Benedetta Cibrario è narratrice delle assenze. Il nuovo romanzo Per ogni parola perduta, in libreria per Mondadori da inizio novembre 2022, analizza l’assenza con precisione chirurgica e ne seziona ogni aspetto, in una fenomenologia del dolore struggente e profondissima.
Che sia prodotto da madri assenti, da padri latitanti o da compagni strappati alla vita secondo le logiche incomprensibili della morte, il vuoto è declinato in ogni misura e conseguenza. Anzitutto quello di Sofia, restauratrice di tessuti a Oxford, colpita dal lutto dell’improvvisa scomparsa del marito, lo storico accademico Nicola Obreskov, che le toglie la forza di vivere. E poi Edmund che la ingaggia in un’impresa appassionata: il restauro di un’antica mongolfiera protagonista di un esperimento di volo a Chambéry, nel 1784. Edmund che per pudore finge cinismo e interesse personale.
Edmund che, a differenza degli altri, non ha timore del dolore e della morte e insiste nel bussare alla porta dell’amica.
È abbastanza vecchio da sapere che il dolore, nelle dosi e per la durata con cui ci viene somministrato, è parte integrante dell’esistenza di ciascuno.
E poi ci sono Pauline che mantiene aperta la libreria antiquaria del padre a dispetto dei tempi e delle regole economiche e Claude Garnier che onora una promessa e la accompagna con affettuosa invadenza.
Ognuno di loro è alla ricerca di un modo per resistere e continuare a vivere, perché Per ogni parola perduta è anche una storia sulle seconde possibilità che la vita offre, a saperle cogliere, e sulla resilienza degli esseri umani.
Prima o poi si arriva al momento in cui si può sorridere senza amarezza di un dolore feroce, e allora la storia è al suo punto di svolta, al paragrafo “si finisce con l’essere riacciuffati dalla vita”. E’ solo questione di tempo.
La mongolfiera è una metafora e insieme un mezzo. A bordo della sua cesta i personaggi si salvano, scoprono nuovi punti di vista, iniziano un viaggio che li traghetta oltre il dolore. Era successo ai primi viaggiatori: un giovanissimo Xavier de Maistre, autore del Viaggio intorno alla mia camera, e l’amico Louis Brun. Lo sperimenta anche Sofia che ne ripercorre le tracce in un itinerario intorno all’Europa.
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Benedetta Cibrario conferma la sua profonda capacità di analisi della psicologia umana e insieme l’abilità di narratrice che introduce una storia affascinante, quella dei palloni aerostatici, attraverso Inghilterra, Francia e Italia. Di scoperta in scoperta, il lettore si appassiona ai dettagli di un mondo lontano fatto di seta, tela, cuciture e finiture raffinate.
Il libro è una sorta di secondo tempo de Il rumore del mondo (Mondadori, 2018, finalista al premio Strega 2019). In un percorso già avviato con Rossovermiglio (Feltrinelli, 2007, vincitore del premio Campiello 2008) e Sotto cieli noncuranti (Feltrinelli, 2009), sono le sue donne a stupire. Non si arrendono di fronte ai rovesci economici, alle avversità del mercato del lavoro spesso ostile, agli insuccessi sentimentali, persino alla morte. Raccolgono i frammenti di esistenze e li ricuciono con pazienza, arte e filo di seta.
Conosco la storia del ricamo, so che chi prende in mano ago e filo ricama o cuce per esigenze che sono materiali solo in apparenza; ed è così da millenni. Non esiste lavoro manuale che non abbia con sé un sottotesto.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Per ogni parola perduta”: un nuovo romanzo di Benedetta Cibrario in libreria a novembre 2022
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