Per la salvezza di Roma
- Autore: Douglas Jackson
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2020
Valerio Verre si sposa ed è tanto emozionato che preferirebbe affrontare masse di nemici impugnando gladio e scudo. Teso come una corda di violino, attende la futura moglie Thabita il protagonista della settima fatica “verrena” di Douglas Jackson. L’ex giornalista scozzese ha dato alle stampe a settembre, per Newton Compton, il romanzo Per la salvezza di Roma (trad. D. Semproni, 384 pagine), che continua la serie dedicata al tribuno Gaio Valerio Verre, eroe dell’Impero romano nella seconda metà del I secolo dopo Cristo.
La saga, che ha in progetto nove titoli, ha visto il via in Italia nel 2012 con L’eroe di Roma, mentre il titolo immediatamente precedente e sesto, La conquista di Roma, è apparso nel 2019, per i tipi della capitolina Newton Compton, come tutti gli altri.
Jackson, che vive a Jedburg, una piccola cittadina nell’area amministrativa Scottish Borders, ha fatto il cronista per trent’anni anni, prima alle prese con la scarna cronaca dei quotidiani locali, poi nelle redazioni dei quotidiani nazionali "Daily Record" e "Scotsman". Da un’intervista apprendiamo che ama chiamare il suo genere “peplum”, come i film in costume ambientati nell’antica Grecia e a Roma, girati a Cinecittà tra la fine degli anni Cinquanta e i primi Sessanta. Altri preferiscono “Sword and sandals”, in pratica gladio e calzari.
Il core business della sua narrativa è intrattenere i lettori con vicende avventurose, non senza personaggi rosa e brevi parentesi sentimentali. Allo stesso tempo, riesce a ricostruire in modo attendibile momenti e avvenimenti realmente accaduti. A sostenere la credibilità storica contribuisce l’essere andato a respirare la storia nei luoghi stessi in cui si è svolta. È stato a Roma, Pompei, Ercolano e in centinaia di siti romani in Gran Bretagna. Se potesse, farebbe ancora sopralluoghi — viaggiare costa — e comunque scrive circondato da libri sull’antica civiltà dell’Urbe, dai quali documentarsi. Dagli ultimi anni, poi, il web mette a disposizione una varietà di siti, materiali, immagini, perfino visite virtuali nei secoli di Roma e tra le vestigia attuali.
Il primo protagonista ad attrarre la sua attenzione è stato Caligola, poi è toccato all’imperatore Claudio, tra il 2008 e il 2011, nella saga di Rufo. Subito dopo è arrivato Verre, cresciuto libro dopo libro, come una persona reale. Attorno a lui, che da tribuno è prossimo alla promozione a legato (generale delle Legioni) per il valore dimostrato nell’assedio di Gerusalemme, tra le truppe dell’imperatore Vespasiano guidate dal figlio Tito, si sviluppano episodi e si muovono protagonisti straordinari della storia. Abbiamo potuto rivivere la rivolta di Boudicca e degli Iceni in Britannia. Abbiamo odiato Nerone e visto avvicendarsi quattro imperatori in un solo anno. Da un po’ seguiamo l’ascesa e l’esercizio del potere da parte del condottiero Tito Flavio Vespasiano, accompagnato dalle sue donne, Flavia Domitilla e l’amante Caenis, sua sposa alla morte della prima. Disapproviamo il figlio secondogenito Domiziano e apprezziamo il maggiore, Tito. Qualche romanzo fa abbiamo conosciuto lo sfortunato legato Gneo Domizio Corbulone e visto all’opera Pietro e Paolo, apostoli a Roma.
Prima di tornare alla trama, una curiosità sull’autore, per inciso. Il James Douglas che campeggia sulle copertine di thriller d’azione e spionaggio (le avventure di James Sinclair, esperto d’arte e di reperti da ritrovare) è uno pseudonimo del nostro giornalista di valore e scrittore di successo, di peplum o sword and sandals che si voglia.
Snella e velata, Thabita incede verso Valerio e Tito, nella villa di Fidene ancora in allestimento, altro regalo dell’imperatore per le imprese in Palestina. La sposa, principessa siriana, indossa le vesti nuziali romane: la tunica picta è stretta in vita da una fascia di lana serica, legata nel nodo d’Ercole, che il marito scioglierà dopo le nozze. I capelli scuri sono divisi in ciocche e intrecciati con nastri di colori vivaci. Un velo rosso, il flammeum, li copre e scende sul volto a nascondere ancora per poco la sua bellezza, identificandola come nubenda.
È anche da questi particolari che si può apprezzare la capacità e la disinvoltura narrativa con cui Jackson illustra costumi e tradizioni romane.
Ma si può mai pensare che a nozze celebrate Valerio Verre possa essere lasciato agli ozi della provincia laziale e alle grazie della moglie? Non saremmo nel settimo episodio di avventure spesso sanguinose. Vespasiano richiama il suo eroe da Fidene e gli assegna una missione in Hiberia. Le miniere spagnole di metalli preziosi non rendono più i quantitativi abituali. Nominato legatus metallorum, il nostro deve recarsi nelle Asturie, per rendersi conto di persona delle ragioni del deficit di risorse essenziali per finanziare i tanti progetti ambiziosi dei Flavii, non ultimo il grande anfiteatro, il futuro Colosseo.
In Spagna, stringerà amicizia col proconsole Plinio il Vecchio. Il disordine a Roma, con quattro imperatori in conflitto, ha allentato i legami con le periferie e in Hiberia molti agiscono in mondo autonomo, i romani sono pochi ma spadroneggiano, irritando la popolazione locale e le truppe ausiliarie hanno un ruolo nel disordine. Ognuno per sé, tutti contro tutti. L’oro perduto va però ben oltre il fisiologico saccheggio delle bande di predoni, nel trasporto dalle miniere ai porti.
Ascoltato il saggio Plinio (e aiutandolo in una particolare circostanza avversa), Verre decide di agire in incognito, perché il “male” potrebbe annidarsi tra gli amici anche più che tra i nemici. A proposito di amici: ancora una volta gli sarà di grande aiuto il fidato Serpenzio, Nathair, detto il Serpente, per la rapidità con cui si muoveva nelle arene, dove ha combattuto da gladiatore.
Per la salvezza di Roma
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