Pablo Picasso tra Cubismo e Neoclassicismo 1915-1925
- Autore: Non disponibile
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Skira
- Anno di pubblicazione: 2017
Il catalogo “Pablo Picasso Tra Cubismo e Neoclassicismo 1915-1925” (Skira, pp. 256, 227 a colori cartonato, euro 42,00) accompagna l’omonima mostra romana alle Scuderie del Quirinale a cura di Olivier Berggruen con Anunciata von Liechtenstein.
Nel febbraio del 1917, mentre in Europa infuriava la Grande Guerra, Pablo Picasso (Malaga, 25 ottobre 1881 - Mougins, 8 aprile 1973) arrivò per la prima volta in Italia, al seguito dell’amico Jean Cocteau. All’età di trentasei anni Picasso era già l’artista affermato che aveva guidato la rivoluzione cubista. Durante il suo soggiorno a Roma e Napoli, l’artista rimase molto impressionato dalle rovine romane della capitale e dall’arte popolare partenopea. Lontano dai campi di battaglia, insieme a Cocteau, Djagilev, Massine e Stravinskij, Picasso cercò di individuare una propria via verso il modernismo, capace di coltivare il paradigma classico, non come tradimento dell’arte moderna sotto la pressione del nazionalismo, ma come mezzo per sfruttare gli impulsi primitivisti e modernisti. La prima pietra fu posata a Roma, quando Picasso ideò i costumi, le scene e il sipario di Parade, che qualche mese più tardi debuttò a Parigi, diventando un vero e proprio caso. Proprio a Roma, mentre preparava i costumi e le scene per i Ballets Russes di Diaghilev, Pablo conobbe la ballerina Olga Khochlova, sua prima moglie e madre di Paulo.
Un secolo dopo il viaggio in Italia di Pablo Picasso, questa monografia, che accompagna la retrospettiva romana, esplora le sperimentazioni stilistiche dell’artista: dalle giocose superfici decorative dei collage eseguiti durante la guerra al realismo stilizzato degli anni di Djagilev, dalle nature morte d’ispirazione cubista alle opere classiche, contraddistinte da una grandiosità che si richiama all’antico. “Pablo Picasso Tra Cubismo e Neoclassicismo 1915-1925” presenta i contributi critici di Cécile Godefroy, Valentina Moncada, Anunciata von Liechtenstein, Olivier Berggruen, Sarah Woodcock e Silvia Loreti, oltre al catalogo delle opere e alla cronologia.
La mostra romana, una delle più importanti mai dedicate in Italia a Picasso, raccoglie più di cento capolavori tra tele, gouaches e disegni oltre a fotografie, lettere autografe e altri documenti attentamente selezionati da Olivier Berggruen con Anunciata von Liechtenstein. Opere esposte grazie a prestiti di musei e collezioni eccellenti, dal Musée Picasso e dal Centre Pompidou di Parigi alla Tate di Londra, dal MoMa e dal Metropolitan Museum di New York al Museum Berggruen di Berlino, dalla Fundació Museu Picasso di Barcellona al Guggenheim di New York. La mostra alle Scuderie del Quirinale rappresenta la conclusione e allo stesso tempo il culmine delle celebrazioni dedicate a Pablo Picasso in Italia nel centenario del suo viaggio nel nostro Paese.
Il progetto è stato elaborato sotto la supervisione di un prestigioso comitato scientifico composto da Carmen Gimenez, Laurent Le Bon, Brigitte Léal, Valentina Moncada, Bernard Ruiz Picasso e Gary Tinterow.
“Delle statue antiche lo avevano colpito la monumentalità e la sensualità nascosta, più che le forme e le proporzioni. Ma poi, anticipando certe moderne trasgressioni, Picasso aveva iniziato a mettere insieme con grande disinvoltura «alto» e «basso». Nella sua voglia di un’arte che fosse al tempo stesso più moderna ma anche più primitiva, interessandosi ancora più a tutti quei mondi “ai margini della classicità”, preferendo all’Antica Roma e al Rinascimento gli Etruschi, gli affreschi erotici di Pompei, le maschere della Commedia dell’arte, la vita frenetica della via Margutta del 1917 o quella dei vicoli di Napoli”
ha sottolineato Berggruen.
L’esposizione si sofferma in particolare sul metodo del pastiche, analizzando le modalità e le procedure tramite le quali Pablo Picasso lo utilizzò come strumento al servizio del modernismo, in un percorso dal realismo all’astrazione tra i più originali e straordinari della storia dell’arte moderna. La mostra illustra gli esperimenti condotti da Picasso con diversi stili e generi: dal gioco delle superfici decorative nei collage, eseguiti durante la I Guerra Mondiale, al realismo stilizzato degli “anni Diaghilev”, dalla natura morta al ritratto.
Il percorso espositivo si apre con il dipinto Homme Accoudé sur una Table (1915) della Pinacoteca Agnelli e si chiude con I Tre Ballerini (1925) proveniente dalla Tate Gallery di Londra realizzato dal pittore spagnolo durante il suo periodo surrealista. Fra le tante opere, il Ritratto di Olga in poltrona (1918), Arlecchino (Léonide Massine) (1917), Natura morta con chitarra, bottiglia, frutta, piatto e bicchiere su tavolo (1919), il piccolo ma dal forte impatto visivo Due donne che corrono sulla spiaggia (La corsa) (1922), Il flauto di Pan (1923), Saltimbanco seduto con braccia conserte (1923), Arlecchino con Specchio (1923), Paulo come Arlecchino (1924), e Paulo come Pierrot (1925).
Infine, a pochi passi dalle Scuderie, un evento nell’evento. A Palazzo Barberini nel grandioso salone affrescato da Pietro da Cortona, è esposto, per la prima volta a Roma, il sipario dipinto durante il soggiorno romano per il balletto Parade (libretto di Jean Cocteau, musica di Eric Satie, coreografie di Léonide Massine per il Ballets Russes di Djagilev) immensa tela lunga 17 metri e alta 11.
Picasso Tra Cubismo e Neoclassicismo 1915-1925
Scuderie del Quirinale - via XXIV Maggio 16, Roma
22 settembre 2017 - 21 gennaio 2018
Ingresso: euro 15,00 - ridotto euro 13,00
Orario: da domenica a giovedì 10-20; venerdì e sabato 10-22.30
L’ingresso è consentito fino a un’ora prima dell’orario di chiusura
Info: tel. 06/39967500
scuderiequirinale.it
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