uomo di lettere e nell’avvicendarsi delle situazioni vorresti una colonna sonora, è allora che senti la mancanza dell’uomo di musica.
Ma per la colonna sonora bisogna solo attendere perché sembra quasi una promessa che questo libro diventi un film.