Penso quindi gioco
- Autore: Andrea Pirlo
- Genere: Storie vere
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2013
“Anche uno troppo normale può essere troppo bravo”
E’ nelle mani della Mondadori che Andrea Pirlo, in collaborazione con il giornalista Sky Alessandro Alciato, consegna la sua biografia dalle tinte bianconere e non solo. La sua storia fatta di carriera, aneddoti calcistici, opinioni sui grandi temi caldi del calcio attuale è introdotta da una sentita prefazione del Ct della nazionale italiana Cesare Prandelli, che non risparmia parole ed elogi diretti a colui che considera l’essenza del calcio.
Andrea Pirlo non è solo un giocatore che gioca, è un uomo che pensa mentre sta giocando, essendo in grado di prevedere l’azione e di vedere molto prima tutto ciò che in campo avverrà. Il titolo del libro, non a caso, è una chiara allusione alla teoria del filosofo Cartesio diventato famoso per la frase latina “Cogito Ergo Sum”, ossia Penso dunque Sono, a cui il calciatore fa a suo modo riferimento, sottolineando il suo pensiero di gioco che non è fatto solo di tecnica e dell’uso dei piedi ma anche della testa.
Il libro ripercorre i suoi numerosi ingaggi calcistici, iniziando dal Brescia, città in cui è nato, per poi passare all’Inter, al Milan ed infine alla Juventus. Non è un mistero per nessuno che egli abbia trascorso la maggior parte della sua carriera nella squadra rossonera ed è ai suoi membri che gran parte delle pagine sono dedicate. La biografia, infatti, inizia proprio con il racconto del momento in cui Galliani comunica al giocatore la decisione della società di non rinnovargli il contratto, porgendogli sotto forma di tacito riconoscimento per la sua splendida militanza milanista, una penna, “una penna di Cartier, ma pur sempre una penna”. E’ da quel momento che per tutto il libro, Pirlo chiamerà Galliani il Signore delle penne, sottolineando ironicamente la sua disistima per il dirigente.
Oltre ai ricordi negativi, ci racconta anche le emozioni provate quando credeva che i suoi sogni stessero per realizzarsi grazie al passaggio alla squadra del Real Madrid prima, poi del Barcellona e infine del Chelsea, tutte trattative bloccate a causa del rifiuto di Galliani e della società. E’ fin troppo chiaro che di lui non ha una buona opinione mentre considera Berlusconi un uomo teatrale ma che sa esattamente quello che vuole. Per fortuna, durante la lettura vi accorgerete che non ci sono soltanto ricordi tristi ma anche momenti di sana ilarità che mettono in mostra un Pirlo completamente diverso da quello che tutti conosciamo. Seppur apparentemente e nella sfera pubblica egli appaia come un uomo chiuso e taciturno, nel privato, invece, a contatto con i suoi colleghi e con le persone che lo conoscono meglio, è capace di mettere fuori una vena divertente e scherzosa che negli anni ha preso di mira soprattutto uno su tutti: Rino Gattuso. E’ a lui, infatti, che il giocatore riserva la maggior parte dei suoi scherzi organizzati anche con l’aiuto di altri colleghi. Non mancano le pagine dedicate alla riflessione e all’esposizione dei suoi pensieri riguardanti i problemi che affliggono il calcio al giorno d’oggi come il razzismo e la violenza negli stadi ed è proprio a questo proposito che Pirlo non si tira indietro e denuncia la necessità di adottare drastiche misure per sedare questi atteggiamenti che stanno portando alla rovina del calcio per la mancanza di rispetto e accettazione.
Quindi amanti e non del calcio, vi troverete tra le mani un libro che parla di calcio ma non solo. Parla di un calciatore che qui non sta facendo calcio, né sta giocando, semplicemente vi sta parlando di ciò che vede, che sente e soprattutto pensa. Ed è interessante scoprire lentamente cosa si nasconde dietro un corpo che fino a poco prima abbiamo guardato soltanto giocare. Scoprire cosa si muove dentro la sua testa ad ogni azione e quale magia o splendida verità il suo genio calcistico è in grado di realizzare. E’ un mondo fatto di gioco, di ricordi, di sogni, di delusioni. Bocconi amari da ingoiare ma anche forza e coraggio per rialzarsi dopo grandi sconfitte come quella di Instanbul, dopo la quale Pirlo non voleva più giocare. Avrete di fronte un uomo con una testa in grado di parlare e farsi ascoltare. Un leader silenzioso che per un po’ ha deciso di parlare e lo ha fatto col cuore. La sua storia è un piccolo racconto di una vita che può ancora insegnare qualcosa, insegnare a giocare e pensare. Perché poi, diciamocela tutta, cos’altro è la vita se non un Penso quindi gioco?
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