Palazzi e giardini dei Re normanni di Sicilia
- Autore: Vittorio Noto
- Genere: Scienza
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2017
È un argomento di estrema attualità e molto discusso quello trattato con professionalità e competenza in “Palazzi e giardini dei Re normanni di Sicilia”, l’ultimo libro del prof. Vittorio Noto, architetto e docente universitario già autore di “Architetture medievali normanne e siculo normanne” (2012).
Il saggio considera un contesto culturale straordinario, quello che nasce in Sicilia dopo la fine della dominazione musulmana, rilevante perché collegato all’istituzione di un regno longevo che durerà fino alla metà del secolo scorso. Un regno importante più di quanto la storiografia non voglia far credere, quello dei Normanni, che non hanno creato solamente un’istituzione ma anche una cultura piena di sincretismo. Questo aspetto si comprende appieno subito dopo l’Unità d’Italia quando la Sicilia, già antesignana rispetto al resto della Penisola nella conservazione dei monumenti antichi, inizia a ragionare sul Medioevo. Non si pone più, quindi, attenzione solamente all’architettura romana e greca ma anche a quella medioevale.
Ogni regione in quel periodo cercava di riconoscersi nel contesto nazionale, assunto come elemento costitutivo, pur mantenendo la propria, forte identità. Anche la Sicilia riesce bene in questo intento, grazie a quell’architettura e a quella cultura che per molto tempo sarà chiamata “arabo normanna”. Un insieme di elementi, di pratiche, di tecniche, di usi e di costumi che è espressione dell’identità di un Regno che durerà nei secoli.
Un profilo culturale ampio che nei monumenti si manifestò con risultati esaltanti. In alcuni edifici, non solo nei Sollazzi ma anche nel Palazzo reale di Palermo, come pure nelle cappelle e nelle cattedrali, si esprime una capacità straordinaria. Un’abilità costruttiva che traeva origine dai Romani, pur con apporti decisivi della cultura siriana e un utilizzo della pianta a croce latina e a croce greca armonizzato con i principi dell’architettura normanna. A ciò si aggiunge la capacità decorativa degli islamici e dei bizantini che rende eccezionale questo coacervo di culture, specie agli occhi dei visitatori, di ieri e di oggi, della Sicilia.
Rivivono nella scrittura di Vittorio Noto anche i meravigliosi giardini intorno a questi edifici e quelli della felicissima piana che circondava la città, con le acque sapientemente intercettate e incanalate per irrigare gli orti e per alimentare perennemente le peschiere e i laghi artificiali di palazzi e sollazzi come quelli della Zisa, della Cuba, di Favara Maredolce e dello Scibene.
Palazzi e giardini dei Re normanni di Sicilia
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