Palermo neogotica 1830-1930
- Autore: Giulia Sommariva
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2017
Nell’immagine di copertina di “Palermo neogotica 1830-1930” di Giulia Sommariva molti potrebbero erroneamente riconoscere la villa dei quatto pizzi all’Arenella mentre ritrae, invece, una dimora estiva della famiglia imperiale russa a Peterhof. Quello della villa palermitana fu infatti il modello a cui la zarina volle si ispirassero gli architetti dopo il suo soggiorno in terra di Sicilia.
L’interessante libro di Giulia Sommariva con il contributo delle note storiche di Francesco Maggiore mette in luce questo stile neogotico che ebbe notevoli esempi e realizzazioni nel capoluogo dell’isola e non solo.
Il primo esempio di questo stile lo si ritrova a Caltagirone, quindi in un piccolo centro, nel cimitero monumentale, ed anche a Monreale e Bagheria in cappelle cimiteriali dove si gli edifici caratterizzati da questa corrente architettonica versano purtroppo versano in totale stato di abbandono.
Il neogotico palermitano risulta poi essere un argomento poco conosciuto anche perché spesso è stato associato al Liberty. In realtà vi è una certa attinenza, in quanto i due stili attingono entrambi ad uno stesso repertorio storico, quello del cosiddetto periodo arabo-normanno dove gli stilemi architettonici danno luogo a un regionalismo del tutto particolare. Si attinge alla tradizione più colta della cultura siciliana che oggi più che mai richiama l’attenzione di turisti e studiosi, in ragione del riconoscimento ottenuto dall’UNESCO.
Nell’Ottocento si ripercorrono questi stilemi e questi riferimenti anche perché il neogotico in Europa, si diffonde con l’intento di cercare all’interno di certi schemi regionalistici gli elementi che poi ripropone. Il neogotico è un movimento che si sviluppa in tutta Europa e Giulia Sommariva lo illustra e lo approfondisce facendo riferimento ad un trattato (“Dell’Architettura Gotica”, 1847) di Domenico Lo Faso Pietrasanta, duca di Serradifalco, dove vi è uno studio che fa risalire l’arco ogivale addirittura all’architettura araba; questo elemento viene poi trasferito nelle architetture della Normandia e poi ancora in Inghilterra, dominata in buona parte dai Normanni. È un riferimento che dà rilievo al neogotico siciliano, comprovandone il legame al felicissimo periodo arabo-normanno.
Questo stile architettonico palermitano si inserisce in un contesto internazionale che è quello dell’eclettismo storicista, che si diffonde dopo l’esaurirsi del Barocco. Si tratta di uno stile singolare, con delle valenze originali rispetto agli altri. Gli stessi architetti non si specializzano negli stili da loro preferiti (neoclassicismo, neobarocco, neogotico) ma diventano anch’essi eclettici adeguando lo stile utilizzato in funzione dell’edificio da realizzare. Per un edificio pubblico, come per esempio uno ad uso di rappresentanza governativa, si preferisce lo stile rinascimentale, riproposto perché più consono alla funzione che è chiamato a rappresentare e più celebrativo. Il Parlamento Inglese è emblematico in questo senso perché edificato, appunto, in stile neogotico come quello di Budapest; entrambi rappresentano un simbolo di democrazia.
Per gli edifici religiosi si preferì, invece, lo stile romanico o neogotico, in quanto più legati alla cristianità rispetto all’immagine del tempio, che rimanda alle divinità pagane. Questi canoni vengono proposti anche dai teorici del neogotico e Giulia Sommariva nell’introduzione compie una esauriente panoramica sulla diffusione dello stile neogotico in Europa e in Italia dove si manifesta con connotazioni regionalistiche. Questi edifici sono ritratti nell’ampia documentazione fotografica che arricchisce il testo di “Palermo neogotica 1830-1930”, un prezioso volume indirizzato a tutti gli appassionati dell’arte per una maggiore conoscenza di questa pagina di storia dell’Architettura poco conosciuta e ora egregiamente approfondita.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Palermo neogotica 1830-1930
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