Perché non eravamo pronti
- Autore: David Quammen
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2020
Adelphi ha pubblicato nel 2020 questo piccolo saggio intitolato Perché non eravamo pronti (trad. di Milena Zemira Ciccimarra), che altro non è se non l’unione di due brevi articoli scientifici già parzialmente pubblicati da David Quammen su riviste americane.
Il saggio è brevissimo e si articola in due parti: la prima incentrata sulla fallimentare gestione del coronavirus, almeno fino al momento della pubblicazione, la seconda, anch’essa piuttosto parziale, racconta una serie di ricerche e di opinioni riguardo alla possibile trasmissione di questo particolare virus da parte del pangolino.
Per parlare di questo saggio in modo quanto più oggettivo possibile è necessario fare una premessa: questo libro viene pubblicato nel maggio 2020 in lingua inglese, mentre raggiunge l’Italia non prima di novembre del medesimo anno, pertanto tutte (o per lo più la maggior parte delle informazioni che vengono qui fornite) risultano essere superate già al momento della sua uscita.
Premesso questo, il saggio è molto breve e contiene alcune ricerche interessanti sulla famiglia dei coronavirus offrendoci alcune pillole scientifiche che hanno a che fare con altri virus, che già conosciamo o che stiamo ancora studiando, oltre che aprire nuovi orizzonti riguardanti l’evoluzione della trasmissione di virus potenzialmente pericolosi per la nostra specie.
Come anticipavo, la prima parte del saggio è dedicata a come è stata gestita, nelle sue primissime fasi, la pandemia. In particolare, citando ricercatori e scienziati un po’ di tutto il mondo, fa un interessante digressione in cui vengono messi in luce aspetti riguardanti tanto il virus della SARS che il SARS-COV-2, che causa COVID-19.
Viene anche presa in considerazione una domanda che in quel periodo rimbalzava in ogni programma televisivo, e per diretta conseguenza in ogni nostra mente, ovvero da dove provenisse un virus tanto letale. Come tutti ricorderemo è stato abbastanza facile per l’opinione pubblica puntare il dito contro i pipistrelli, già responsabili della diffusione della SARS, e in diretta conseguenza il mercato di Wuhan in cui, si dice, fossero venduti.
Il virus doveva circolare da Wuhan all’esterno del marcato fin da novembre. Questo non contraddice la probabilità che il virus si sia originato da un pipistrello, ma suggerisce che forse siano stati gli esseri umani a portarlo dentro (oltre che fuori) il mercato di Huanan. Il SARS-COV-2 è un virus sfuggente
Questa prima parte risulta attuale solo nel periodo in cui è stato pubblicata in lingua inglese in quanto si trattava di una serie di informazioni che in qualche modo rispondeva o cercava di dare una sorta di spiegazione più ragionata a tutta una serie di elucubrazioni e quesiti.
La seconda parte invece riguarda la vicenda dei pangolini. Questi animali si sono visti indicare come l’anello di congiunzione tra il virus presente nei pipistrelli e l’uomo dato che anch’essi venivano venduti, a quanto sembra, nel mercato di Wuhan, in Cina. Quammen cerca di raccogliere però anche una serie di informazioni culturali sul motivo per cui viene detta questa cosa:
In Cina, nei centri urbani, è molto in voga lo yewei, ovvero la moda delle specialità selvatiche, poiché la carne di questi animali si suppone impregnata di proprietà salutari e rinvigorenti. […] nel 652 però durante la dinastia Tang, un alchimista di nome Sun Simiao mise in guardia dai disturbi latenti nei nostri stomaci. Non cibatevi della carne dei pangolini, perché può farli insorgere e nuocerci
Ovviamente nel tempo non è stato solo l’alchimista Simiao a indicare come "potenzialmente pericoloso" cibarsi della loro carne, ma anche studi scientifici e medici hanno portato all’attenzione i rischi legati a tale pratica. Eppure, è ancora una pratica piuttosto in voga, ma la ragione non sembra più legata a potenziali benefici rinvigorenti.
Secondo Zhou Jinfeng, un ambientalista famoso che è a capo della Fondazione cinese per la tutela della biodiversità e per lo sviuppo verde, ha liquidato la cosa (mangiare pangolini) in modo caustico: non è una questione di tradizione. È una questione di soldi
Il risultato di questo saggio è un po’ la non estemporaneità della ricerca o per meglio dire, si tratta di due articoli interessanti che tuttavia hanno avuto una portata limitata di divulgazione scientifica in quanto le ricerche trattate sono state smentite nel giro di pochissimi mesi. Di certo si tratta di una pubblicazione che si rivolge più ai lettori di Spillover, altro saggio di David Quammen ben più ampio e ricco di nozioni, piuttosto che a lettori che non provengono da quel bacino.
Resta tuttavia una indubbia costante la forza dello stile di Quammen che riesce a non annoiare il proprio lettore, ma anzi a coinvolgerlo come fosse una chiacchierata tra pari.
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Ai lettori di Spillover e a tutti coloro che desiderano ricostruire le basi delle prime teorie sulla nascita e la diffusione del Covid.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Perché non eravamo pronti
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