Palazzo Sogliano di Sveva Casati Modignani

Palazzo Sogliano di Sveva Casati Modignani (Sperling & Kupfer, 2013) è un romanzo che non interrompe il filone di storie a cui la tanto amata scrittrice italiana ci ha ormai abituato da anni. Anche qui come in molti suoi libri è la famiglia ad essere la protagonista, sostenuta da una serie di personaggi che nelle figure tipicamente femminili trova la sua apoteosi. Donne forti e determinate, capaci di vivere dolori e passioni, di superare segreti ed ostacoli, rappresentando ciò che di più caro c’è per l’autrice: il rispetto dei valori e la speranza che non è più soltanto un baluardo lontano ma una concreta ed allettante possibilità.

La protagonista di nome Orsola incarna perfettamente il tipo di donna che tanto ama descrivere Sveva Casati Modignani. E’ milanese, figlia di una famiglia proletaria, che cambia totalmente la sua vita quando decide di sposare un uomo di nome Edoardo Sogliano, proprietario di una ricca impresa di corallo a Torre del Greco. Fin da subito si evince la caratterizzazione delle ambientazioni e il connubio tra nord e sud, che non sempre risulta privo di contraddizioni. Sono evidenti i contrasti tra le origini dei due personaggi, soprattutto con l’introduzione della figura di Margherita, suocera di Orsola, donna dal carattere forte e con un passato da ribelle, che non rende la vita della sua giovane nuora una passeggiata.

Ma questi particolari impareremo a conoscerli con il tempo, sfogliando lentamente, pagina dopo pagina, il dolce e silenzioso racconto della Modignani, dopo aver assistito ad un incipit abbastanza cruento e sorprendente.
Il libro infatti inizia con la narrazione di una scena alquanto normale: Orsola, insieme ai suoi 5 figli, con la suocera Margherita e le sue due sorelle, è a tavola per il pranzo in attesa del ritorno di Eduardo. La tranquillità e la normalità di quel momento viene incrinata da una telefonata inaspettata che getterà tutti nello sconforto più totale.
La polizia chiama per dare la notizia che Eduardo Sogliano è morto in un incidente stradale.
Da quel momento in poi la vita di ciascun personaggio subirà una svolta sia nel bene che nel male, a cominciare dalla scoperta da parte di Orsola di un terribile segreto che il marito custodiva, all’insaputa di tutti. La donna trova una fotografia indirizzata ad Eduardo, raffigurante un bambino con gli occhi a mandorla che si firma innocentemente “Tuo figlio”.
Per Orsola è un fulmine a ciel sereno, mai avrebbe immaginato che in trent’anni di matrimonio il marito avesse potuto tradirla e soprattutto in circostanze talmente inspiegabili da rendere la ricerca per la scoperta del mistero una vera e propria ragione di vita.

Ed è così che l’autrice, partendo da questa rivelazione, ci porta indietro nel tempo, accompagnandoci nella vita di Orsola e degli altri numerosi personaggi, in modo da farci comprendere come la storia si è sviluppata fino al momento in cui l’abbiamo conosciuta noi.
Assisteremo a come Orsola ed Eduardo si sono conosciuti, conosceremo da vicino la fabbrica di corallo e scopriremo che vita coraggiosa e ribelle ha vissuto la suocera Margherita, senza che la narrazione tralasci nessun altro personaggio, poiché ogni figura è complementare all’intera storia.

Palazzo Sogliano è caratterizzato da uno stile fluido, che rende leggera la lettura e che mette in evidenza prima di tutto la volontà dell’autrice: raccontare di una famiglia, dei suoi valori, dei suoi segreti e misteri con una chiave di lettura che non è altro che una grande e luminosa speranza.

Sveva Casati Modignani ci mostra come nonostante ci possano essere bugie e falsità, segreti e cose non dette, è possibile venire a capo di tutto, superare ogni difficoltà in nome proprio di un valore tanto sacro quanto forse dimenticato: la famiglia.