Pedro Paramo
- Autore: Juan Rulfo
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2014
Juan Rulfo (1918-1986) è stato uno degli autori più importanti della letteratura ispano-americana, ed ha influenzato anche scrittori di rilievo come Gabriel Garcìa Marquez. Il romanzo di Rulfo intitolato “Pedro Páramo” è un insieme di frammenti, che sono stati estrapolati e selezionati da un’opera più ampia. Per questo motivo, la trama a volte può non sembrare lineare. L’importante, per la lettura di questo romanzo, non è seguire un insieme di eventi cronologicamente ordinati, ma recepire appieno le sensazioni e i significati che l’autore tenta di trasmettere.
Il protagonista di questo romanzo, Juan Preciado, dopo la morte della madre raggiunge Comala per incontrare e conoscere suo padre, Pedro Páramo. Comala si rivela una cittadina sperduta e vuota, dove rimangono solo le voci e gli spiriti dei morti, che spesso parlano con il protagonista. Anime che vagano per quella terra bruciata ed arida senza trovare requie. Infatti, quand’era in vita, Pedro Páramo aveva depredato tutto, terre e uomini, frantumando ogni cosa con la sua brama di potere e la sua prepotenza.
Nonostante questo, rimangono quelle flebili voci di morti a parlare, che raccontano la loro vita, e dentro le tombe a volte si lamentano. Il romanzo può essere interpretato anche come un sogno fatto dal protagonista; tuttavia, non è questo l’essenziale. Che si tratti di sogno o meno, l’opera non smette di suscitare continui interrogativi, sulla vita e sulla morte.
A questo proposito, è a mio avviso illuminante la descrizione della morte di Pedro Páramo:
“Diede un colpo secco contro la terra, e si sgretolò come fosse un mucchio di pietre”.
Il carattere sanguigno, l’avidità e la capacità di consumare ogni cosa, di sottomettere chiunque, non può sottrarre Pedro Páramo alla morte. Infatti, come quello di tutti gli essere umani, anche il suo corpo è caduco, destinato ad esaurirsi, nonostante i tentativi di garantirsi, attraverso le prevaricazioni ai danni del prossimo, una specie di eternità.
Molto efficace, a questo proposito, è la scelta del verbo "sgretolare", che suggerisce l’infinita piccolezza della razza umana rispetto alla terra, anch’essa citata nella frase, o all’Universo in generale. Pedro dà un "colpo alla terra", quasi a voler dimostrare una certa supremazia sull’ambiente; ma poi si "sgretola". Metafora efficace ed essenziale, per la quale non sono necessarie troppe parole.
Il personaggio di Pedro Páramo può essere anche interpretato come un’allegoria dell’avidità degli uomini, che, nonostante i penosi sforzi per garantirsi una futile gloria, soccombono inevitabilmente alla Natura, lasciandosi dietro solo una scia di dolore.
L’essere umano può far qualsiasi cosa; può diventare potente, ricco o famoso, ma alla fine si "sgretola". Ha senso, quindi, tutto quello che facciamo per accumulare denaro, o assumere posizioni sociali di rilievo? Non sono in grado di dare risposte; tuttavia, questa è una delle tante domande che mi ha suggerito la lettura di questo libro.
(ringrazio il Gruppo di Lettura di Segrate (Mi) per avermi suggerito questo libro).
Pedro Páramo
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