Passeggiate d’autore. Da Caravaggio ai Beatles 56 personaggi in giro per Roma
- Autore: Giuliano Capecelatro
- Genere: Letteratura di viaggio
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2014
Il nuovo libro di Giuliano Capecelatro, Passeggiate d’autore. Da Caravaggio ai Beatles 56 personaggi in giro per Roma (Iacobelli Editore, 2014) non assomiglia a una guida turistica, sarebbe dunque alquanto ingeneroso classificarlo come tale. Né è l’ennesima raccolta di itinerari ingegnosi e culturalmente stimolanti attraverso le strade note e meno note della capitale. Il mescolarsi naturalissimo della dimensione diacronica a quella sincronica non appesantisce infatti il testo che, in virtù di una prosa scattante e efficacissima, accattivante ed elastica come attualmente si verifica solo in certo giornalismo d’inchiesta, rinuncia da subito al passo del manuale erudito, alla ricostruzione storica pedante, orientandosi semmai a sedurre il lettore con brillante disinvoltura, grazie a un leggiadro tocco di complicità che sembra ispirarci a condividere vocazionalmente gli amorosi percorsi dell’autore, sulle tracce delle corrispondenze segnalate, degli echi perduti, delle intuizioni più umane.
Metropoli ambigua e dai mille volti Roma, inclassificabile pur nelle poliedriche classificazioni che da sempre cercano d’irretirla, città aperta, città perduta, cinecittà, città papalina e ribelle, centro del mondo e periferia del sogno italiano, cuore del Grand Tour e nostalgica malinconia, umbertina e barocca, lussureggiante e lussuosa.
Per chi ama Roma, il libro è imperdibile, ma è soprattutto una lettura importante per chi ami la letteratura: se dovessimo del resto attribuirgli uno status più solido, non faremmo alcuna fatica a considerarlo un romanzo, di quelli alla Georges Perec per capirci, dove i tasselli disparati delle storie che si moltiplicano, tenute insieme all’inizio da invisibili o esili fili narrativi, risultano disporsi in una trama compatta che svela limpidamente alla fine la sua ineludibile necessità interna. E forse era necessario raccontare Roma anche così, guidati da targhe commemorative o poco visibili indicazioni antiquate, seguendo questi passaggi sinuosi da una via all’altra, proprio al momento del loro farsi smottamenti da una vita all’altra. Ogni via ha le sue caratteristiche, i suoi ricordi, forse perché ognuna si lega a un personaggio differente, e ogni personaggio è uno stile, una stagione, un’idea.
Da autrice di manuali alternativi dedicati al territorio e alla Storia, mi hanno personalmente colpita i trascorsi romani dei protagonisti del libro che più hanno saputo trovare, e chissà come, una sintonia anche fragile e improvvisata tra le caratteristiche della temperie culturale che stavano vivendo e il loro modo di essere magari avventato, notturno, inusuale. Sono stati questi individui singolari a plasmare la loro Roma, a creare un nuovo, inedito ritratto di una delle città più difficili da rappresentare integra e intera, e ciò spiega perché il medesimo luogo, nei medesimi anni, potesse apparire al tempo stesso affettuosamente accogliente e crudele, liberatorio e soffocante, voluttuosamente muliebre e virilmente sprezzante.
Tante storie si dipanano inseguite dalla fluida grazia narrativa di Capecelatro, e sono quelle di affabulatori in cerca di fortuna come Cagliostro, di ispirati predicatori come Arnaldo Da Brescia, e quelle di artisti affamati di identità, come Keats o Joyce, o ancora di geni assetati di libertà, come Freud o Giordano Bruno.
Si scopre così che la Bachmann amava Roma con strazio, poetessa autodistruttiva e accanita più di una Plath: voleva bruciarsi, e letteralmente seppe farlo. Che temporali violenti e irriguardosi non risparmiarono Ludovico Ariosto né Torquato Tasso, che Cristina di Svezia non ebbe mai mezze misure nell’abbandonarsi ai suoi amori proibiti persino sotto gli occhi del Papa, che Goethe si sfiniva in via del Corso conquistato a tradimento dall’eros mediterraneo mentre due secoli dopo Fellini avrebbe fatto il ghostwriter e le caricature dei soldati americani lungo via Nazionale.
I luoghi additati riaccendono sogni, scatenano umori imprigionati in un giro di frase, chiaroscuri sfuggenti e tuttavia rivelatori: come discernere in fondo le tante anime di un testo siffatto? Non da ultimo va segnalata l’ottima impaginazione che ben mette in risalto le fotografie evocative e mai banali, caratteristica preziosa del volume della Iacobelli, a tratti raffinato vademecum postmoderno per accompagnarsi ad agio nell’esplorazione dei siti indicati, a tratti garbato galateo di avventure urbane meritatamente sopravvissute all’oblio del tempo, da assaporare e suggerire persino oggi. Il libro sa impennarsi tuttavia all’improvviso persino in diario, e addirittura intimo, di personalità che furono mondi, con le loro audaci ambizioni e le loro ombre oscure spesso ignorate dalle più caute biografie ufficiali.
Dopo averlo letto, osserveremo probabilmente con occhi diversi la Roma quotidiana che ci circonda: Palazzo Zuccoli diverrà proiezione dell’edonismo dannunziano, Campo de’ Fiori riverbero ascoso del misticismo di santa Brigida, il Tevere banco di prova altero e ideale per il pragmatismo di Garibaldi, Montecitorio in festa una sfida per l’acutissimo sguardo del sensibile Gogol, il rione Monti il battesimo di fuoco per il forgiarsi di una beffarda risata quale quella di Petrolini.
Perché guardare non è sempre vedere. E a rendere eterna una città contribuiscono infinite epifanie d’istanti.
Passeggiate d'autore. da Caravaggio ai Beatles 56 personaggi in giro per Roma
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