Paola Zannoner nasce a Grosseto nel 1958 e vive a Firenze da quando era bambina.
Ha iniziato la sua attività come bibliotecaria e critico letterario, collaborando con le più importanti riviste del settore (Andersen, Pepe Verde, LG Argomenti, Sfoglialibro).
Pubblica romanzi da oltre quindici anni. La sua produzione narrativa è diretta principalmente ai giovanissimi e spazia tra diversi generi e temi.
Alcuni dei suoi romanzi sono bestseller. “Voglio fare la scrittrice” ha venduto 60.000 copie in Italia ed è stato tradotto di 20 paesi.
Foto di Giorgio Magini
Molti altri sono longseller come “La linea del traguardo”, da oltre dieci anni in catalogo come libro di punta Mondadori junior.
Paola Zannoner è autrice anche di saggi sulla lettura, racconti, romanzi per adulti. Gli oltre 20 romanzi pubblicati per Mondadori, De Agostini, Fanucci e Giunti hanno ricevuto premi prestigiosi (Bancarellino, Premio Cento, Premio Sardegna) e sono stati tradotti in numerosi paesi del mondo (Francia, Germania, Spagna, Svezia, Ungheria, Cina, Corea, etc.).
È tornata in libreria da pochissimo con una nuova collana Giunti junior, “La banda delle ragazzine”. I primi due titoli già disponibili sono “La gara di Sveva” e “Fatima e il furto misterioso”.
Il suo blog è www.paolazannoner.wordpress.com.
Paola, intanto ti do il benvenuto a quella che non sarà la solita intervista chilometrica, ma solo 4 chiacchiere contate.
- Prima chiacchiera: La tua produzione, al di là di qualche salto nella letteratura per adulti e nella saggistica, guarda al mondo dei giovanissimi.
Cosa hanno di speciale i piccoli lettori (piccoli soltanto per età) e perché scrivere per ragazzi è una sfida che non ti stanchi mai di giocare?
Scrivere per ragazzi è un grande piacere e un privilegio. Significa scrivere storie di speranza, di fiducia e di coraggio, perché i lettori vivono gli anni della crescita e della visione del futuro, non possiedono la disillusione dell’età matura. Significa anche raccontare l’avventura, la scoperta del mondo, la freschezza delle prime esperienze. Per uno scrittore significa rinnovarsi e cercare di vedere il mondo attraverso occhi ancora carichi di stupore. Credo poi che i bambini e i ragazzi meritino una buona narrativa, dedicata espressamente a loro da veri scrittori.
- Seconda chiacchiera: “La banda delle ragazzine” è una collana di storie che vedono protagoniste sei ragazzine fra i sette e i nove anni.
Ce le racconti un po’? (Come la pensano, cosa vogliono fare da grandi, in quali guai si cacciano…)
Si tratta di un gruppo di ragazzine che vive in una piccola località, un luogo perfetto per diventare il teatro delle loro semplici ma curiose avventure: che si tratti di una gara in bicicletta o di un’indagine su un furto, di un progetto segreto, di uno strano mistero, quel che avviene ruota intorno a loro, senza l’intervento degli adulti che rimangono comunque sullo sfondo. E’ la dimensione della libertà dell’infanzia e della realizzazione di fantasie attraverso la collaborazione e l’amicizia.
- Terza chiacchiera: Viene facile attribuire alle storie la funzione di evasione, quella capacità di portare in un altrove lontano che ci faccia pensare meno al presente e alle cose che non ci piacciono. Nei libri per ragazzi, quell’altrove diventa spesso magico e soprannaturale. Mi ha molto colpito che tu, invece, soprattutto ne “La banda delle ragazzine”, punti esattamente all’opposto.
Le tue sono sì storie di gioia e speranza, ma ambientate in un mondo realistico, in un paese che esiste davvero. Vuoi spiegarci il perché di questa scelta?
Mi sembra che oggi sia molto importante cercare di soffermarsi, vedere e valorizzare le cose belle, il lato positivo, la gioia di sentimenti e relazioni che ci permettono di superare le difficoltà della vita. L’evasione ci può rendere molto più soli, e già molti strumenti che abbiamo ci portano all’illusione del contatto in totale solitudine. Nelle mie storie vorrei ricordare la bellezza della relazione, del vivere insieme e aiutarsi, soprattutto le bambine e i bambini, che in gruppo sono più forti e sicuri, più liberi. Perché continuare a immaginarsi maghi in un mondo alternativo a quello che non ci piace? La magia, cerco di dire, è in ogni piccola cosa.
- Quarta chiacchiera: Hai un blog in cui ti dedichi principalmente a recensire film e libri. Com’è il tuo rapporto con i lettori? È cambiato negli anni? Cosa nei pensi dei social network e delle potenzialità promozionali della rete, in un momento in cui di libri forse se ne fanno troppi e se ne leggono davvero troppo pochi?
Il mio blog è un modo per mantenere contatti che comunque stabilisco sempre in presenza, con gli incontri nelle scuole, nelle biblioteche, nelle librerie, insomma nei luoghi della lettura. Questo rapporto è rimasto inalterato negli anni: si tratta di andare verso i lettori e non aspettarsi che i lettori arrivino, in un paese che investe tanto poco nella promozione della lettura. Invece io credo che la lettura non sia dote innata, si possa accendere e coltivare nei bambini e anche negli adulti, ma bisogna che le scuole e le biblioteche abbiano la possibilità di farlo, con risorse e attenzione. La rete è uno strumento di grande potenzialità, ma anche questa, come tutti gli strumenti, ha bisogno di conoscenza e di competenza: il basso uso è quello superficiale, di giochi e contatti minimi, poi c’è un uso informativo e cognitivo quando si sa come orientarsi e come leggere.
Questa era l’ultima chiacchiera: non mi resta che salutarti e ringraziarti per aver accettato il mio invito, facendoti molti in bocca al lupo per il tuo futuro. Se vuoi lasciare un messaggio al mondo intero, qui puoi farlo.
Al mondo intero? Scherzi?
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Paola Zannoner
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