Per odio per amore di Jackie Collins

Un mondo affascinante, un mondo spietato. Sesso, droga, riflettori che illuminano ragazze disinibite, poco importa che siano vive e vegete, all’opera in un’auto blu lussuosa o stecchite su di un marciapiede lercio, ennesime vittime di un pazzo sadico che detta legge in un ambiente che innalza o uccide, senza rimorsi.
Margaret ha affrontato questo mondo, l’ha guardato negli occhi e, spesso, gli ha sputato n faccia. Senza paura, senza timore per quella spada di Damocle che rischiava di farle perdere tutto. Il mondo ha incassato, il mondo è stato sconfitto. Per un po’. Poi ha reagito e una pallottola nel cranio ha posto fine alla trionfante esistenza di Margaret.

Le sue migliori amiche, tre donne pronte a tutto, decidono di prendere il coraggio a due mani e vendicarla. Come? Semplice, usando l’arma che hanno a disposizione da quando sono diventate donne: il sesso. I bersagli? Nick, Frank e Angelo Bassalino, figli di un potente boss.
La vendetta è un piatto che va servito freddo, si sa, e durante il tragitto molte cose possono cambiare… Forse i loro bersagli non sono così male come vorrebbero farli apparire, qualche buon sentimento alberga persino nel cuore delle persone peggiori.
Fermarsi? Ormai il fiocco di neve è divenuto valanga, fermarsi è impossibile. E, comunque, in un modo o nell’altro il rosso del sangue tingerà le pagine di quest’affascinante storia.

Jackie Collins usa la penna come uno stiletto, una lama affilata che dilania carne, cuore e anima.
“Per odio per amore” (Bompiani, 1983, pp. 206), all’apparenza un romanzo semplice e diretto, nasconde in realtà sfumature psicologiche sottili ma al tempo stesso rilevanti. Tre donne, tre uomini e una vendetta che deve consumarsi. Anche a costo di spezzare cuori e vite, lacrime amare per sciogliere un po’ del sangue uscito da pagine scritte con vera e propria maestria. La maestria di Jackie Collins.