Passeggeri solitari
- Autore: Stefano Lorefice
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2023
Stefano Lorefice ci ha abituato alle sue scelte stilistiche, ci ha insegnato negli anni a leggere la sua poetica, le sue frasi estemporanee legate alla sua scrittura e alle sue idee. Un instancabile flâneur che durante i suoi viaggi annota sui suoi taccuini pensieri, incontri, visioni e impressioni.
Nato sul lago di Como dove vive e lavora, il nostro autore si occupa anche di fotografia, ha pubblicato diverse raccolte di racconti e di poesie, e in ultimo il romanzo Il giorno della iena. La white face, che sembra essere il suo marchio, è presente anche in questo libro Passeggeri solitari (Edizioni La Gru, 2023): è in copertina, sempre nell’angolo, in disparte a osservare l’afa che incombe alla periferia di Parigi; ad annegare a Berlino in una moltitudine di presenze; a vedere passare i camion alle tre del mattino; ad apprendere al casello alla radio dell’operatore, il ventiquattro febbraio che alle porte di Kiev si bombardava; su di un treno che “mormorando” procedeva su uniche rotaie ricacciando ad est l’alba delle Alpi; di un viandante andato nelle “malestrade” e in quelle bufere aveva perso il passo; o di lei, sguaiata, sopravvissuta alla strada, ai nidi di vespe nell’anima, agli anni in stazione centrale.
Ignorare il disastro non servirà a un bel nulla; sarà comunque marciare di pecore umane in fila ottusa: finestre aperte per cambiare aria dove aria non cè. Tutto tremendo, come una biografia che ripete sempre il finale; vecchia macchina da scrivere che batte a casaccio di assenze e liste, di proclami e misere alleanze. Indenne ogni coscienza, su questo lato del fronte.
Fotografie di una vita che passa intorno a volte invisibile, altre volte tragica, fermi immagini pieni di malinconia, di amore, di sé. Ingombri di sensazioni, scrive l’autore, frammenti e faccende, persone e personaggi vincenti o perdenti, ma passeggeri solitari.
Ho barattato chiodi nella pelle degli altri, strette di mano,
precisione all’aperitivo di tendenza, il momento giusto ed il posto giusto.
Ho barattato tutto questo scherzare dei sensi per quattro nuvole, una curva di sghembo nella pioggia e guidare verso nord.
In percorsi di viaggio e scrittura, intrecciando il tempo e le riflessioni, Stefano Lorefice guardando il mondo in modo intimo, confida al lettore di non aver meta, ne luogo, e come un albero randagio si muove nelle radici stando ai confini, nelle zone marginali. E il viaggio diviene metafora nel ripercorrere antiche vie di diversità, lungo le quali i viandanti sembrano evocare con lo stesso sguardo storie ed emozioni.
La scrittura in Passeggeri solitari mi ha ricordato in alcuni tratti quella ceronettiana de Un viaggio in Italia, di un linguaggio che attraversa muto le cose, e come per Ceronetti, frammenti che divengono musica.
È una lettura con una dimensione confidenziale e introspettiva, che nasce da un desiderio personale dell’autore di rivelarsi e, noi lettori, lo accompagniamo silenziosi in questo suo percorso.
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