Per amore della Fisica di Walter Lewin (Dedalo, 2013) è un libro diverso da tutti quelli che ho recensito finora, ma non privo di interesse e non solo per la materia ma soprattutto per come viene descritta e illustrata.
Il professor Lewin ha ricevuto numerosi premi e articoli di giornale, fra i quali il New York Times, per le sue personalissime ed eccentriche lezioni di fisica. I suoi allievi, entusiasti, le hanno raccolte e immesse nel web: risultano essere le più cliccate fra gli studenti, e non solo, di tutto il mondo. Riceve ogni giorno centinaia di email da persone che lo ringraziano, attestandogli stima. Io stessa l’ho conosciuto attraverso mio figlio che, da estimatore qual è, non ha perso una sola sua lezione sul sito dell’università del Massachusetts.
”Il professore Lewin è alto un metro e novanta, magro, con addosso quasi sempre una camicia blu con le maniche arrotolate, pantaloni color cachi con tasche laterale e dei sandali con calzini bianchi. Cammina avanti e indietro di fronte ai suoi studenti: attraversa l’aula a grandi falcate, parla a voce alta, gesticola, di tanto in tanto si ferma per mettere in risalto qualcosa tra una lunga serie di lavagne e un tavolo di laboratorio. Con la sua fronte spaziosa, la zazzera spettinata di capelli grigi, gli occhiali e la traccia di un non ben identificabile accento europeo, ricorda un po’ il Doc Brown del film Ritorno al futuro: lo scienziato inventore e un po’ folle.“
Quando illustra la sua materia, il professor Lewin crea una magia: spiega in maniera semplice i fenomeni della fisica nel mondo in cui si vive e gli studenti e i lettori non possono che rimanere meravigliati e coinvolti dalla sua originalità. Le sue lezioni sono talmente coinvolgenti che sembrano degli happening. Famosa quella sul pendolo, la stessa da cui è stata tratta la foto che appare in copertina: il professor Lewin, nell’aula universitaria, è sospeso per mezzo delle corde al soffitto e oscilla avanti e indietro proprio come un pendolo, mentre i suoi studenti contano il numero delle oscillazioni. Usa il suo corpo come parte di un apparato sperimentale, dopo tutto, dice spesso, la scienza richiede sacrifici. Il tutto per dimostrare che il numero di oscillazioni che compie un pendolo in un determinato intervallo di tempo non dipende dal peso posto alle sue estremità.
“Potete dimostrare facilmente gli effetti della forza di gravità artificiale o percepita attraverso un gesto che mia nonna era solita compiere ogni volta che preparava un’insalata. Quando preparava l’insalata si divertiva un mondo. Lavava le verdure in un colino e poi, piuttosto che asciugarle con un panno asciutto, rovinandone le foglie, aveva inventato una sua tecnica personale: prendeva il colino e gli metteva sopra un canovaccio per asciugare i piatti, lo fissava con un elastico, poi faceva ruotare il tutto in cerchio in modo furioso, davvero molto veloce. Lo stesso tipo di gravità artificiale viene sperimentata dagli astronauti quando accelerano per andarsi a mettere in orbita attorno alla Terra.“
Il libro Per amore della Fisica non è solo la raccolta delle sue lezioni, ma in esso sono riportati alcuni racconti della sua vita, in una sorta di autobiografia, nella quale ripercorre la sua storia partendo dagli anni terribili del nazifascismo: gli orrori della guerra, i nonni rinchiusi e morti ad Auschwitz, i suoi studi universitari e l’inizio della carriera di insegnante.
Walter Lewin, astrofisico di origine olandese, insegna Fisica al Massachusetts Institute of Technology da quarantacinque anni. E’ un amante dell’arte e collezionista, tanto da aver tenuto alcune lezioni sulla Storia dell’Arte.
Per amore della fisica. Dall'arcobaleno ai confini del tempo. Nuova ediz.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Per amore della Fisica
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