Panico
- Autore: Luca Doninelli
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2023
Nata quasi come sfida al direttore della collana S-Confini e da un’osservazione su Instagram sulla bellezza di questi libri eleganti con commento dello scrittore Luca Doninelli, che non aveva mai scritto niente di personale, sulla sua vita, le angosce, le gioie, i ricordi di un uomo nato alla metà degli anni Cinquanta. Così è uscito questo libro Panico (Editoriale Scientifica, 2023) scritto quasi su committenza.
Le coincidenze di Instagram. Uno scrittore affermato guarda dei libri, ne è intrigato, il direttore della collana, nell’alveo della casa editrice Editoriale Scientifica, lo sfida a scrivere di sé stesso. Sfida accettata. Doninelli inizia a scrivere di sé stesso, partendo dalla narrazione dei suoi attacchi di panico, soprattutto del primo, quando ha la sensazione certa di morire.
Chi è nel pieno di questa iattura, vede il mondo capovolto che appare realmente in una serie in streaming, che l’autore cita, ovvero Stranger Things, su Netflix, dove un ragazzo scompare per finire nel mondo del sottosopra, che è nello stesso luogo, è lì ma gli altri non lo vedono, perché sta sotto di loro, in un mondo oscuro ma complementare.
La sensazione di "estraniazione" è la stessa e la causa scatenante è perlopiù legata al mondo interiore degli esseri umani, che sentono di star per morire, con il cuore che va a mille in iperventilazione. L’unico rimedio è il tempo, perché di solito la persona "riacchiappa" la sua vita, tornando a respirare con regolarità e toccando gli oggetti che sono tornati ad essere un cucchiaio, una pentola o un quotidiano che forse si stava leggendo. Cose utili, che chi sta meglio torna a toccare, come fosse rinato.
Dopo questa specie di concessione, Doninelli prende a raccontare fatti del suo passato e del suo presente, con una passione forse conosciuta, ma non praticata nei suoi scritti: la vertigine della divagazione. Passando da un argomento a un altro: dalla sua gioventù agli anni che ha ora.
Si tratta di coincidenze, di attese dei treni, di incontri con artisti bizzarri, all’amore assoluto per lo scrittore W.G. Sebald, fino ai ricordi di studente universitario, come fuori sede, vivendo con altri ragazzi in appartamenti tenuti malissimo per quanto riguardava la pulizia della casa. La polvere che si accumula o i panini lasciati dietro al letto a marcire. E la tensione costante di chi era studente, ma anche di persone più grandi anagraficamente. I gruppi organizzati da destra a sinistra per la cosiddetta “strategia della tensione”. La bella gioventù, in parte rovinata da dalle Brigate Rosse o dai gruppi eversivi di destra, che in quegli anni, soprattutto a Milano, dove Doninelli studiava appunto da fuori sede, erano presenze che vivevano anche tra le pareti domestiche. Magari uno studente era già entrato nella lotta armata, senza che desse da pensare agli altri inquilini, totalmente ignari.
Oppure un amico con cui lo scrittore giocava a flipper tutti i giorni, un ragazzo pacifico e buono di nome Giacomo, che era un allievo nella scuola di polizia.
Un giorno mentre aspettava che il semaforo diventasse verde, in una sera di caldo milanese appiccicoso, viene trucidato da una canna di un fucile, insieme agli due allievi.
L’autore poi chiamerà suo figlio Giacomo, appunto. In questo saggio biografico, che divaga in mille rivoli, si arriva alla maturità di Doninelli, che diventa padre due volte, prima di una bambina che è il suo orgoglio, di nome Giulia e poi, dopo due anni, nasce il tenero Giacomo, che mangia e dorme senza dare troppi problemi.
Troverete spesso in queste pagine Doninelli che scrive “ora e qui”. Ora e qui possono avere molti significati: per un cattolico, così si definisce l’autore, il tempo e il luogo sono importanti per fare del bene, perché siamo nel mondo, ma non per sempre. Il “qui e ora” sono la Grazia, la relazione tra noi e il mondo, oppure semplicemente accettare le delusioni e gli imprevisti del presente, senza farne un dramma.
Sta poi al lettore dare una propria interpretazione a queste locuzioni. Nel frattempo, Doninelli ammette che la vita del figlio, ormai adulto e con un figlio suo è stata più difficile, perché più precaria, più turbolenta dal punto di vista economico e con un pianeta che si sta ammalando seriamente. Guardando retrospettivamente la propria esistenza, da nonno di sessantasei anni, la vita sua e di sua moglie gli appare più serena, anche se l’autore ha il terrore del morbo di Alzheimer, perché dimenticare chi siamo è veramente un’eventualità terribile.
Ma Doninelli è anche un critico letterario e scrive di quel che successe dopo aver stroncato su un giornale di destra Il Giornale, dove senza mezzi termini mise al centro della recensione la bruttezza del romanzo Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi, che divenne anche un film con Marcello Mastroianni. Fu un fatto di un certo rilievo. Non per altro, perché le recensione su La Repubblica e altri giornali cosiddetti di sinistra esaltavano il romanzo ed era il 1994 e Berlusconi divenne capo del governo. Tabucchi era l’opposizione buona contro il Caimano.
Dopo tanti anni Luca Doninelli scrive che il suo fastidio derivava dal fatto che nel libro c’era una faziosità netta, i buoni erano buonissimi e i cattivi erano cattivissimi e certo si poteva scrivere un libro fazioso, ma dopo Dostoevskijforse i lettori avevano capito che c’era un ampio spettro di umanità sul pianeta Terra, che sperimenta il bene e anche il male e scrive pure che la stroncatura partiva anche da sue piccole bassezze, da un atteggiamento malmostoso verso uno scrittore come Tabucchi, amato anche all’estero, che a lui non piaceva.
Scaramucce, in ogni caso, tra persone che scrivono e hanno idee diverse e gusti diversi e poi tutto ritorna immobile, come se non fosse successo niente.
Panico
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