Pensare/Classificare
- Autore: Georges Perec
- Casa editrice: Rizzoli
Come classifico quello che penso e i sentimenti?
Georges Perec se lo chiede.
“Pensare/Classificare” raccoglie testi che Perec ha pubblicato in giornali fra il 1976 e 1982: è stato l’ultimo dei suoi scritti che egli ha visto pubblicato alcune settimane prima di morire.
L’inizio è fulminante:
"Se tendo di definire ciò che ho cercato di fare da quando ho cominciato a scrivere, la prima cosa che mi viene in mente è che non ho mai scritto due libri simili, che non ho mai avuto voglia di ripetere in un libro una formula, un sistema o una maniera già elaborati in un libro precedente".
Scrittura densa, brillante che in traduzione perde moltissimo, purtroppo. Perec non è mai centrato, prende strade parallele, poi le congiunge. La bellezza del testo sembra per questo scrittore vagabondare con le parole. E infatti scrive:
"Ciò che affiorava era tutto dalla parte del vago, del fluttuante, del fugace, dell’incompiuto: alla fine, ho deliberatamente deciso di conservare a questi frammenti informi il loro carattere esitante e perplesso, rinunciando a fingere di organizzarli in un qualcosa che avrebbe avuto, con pieno diritto, l’apparenza (e la seduzione) di un articolo, con un inizio, un centro, una fine".
Poi, improvvisamente racconta della sua scrivania dove passa tutto il suo tempo, gli oggetti, i due posacenere (perché Perec fuma moltissimo) oppure scrive di come sistema i libri e lo fa in modo farraginoso che non si capisce, poi arriva a una soluzione. Sistemarli per ordine alfabetico, per colore, in base alla data di acquisto, Perec sembra ossessionato.
Racconta dei suoi quattro anni di psicanalisi o del perché si legge, per malinconia, per apprendere, per dare un senso alle nostre vite. E la voglia di classificare:
"In ogni enumerazione ci sono due tentazioni contraddittorie: la prima è quella di censire tutto, la seconda di dimenticare comunque qualcosa; la prima vorrebbe chiudere definitivamente la questione, la seconda lasciarla aperta; tra l’esaustivo e l’incompiuto, l’enumerazione mi sembra che sia, prima di ogni pensiero (e prima di ogni classificazione), il segno indiscutibile di questo bisogno di nominare e riunire, senza il quale il mondo ("la vita") rimarrebbe per tutti noi privo di "storia".
Perec era un genio, ma si perdeva nei rivoli delle parole, nel loro senso, nelle malinconie di un tema sempre fuori tema.
Pensare/classificare
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