Per una teoria dell’imitazione
- Autore: Gianfranco Mormino
- Genere: Scienza
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Raffaello Cortina Editore
- Anno di pubblicazione: 2016
Il professor Gianfranco Mormino, docente di Filosofia Morale all’Università degli Studi di Milano, ha pubblicato “Per una teoria dell’imitazione”, un saggio rilevante che, spaziando dall’etologia alla psicologia sperimentale, e basandosi soprattutto sulle scoperte più recenti delle neuroscienze, arriva a conclusioni filosofiche e scientifiche che potrebbero avere senz’altro importanti implicazioni etiche e pedagogiche in futuro. La sua indagine riguarda la teoria dell’imitazione, che pur interessando i comportamenti basici sia dell’uomo sia degli animali, è sempre stata disconosciuta o apertamente snobbata dal pensiero occidentale, con le uniche eccezioni di Spinoza nel passato e di René Girard tra i contemporanei.
“Ci riesce difficile pensare a comportamenti che non siano influenzati da modelli (…) nulla sembra sottrarsi alla forza degli esempi esterni, dai quali siamo invincibilmente attratti verso azioni standard che ripetiamo senza nemmeno esserne più consapevoli e che, per questo, attribuiamo ingenuamente alla nostra natura o ai nostri istinti”.
La filosofia occidentale, “autoreferenziale e gerarchizzante (…) funzionale a una politica fondata su un sistema di obbedienza, ricompense e punizioni stabilite in ambito sociale”, centrata “essenzialmente su un soggetto europeo, maschio, adulto e sano di mente”, ha per duemilacinquecento anni trascurato di interessarsi ai processi psichici e all’agire sia degli animali sia degli esseri umani ritenuti intellettualmente o moralmente più deboli, non dominanti e non produttivi (bambini, razze considerate inferiori, minorati psichici, … donne), focalizzandosi soprattutto sui comportamenti razionali, maturi, spontanei e “liberi” da influenze esterne.
L’imitazione, fondamentale nell’apprendimento e in qualsiasi processo cognitivo ma ritenuta attività gregaria, “scimmiottante”, è stata quindi presa in considerazione solo in un periodo recente, a partire dalla scoperta dei neuroni a specchio: mentre in precedenza essa veniva studiata esclusivamente nei suoi livelli elementari – fisiologici e neurologici – relativi al periodo neonatale e della prima infanzia, e nelle azioni più semplici di tutti gli esseri viventi. Oggi la ricerca si occupa dei comportamenti imitativi anche nei suo aspetti sociali, con le ovvie implicanze antropologiche e addirittura economiche.
Riguardo alle motivazioni profonde dei processi imitativi, sussistono ancora negli studiosi forti differenze interpretative. Gianfranco Mormino propone in “Per una teoria dell’imitazione” una sua suggestiva e originale ipotesi, postulante
“l’esistenza di un unico meccanismo mimetico, rimanendo all’interno di una visione unitaria e continuista della logica della vita, passibile di essere applicata tanto agli uomini quanto agli animali”.
Contestando la presenza di una capacità innata di imitare gli altri, Gianfranco Mormino si interroga (da un punto di vista materialistico e antiteleologico) sulle cause che hanno determinato il successo della funzione della mimesi a livello evoluzionistico (perché e come un essere vivente imita, seguendo quali modelli e per raggiungere quali scopi?). Ed è convinto che ogni singolo animale – umano e non – imiti per meglio adattarsi all’ambiente, stabilizzando “atti motori trovati accidentalmente e rivelatisi favorevoli”, e li replichi “autoimitandosi”, con l’obbiettivo di soddisfare i suoi bisogni e di procurarsi piacere. Esplorando l’ambiente circostante per meglio adattarvisi, l’essere vivente apprende in maniera fortuita i movimenti che favoriscono il suo sviluppo, passando poi dall’autoimitazione più elementare e fisiologica ad abilità più raffinate, acquisite nell’interazione con gli altri individui.
Il volume si occupa anche delle implicazioni etiche e pedagogiche dell’autoimitazione, cioè di come il soggetto che imita si relazioni con l’interesse comune, di come il suo comportamento venga modificato dai divieti e dalle esortazioni educative della famiglia e della società, di come patisca le identificazioni e le rivalità con gli altri modelli: e lo fa coniugando metodi di indagine multidisciplinari, scientifici e filosofici, nell’intento di proporre un’ipotesi di ricerca scevra da qualsiasi forma di finalismo e intenzionalismo.
Per una teoria dell'imitazione
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Per una teoria dell’imitazione
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